
Negli ultimi anni, il fenomeno dei deepfake ha suscitato un crescente interesse, in particolare per quanto riguarda la sua applicazione nel settore pornografico. Secondo un'indagine condotta da Thorn, un'organizzazione no-profit statunitense dedicata alla sicurezza dei giovani, emerge un dato allarmante: un ragazzo su otto tra i 13 e i 20 anni, e un adolescente su dieci tra i 13 e i 17 anni, conosce personalmente qualcuno che è stato oggetto di immagini di nudo create tramite tecnologia deepfake. Inoltre, un adolescente su diciassette ha dichiarato di essere stato vittima di questo fenomeno.
I deepfake sono contenuti audiovisivi manipolati attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, capaci di alterare le immagini o le voci in modo così realistico che è spesso difficile distinguere la realtà dalla finzione. In particolare, il deepfake pornografico è una sottocategoria che sfrutta queste tecnologie per creare immagini o video di nudo di persone, spesso senza il loro consenso. L'uso di software come Clothoff, recentemente bloccato dal Garante per la Privacy italiano, ha reso più facile per chiunque realizzare tali contenuti, spogliando digitalmente i soggetti e creando ritratti che possono essere facilmente diffusi online.
Il problema della diffusione dei deepfake
Il problema non è solo teorico: molti personaggi pubblici, come la famosa cantante Taylor Swift, sono stati vittime di deepfake pornografici. Nel 2014, un'immagine compromettente di Swift è diventata virale sui social media, raggiungendo milioni di visualizzazioni. Questo dimostra quanto possa essere devastante la diffusione di tali contenuti, non solo per le celebrità, ma anche per le persone comuni, in particolare per i giovani.
Secondo un'analisi condotta da Graphika, un'azienda specializzata nello studio delle reti sociali, oltre 100 siti web dedicati al "nudify" sono attivi online, con milioni di visitatori ogni mese. La pervasività di queste piattaforme rende ancora più urgente la necessità di sensibilizzare i giovani sui rischi legati all'uso delle tecnologie deepfake. Infatti, un'indagine condotta in Gran Bretagna dalla società di sicurezza Eset ha rivelato che una donna su dieci ha subito un attacco di deepfake pornografico.
Le conseguenze legali e morali
Le applicazioni come BikiniOff e DeepNude sono solo alcune delle piattaforme che consentono di manipolare le immagini delle persone per creare contenuti falsi a sfondo sessuale. Questa realtà non è priva di conseguenze legali e morali. Nel 2020, il Garante per la Privacy italiano aveva già avviato un'istruttoria nei confronti di Telegram, per la diffusione di bot che facilitavano la creazione di deepfake. In seguito, l'Autorità aveva pubblicato una scheda informativa sui potenziali rischi legati all'uso di queste tecnologie, sottolineando la necessità di un'informazione adeguata per prevenire abusi.
La ricerca di Thorn ha messo in luce un ulteriore aspetto inquietante: il 13% degli adolescenti ha affermato di conoscere qualcuno che ha utilizzato l'intelligenza artificiale per creare o ridistribuire materiale pornografico deepfake di minori. Questo dato evidenzia non solo la diffusione di tali pratiche, ma anche la necessità di un intervento educativo mirato, per insegnare ai giovani l'importanza del consenso e del rispetto della privacy altrui.
La necessità di un intervento educativo
In Italia, il fenomeno dei deepfake porno ha già provocato episodi di cronaca. Nel 2023, due studenti di una scuola media di Roma sono stati arrestati per aver pubblicato online fotografie di alcune coetanee, create con l'applicazione BikiniOff. Anche nel 2024, nella provincia di Latina, cinque studenti minorenni sono stati coinvolti in un caso simile, in cui hanno preso e falsificato le foto di alcune compagne dai loro profili Instagram. Questi eventi dimostrano che il problema non è relegato solo a un contesto virtuale, ma ha conseguenze tangibili e potenzialmente devastanti per le vittime, che si trovano a dover affrontare il disagio e la vergogna di vedere la propria immagine manipolata e diffusa senza il consenso.
La protezione dei minori in un contesto digitale sempre più complesso è una sfida che richiede l'impegno congiunto di genitori, educatori e legislatori. È fondamentale creare un ambiente sicuro online, dove i giovani possano imparare a navigare le insidie del web e a comprendere l'importanza del rispetto reciproco e della dignità altrui. La consapevolezza è il primo passo per contrastare il fenomeno dei deepfake e proteggere le generazioni future da abusi e sfruttamenti.