Massimiliano Fuksas è un nome che risuona nel panorama dell'architettura contemporanea, evocando una vasta gamma di opere iconiche in tutto il mondo. Nato nel 1944, Fuksas incarna una generazione di architetti che ha saputo unire creatività, impegno sociale e politica, andando oltre l'estetica e la funzionalità degli edifici. La sua carriera, che si estende per oltre cinquant'anni, include progetti significativi come il Peres Center for Peace a Giaffa e il Terminal dell'Aeroporto di Shenzhen-Bao'an in Cina. Ma chi è realmente Massimiliano Fuksas e quali esperienze hanno forgiato il suo cammino?

Un viaggio autobiografico

Nei suoi ultimi scritti, Fuksas si racconta attraverso la narrazione autobiografica "È stato un caso", pubblicata da Mondadori. In questo libro, l'architetto non solo esplora la sua carriera, ma offre anche uno spaccato dell'atmosfera vibrante degli anni '60, un periodo di sperimentazione e cambiamenti radicali che ha influenzato profondamente la sua vita e il suo lavoro. Presentato al Maxxi, il Museo delle arti del XXI secolo di Roma, il libro è un viaggio attraverso la memoria e una riflessione sul legame tra passato e presente.

Fuksas racconta come, da giovane, non avesse obiettivi definiti. Era un ragazzo di diciott'anni che, come molti, cercava la propria strada. La sua formazione accademica iniziò quasi per caso: dopo un commento della madre sul suo futuro, decise di iscriversi a Architettura, un passo che avrebbe cambiato la sua vita. La figura di Bruno Zevi, architetto e critico, divenne un punto di riferimento fondamentale, offrendogli non solo conoscenze tecniche, ma anche una visione più ampia sulla funzione sociale dell'architettura.

Un'epoca di fermento

Oltre alla formazione accademica, Fuksas ha vissuto un'epoca di intensa attività politica e culturale. Gli anni '60 furono un periodo di fermento, e lui stesso ha dichiarato: "Dopo la rivoluzione francese, per duecento anni, abbiamo cercato di creare forme di democrazia e rispetto dei diritti civili. Oggi, il gioco del Monopoli è finito". Con una visione critica della società contemporanea, Fuksas denuncia le disuguaglianze crescenti e l'ingiustizia sociale, esprimendo un'ottimistica speranza per il futuro.

La sua vita è costellata di incontri straordinari che hanno arricchito non solo il suo percorso personale, ma anche la sua visione artistica. Tra i momenti più significativi ci sono stati:

  1. La condivisione dei banchi di scuola con personalità come Bernardo Bertolucci e Barbara Alberti.
  2. L'opportunità di giocare a calcio con Pier Paolo Pasolini.
  3. L'incontro con Ernesto "Che" Guevara a Cuba, durante un viaggio che ha segnato profondamente la sua esperienza.

Riflessioni sull'arte e la memoria

Il libro di Fuksas non è solo una cronaca di eventi, ma una riflessione profonda su cosa significhi essere un artista oggi. "La memoria non serve tanto per fare l'artista, ma per ricordare agli altri qualcosa che ti interessa della tua vita", afferma, sottolineando l'importanza della narrazione personale. La sua storia è quella di un giovane creativo che ha affrontato la vita con coraggio e passione, vivendo in un'epoca in cui l'arte e l'architettura erano strumenti di cambiamento sociale.

Il Maxxi, dove ha presentato il suo libro, rappresenta un simbolo della sua carriera: un museo dedicato all'arte contemporanea che funge da punto di incontro tra passato e futuro. Fuksas ha donato al museo due opere significative, il progetto per la palestra di Paliano e quello per il Nuovo Centro congressi di Roma, testimonianze del suo contributo all'architettura italiana e della sua volontà di lasciare una traccia duratura nel panorama culturale del paese.

Oggi, Fuksas continua a ispirare le nuove generazioni di architetti e artisti. La sua storia è un invito a riflettere su come l'arte possa essere un atto di generosità, un modo per mettersi a repentaglio e contribuire a un dialogo più ampio. In un'epoca in cui i giovani sembrano cercare approvazione attraverso i social media, Fuksas ribadisce l'importanza dell'incontro reale e del confronto diretto. "Oggi i ragazzi pensano che con un messaggio sui social potranno incontrare il loro Peter Cook. Non hanno capito che devono proprio andare a bussargli alla porta di casa", afferma, evidenziando quanto sia fondamentale il contatto umano nel processo creativo.

Massimiliano Fuksas, quindi, non è solo un architetto di fama mondiale, ma un narratore della vita stessa, un uomo che ha saputo trasformare le esperienze in opere d'arte e in insegnamenti per le future generazioni. La sua vita è un esempio di come creatività e impegno sociale possano camminare di pari passo, ispirando una nuova visione del mondo attraverso l'architettura e l'arte.

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