L’ex presidente dell’Argentina, Cristina Kirchner, ha recentemente lanciato un attacco frontale contro il nuovo governo di Javier Milei, accusandolo di aver ceduto il controllo dell’economia argentina al governo statunitense di Donald Trump. Durante un comizio dal balcone del suo appartamento, dove sta scontando una condanna a sei anni di arresti domiciliari per corruzione, Kirchner ha criticato le scelte economiche dell’attuale governo e il sistema di giustizia argentino, che secondo lei è stato strumentalizzato per colpirla.

Kirchner ha affermato che il governo di Milei sta cercando di presentare come un gesto di sostegno alla moneta nazionale l'acquisto di pesos da parte del Tesoro statunitense. Ha dichiarato: "Quello che stanno comprando è tempo per permettere agli speculatori amici di Donald Trump di uscire indenni dal labirinto finanziario che loro stessi hanno costruito." Questa manovra, secondo Kirchner, favorirebbe un'elite economica a discapito del popolo argentino.

La crisi economica in Argentina

La situazione economica dell’Argentina è critica, caratterizzata da un’inflazione galoppante e da un debito pubblico insostenibile. Con l’arrivo al potere di Milei, noto per le sue posizioni libertarie, i cittadini hanno sperato in un cambiamento, ma hanno anche espresso timori. Kirchner ha cercato di capitalizzare questo malcontento, presentando il suo partito come l’unico baluardo contro la dipendenza economica dall’estero.

Durante il suo intervento, ha ribadito la sua innocenza, affermando di essere stata condannata ingiustamente. Ha affermato: "Rimangono in libertà i veri delinquenti che indebitano l'Argentina e permettono la fuga di miliardi di dollari." Questa narrazione mette in discussione la legittimità del sistema giudiziario argentino.

Le elezioni legislative e la lotta per la sovranità

Il clima politico in Argentina è teso, in vista delle elezioni legislative del 26 ottobre. Kirchner ha esortato i suoi sostenitori a considerare attentamente le opzioni disponibili, evidenziando una dicotomia tra "dipendenza e sovranità." Ha richiamato alla memoria un vecchio slogan della campagna elettorale del 1946, quando Juan Domingo Perón salì al potere, per sottolineare l’importanza della sovranità nazionale e risvegliare il sentimento patriottico tra gli elettori.

La strategia economica di Milei

Javier Milei, presentatosi come un outsider, ha catalizzato l’attenzione di molti argentini. Tuttavia, le critiche di Kirchner evidenziano una profonda divisione nel paese su questioni fondamentali come l’indipendenza economica e la giustizia sociale. Milei ha proposto un’agenda economica che prevede la riduzione della spesa pubblica e la liberalizzazione dei mercati, attirando sia approvazione che disprezzo.

I sostenitori di Milei lo vedono come un leader capace di rompere con il passato, mentre i critici temono che le sue politiche possano aggravare ulteriormente la crisi sociale ed economica. La questione della fuga di capitali è particolarmente rilevante, poiché molti investitori hanno scelto di spostare i propri capitali all’estero per proteggersi da una possibile svalutazione del peso.

In conclusione, le accuse di Kirchner a Milei rappresentano non solo un attacco personale, ma anche una strategia politica ben calcolata per mobilitare il suo elettorato e presentarsi come l’unica alternativa credibile in un momento di grande incertezza. Con l’approssimarsi delle elezioni, gli occhi saranno puntati sulle scelte degli argentini e sul futuro politico ed economico del paese. La battaglia tra le diverse visioni economiche e politiche è solo all’inizio e si preannuncia intensa e ricca di colpi di scena.

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