
L’Archivio diaristico nazionale ha recentemente annunciato gli otto finalisti per il 41° Premio Pieve Saverio Tutino, intitolato "1945-2025 Il ritorno della memoria". Questo prestigioso evento si svolgerà dal 18 al 21 settembre a Pieve Santo Stefano, un comune della provincia di Arezzo, noto per la sua tradizione di valorizzazione della memoria storica attraverso la scrittura. La manifestazione culminerà con la proclamazione del vincitore, che avverrà durante una serata condotta da Guido Barbieri e Monica D’Onofrio.
Il Premio Pieve Saverio Tutino è una manifestazione unica nel suo genere, che celebra il potere della scrittura diaristica come strumento di testimonianza e riflessione. Il tema di quest’anno, "Il ritorno della memoria", si inserisce in un contesto storico particolarmente significativo, poiché il 2025 segnerà il settantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. Gli otto finalisti rappresentano una varietà di storie, emozioni e contesti storici, spaziando dall’epoca della Prima guerra mondiale fino ai giorni nostri.
Storie di resilienza e amore
Tra i finalisti, spicca la figura di Ricciardo Vaghetti, un giovane soldato di vent'anni originario di Cascina, in provincia di Pisa. Vaghetti è stato in prima linea durante le operazioni militari a Caporetto, un luogo simbolo della sconfitta italiana nel 1917. La sua testimonianza è un mix di esperienza di guerra e resilienza, poiché, catturato dai nemici, riesce a sopravvivere grazie alla sua determinazione e intelligenza. La sua storia non è solo un racconto di sofferenza, ma anche un esempio di come la speranza possa resistere anche nei momenti più bui.
Un’altra storia toccante è quella di Vittorio Binotto e Bernardina Casarin, una giovane coppia del Padovano. Le loro lettere raccontano l'amore e la distanza che li separa durante la guerra. Vittorio, arruolato nella Divisione Julia, viene dichiarato disperso nel 1943. Solo nel 1995, dopo decenni di incertezze, Bernardina scoprirà la verità sul destino del marito, morto in battaglia. I loro scambi epistolari non solo illuminano le sfide personali affrontate dai singoli, ma rappresentano anche la sofferenza collettiva di un’intera generazione.
Esperienze di guerra e migrazione
Un altro duo di finalisti è composto da Tito Zampa e Arnaldo Manni, entrambi coinvolti nella campagna del Dodecaneso durante la Seconda guerra mondiale. Tito, falegname, sbarca a Kos nel 1940, dove vive un amore che viene stravolto dall’8 settembre 1943, quando viene catturato dai tedeschi. La sua storia di fuga e riunione con la famiglia a Marzocca di Senigallia dopo sei anni di guerra è una testimonianza della resilienza umana. Arnaldo Manni, tenente del Genio, inizia il suo diario pochi giorni prima di arrivare a Rodi e affronta il dilemma morale di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, una scelta che lo segnerà profondamente fino alla sua liberazione nel 1946.
Francesca Ingoglia, invece, porta con sé una memoria che abbraccia un lungo arco temporale. La sua narrazione racconta l'odissea della sua famiglia, che si sposta tra Partanna, in Sicilia, e New York. Queste esperienze di migrazione e adattamento offrono uno spaccato della vita di tanti italiani nel dopoguerra, evidenziando le sfide legate all’identità e all’appartenenza.
Riflessioni sulla comunicazione e la medicina
La corrispondenza tra Eduardo Renato Caianiello, un rinomato scienziato, e sua moglie Carla Persico, letterata e insegnante, rappresenta un altro aspetto della complessità della vita durante il periodo immediatamente successivo alla guerra. La loro vivace disputa epistolare è un esempio di come la comunicazione scritta possa fungere da rifugio e spazio di confronto intellettuale, anche in tempi di grande tumulto.
Chiara Castellani, medico chirurgo specializzata in ginecologia e ostetricia, si distingue con il suo epistolario, che documenta il suo lavoro nell'aiuto ai bisognosi in Nicaragua, Ecuador e in diverse nazioni africane. Le sue lettere raccontano non solo la sua professionalità, ma anche l'impatto umano delle sue azioni, offrendo un'importante riflessione sul ruolo della medicina e della solidarietà internazionale.
Infine, l’autobiografia di Debora Pietrarelli racconta la crescita di una giovane donna che affronta difficoltà e sfide, guidata dalla provvidenza. La sua storia di resistenza e speranza rappresenta un messaggio di positività e forza, capace di ispirare chiunque si trovi ad affrontare momenti difficili.
Queste otto storie, ricche di emozione e umanità, non solo arricchiscono il panorama della memoria storica italiana, ma invitano anche a riflettere sull’importanza di non dimenticare il passato e di ascoltare le voci di coloro che hanno vissuto momenti indelebili della nostra storia.