
Negli ultimi anni, il panorama cinematografico italiano ha subito un'evoluzione significativa. Secondo l'ultima edizione dello studio "Sala e Salotto" di Anica, curato da Michele Casula di Ergo Research e presentato al Mercato Internazionale dell'Audiovisivo (MIA), emergono dati interessanti che descrivono il cambiamento nel comportamento del pubblico. Se da un lato gli spettatori cinematografici sono in aumento, dall'altro il numero medio di ingressi per spettatore è in calo. Questa dicotomia rappresenta una sfida per l'industria e una riflessione profonda sulle dinamiche attuali della fruizione cinematografica.
Aumento degli ingressi nelle sale
Nel primo semestre del 2025, si sono registrati oltre 18 milioni di ingressi nelle sale, un dato che evidenzia un rinnovato interesse verso il grande schermo. Tuttavia, la media degli ingressi per spettatore è scesa sotto i due biglietti per persona. Questo fenomeno è sintomatico di una "diluizione" della frequenza cinematografica, dove i frequentatori abituali stanno diminuendo, mentre gli spettatori occasionali sono aumentati di 2,2 milioni. L’analisi ha rilevato anche un incremento significativo degli spettatori unici:
- Oltre 2 milioni di italiani sono tornati in sala almeno una volta rispetto al 2023.
- Il dato complessivo degli ingressi è sceso di quasi 2 milioni di biglietti.
Il trend di frequenza media si attesta così a 2,8 ingressi per spettatore all'anno. È interessante notare che il 42% della popolazione italiana over 3 anni frequenta il cinema almeno una volta all'anno, suggerendo che, sebbene la platea sia più ampia, la sua assiduità è diminuita.
Cambiamenti demografici nel pubblico
Questi cambiamenti portano a riflessioni sul profilo demografico del pubblico. In particolare, si osserva una crescita nei segmenti di età più giovane: i bambini tra i 3 e i 14 anni e i giovani di età compresa tra 15 e 24 anni hanno registrato un incremento dell’11% negli ingressi. Gli under 25, pur rappresentando solo il 20% della popolazione, generano il 43% degli ingressi totali, evidenziando il loro ruolo cruciale per la sostenibilità del mercato cinematografico.
Al contrario, il contributo degli spettatori over 50 è diminuito. Questa fascia di età, che costituisce il 50% della popolazione, conta solo per il 22% degli ingressi. Questo dato è particolarmente significativo considerando che il 40% di questi, i cosiddetti "moviegoer", sono frequentatori abituali delle sale.
Opportunità e sfide per l'industria
Alessandro Usai, presidente dell'Anica, ha commentato queste tendenze con ottimismo, sottolineando che il pubblico italiano sta riappropriandosi del cinema e che i giovani, contrariamente a quanto si possa pensare, non sono solo assorbiti da internet ma continuano a frequentare le sale. Questo ritorno del pubblico giovane è visto come un segnale positivo per l'industria, che deve ora impegnarsi a soddisfare le loro esigenze e aspettative.
Le dinamiche attuali pongono l'accento sulla necessità di un rinnovato impegno nella produzione cinematografica italiana, con l'obiettivo di attrarre un pubblico più giovane e diversificato. È fondamentale investire non solo nella qualità delle opere, ma anche nella valorizzazione di nuovi talenti e nella creazione di un'offerta cinematografica inclusiva. In questo contesto, strumenti come le formule di abbonamento e le iniziative dedicate alle famiglie e ai ragazzi possono rivelarsi decisivi nel promuovere una maggiore affluenza nelle sale.
In sintesi, il quadro attuale del cinema in Italia evidenzia un pubblico che, sebbene sia più ampio, è meno assiduo. Le sfide sono molteplici, ma le opportunità di crescita e rinnovamento sono altrettanto significative. Essere in grado di attrarre i giovani, con storie ben raccontate e un'offerta variegata e di qualità, potrebbe essere la chiave per un futuro prospero per il grande schermo italiano.