Il Ravenna Festival, uno degli eventi culturali più attesi dell'estate italiana, ha recentemente celebrato il suo terzo e ultimo concerto con Riccardo Muti e la sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. Questa trentaseiesima edizione, tenutasi al Pala De André, ha visto un'affluenza straordinaria di pubblico, con spettatori non solo italiani, ma anche provenienti da diverse nazioni, attratti dalla fama e dal carisma del maestro. Muti, che il prossimo 28 luglio compirà 84 anni, continua a incantare il pubblico con la sua energia e passione per la musica, dimostrando che l'età non è un ostacolo per chi vive e respira arte.

un concerto da ricordare

Il concerto di Muti è stato un vero e proprio trionfo, confermando la sua straordinaria capacità di attrarre le folle e di emozionare con la sua direzione. L’assenza di un bis al termine della performance ha sorpreso molti, dato che il maestro è noto per concedere sempre questa attesa gratificazione al pubblico. Tuttavia, la sua scelta di non prolungare la serata non ha diminuito l’entusiasmo di un pubblico che ha risposto con applausi entusiasti e calorosi, segno di una connessione profonda tra il direttore e gli ascoltatori.

il legame con la cherubini

Il legame di Riccardo Muti con la sua orchestra, la Cherubini, è palpabile e si manifesta attraverso gesti affettuosi e sguardi di approvazione. Durante il concerto, il maestro ha mostrato un amore particolare per i giovani musicisti, i "cherubini", come li chiama affettuosamente. La qualità delle esecuzioni, entusiaste e impeccabili, ha reso l'atmosfera di gioia e condivisione musicale palpabile, con il pubblico che applaudiva anche nei momenti di silenzio, segno di un coinvolgimento totale e appassionato.

Un elemento sorprendente di questo concerto è stata la presenza di alcuni musicisti "over", ovvero strumentisti che, per età o per durata di permanenza, si discostano dagli standard tipici della Cherubini. Tra questi, spicca Valentina Benfenati, la spalla storica dell'orchestra, che recentemente ha intrapreso nuove avventure presso il Teatro alla Scala e altre prestigiose formazioni internazionali. La sua partecipazione al concerto è stata accolta con grande entusiasmo, così come quella di Federica Giani, concertino dei primi violini, che ha offerto un'interpretazione vibrante e coinvolgente.

un programma di grande prestigio

Il programma scelto da Muti per questo concerto finale del Ravenna Festival è stato una celebrazione della musica sinfonica ottocentesca, un viaggio attraverso opere iconiche che hanno segnato la storia della musica. La serata è iniziata con la Sinfonia dai Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi, un’opera che, pur essendo una sintesi di un melodramma di circa tre ore, riesce a condensare emozioni e tensioni in pochi minuti, dimostrando la maestria del compositore nel creare atmosfere suggestive.

A seguire, l'Italiana di Felix Mendelssohn, ovvero la Sinfonia N. 4 in la maggiore, è stata eseguita con una freschezza e una vitalità che hanno fatto vibrare le corde del pubblico. Questo pezzo, noto per il suo carattere gioioso e melodico, ha mostrato l’abilità della Cherubini nel rendere al meglio la scrittura orchestrale di Mendelssohn, rendendo omaggio all'italianità del compositore.

Il gran finale è stato riservato alla celeberrima Quinta Sinfonia di Ludwig van Beethoven, un pezzo che rappresenta uno dei pinnacoli della musica classica. Con il suo inconfondibile tema iniziale, il famoso "ta-ta-ta-tàaaaaa", la Sinfonia del "destino che bussa alla porta" ha incantato il pubblico, trasportandolo in un viaggio emotivo che ha suscitato applausi entusiastici e una standing ovation. L’interpretazione di Muti ha saputo catturare l’essenza di Beethoven, rendendo viva ogni nota e ogni sfumatura della partitura.

In questo contesto di celebrazione musicale, il Ravenna Festival ha confermato la sua importanza come palcoscenico internazionale per la musica classica, attirando artisti di fama mondiale e un pubblico sempre più vasto e appassionato. Riccardo Muti, con la sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, ha non solo incantato il pubblico, ma ha anche dimostrato l'importanza di trasmettere la passione per la musica alle nuove generazioni, in un'epoca in cui il legame tra le tradizioni musicali e il futuro è più vitale che mai.

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