Il Caracalla Festival ha chiuso i battenti con un evento straordinario, incantando il pubblico con la rappresentazione dei "Carmina Burana" di Carl Orff. Questa edizione, ambientata nelle magnifiche Terme di Caracalla e nella Basilica di Massenzio, ha offerto un'estate ricca di appuntamenti e emozioni, come sottolineato dal regista Damiano Michieletto. La dedica del concerto finale a chi sta soffrendo a causa della guerra ha risuonato con forza, accompagnata dalla frase "Pax optima rerum", trasmettendo un messaggio di pace in un momento storico così difficile.

Un successo senza precedenti

La direzione artistica di Michieletto ha portato una ventata di freschezza all'Opera di Roma, con l'obiettivo di attrarre un pubblico variegato e accrescere la cultura musicale e teatrale nella capitale. Con 122.000 spettatori e un tasso di riempimento medio dell'85% tra le Terme e la Basilica di Massenzio, il festival ha superato ogni aspettativa. Tra gli eventi di punta, possiamo citare:

  1. Quattro repliche di "Don Giovanni" di Mozart a Massenzio, tutte sold out.
  2. L'ultima recita di "West Side Story" di Bernstein, anch'essa esaurita.
  3. La data unica dei "Carmina Burana" alle Terme.

Uno dei momenti clou è stata la prima di "La Traviata", che ha registrato un record di incassi per uno spettacolo d'opera, con oltre 271.000 euro guadagnati. Anche il "Trittico" di danza ha brillato, attirando 4.037 spettatori e generando 205.705 euro.

L'importanza della responsabilità sociale

Michieletto ha espresso il suo entusiasmo, affermando che questa esperienza ha confermato la consapevolezza che lavorando insieme si possono creare grandi cose. La sua visione include un forte senso di responsabilità nei confronti di tutti i membri del team, sottolineando l'importanza dell'impegno di ciascuno per il successo collettivo. In vista del futuro, ha rivelato che le trattative per la prossima edizione sono in fase iniziale, con la speranza di un festival nel 2024 al Circo Massimo, un'altra iconica location romana.

Francesco Giambrone, sovrintendente dell'Opera di Roma, ha elogiato il lavoro di Michieletto, evidenziando l'innovazione del cartellone di quest'anno e l'enorme sforzo produttivo che ha visto la realizzazione di cinque nuove produzioni in un mese e mezzo. Il festival ha rappresentato una scommessa vinta, caratterizzata da un investimento sulla qualità delle scelte artistiche e sulla professionalità del progetto.

Un messaggio di pace e solidarietà

La scelta di richiamare l'attenzione del pubblico sulle tragedie provocate dalle guerre è stata una decisione consapevole e coraggiosa. Giambrone ha dichiarato che il teatro non può rimanere in silenzio di fronte all'orrore del mondo. Michieletto ha sottolineato la necessità di non ignorare il dolore altrui, invitando a riconoscere i diritti umani inviolabili, specialmente in tempi di conflitto.

In un'epoca in cui la cultura può fungere da veicolo di cambiamento, il Caracalla Festival si è dimostrato un inno alla vita, alla bellezza e alla necessità di una pace duratura. Concludendo, Michieletto ha richiamato l'attenzione sulla solidarietà e sull'umanità, sottolineando che sta a noi pretendere il rispetto dei diritti di ogni individuo.

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