Quasi tutti sanno che Bar Sport non è il libro preferito di Stefano Benni, che ha dichiarato questa frase in occasione del quarantennale della sua opera, pubblicata per la prima volta nel 1976. Con l'avvicinarsi del cinquantenario, l'editore Feltrinelli è atteso a trovare un modo speciale per celebrare questo testo, che ha segnato un'epoca nella letteratura italiana. Benni, riflettendo sul suo percorso letterario, ha ammesso di essersi allontanato dai meccanismi comici, semplici ed efficaci, che caratterizzavano il suo primo libro, scritto quando aveva solo 26 anni. Eppure, sperava che Bar Sport potesse spingere i lettori a scoprire altri suoi lavori, anche se questi ultimi sono "meno divertenti" e "più complicati". Con ironia, prometteva: "Se ne leggete qualcuno in più, parlerò sempre bene di Bar Sport".

La celebrazione di un classico

Questa raccolta di racconti è dedicata ai bar italiani, luoghi iconici delle interazioni sociali, e ha conquistato il cuore di più di una generazione, diventando un vero e proprio cult. La sua prima edizione, pubblicata da Mondadori, ha dato il via a una carriera letteraria che ha visto Benni legarsi indissolubilmente a Feltrinelli. Nel 2011, l'opera ha ispirato un film omonimo diretto da Massimo Martelli, con Claudio Bisio nel ruolo principale e un cast che includeva nomi illustri come Giuseppe Battiston, Angela Finocchiaro, Teo Teocoli e Antonio Catania. Oggi, Bisio ricorda quel periodo sui social, condividendo una foto con Benni sul set e scrivendo: "Sei stato un faro per tutti noi". Angela Finocchiaro, che ha collaborato con Benni anche a teatro, ha espresso il suo affetto sottolineando quanto sia stato bello lavorare e ridere insieme a lui.

L'ironia della vita quotidiana

Uno degli aspetti più affascinanti di Bar Sport è la sua capacità di catturare l'ironia e la comicità della vita quotidiana, elementi che Benni utilizzava per riflettere su una società in cambiamento. La famosa figura di Luisona, una pasta andata a male esposta in vetrina, rappresenta bene questo spirito: un simbolo di disillusione che, quasi come un veleno, poteva avvelenare l'atmosfera di un'epoca già difficile. Attraverso questa narrazione, Benni offriva ai suoi lettori un antidoto comico a un tempo amaro, riflettendo sulla sua Bologna e sull'Italia degli anni '70.

A cinquant'anni dalla sua pubblicazione, Bar Sport mantiene una sorprendente attualità. La tragicommedia di un'Italia cinica e disincantata, che si riuniva nei bar per discutere di calcio e vita, ha trovato nuove forme di espressione. Se un tempo le conversazioni avvenivano intorno a un tavolo con un bicchiere in mano, oggi queste si spostano nei chiusi appartamenti, sui divani, con la cattiveria che spesso si sfoga online. Nonostante il cambiamento dei luoghi di incontro, il disincanto e l'ironia rimangono intatti, e Bar Sport offre uno specchio in cui molti possono riconoscersi.

Un'opera senza tempo

La freschezza della giovane età di Benni è palpabile nelle pagine di Bar Sport. Con uno stile che mescola cultura e humor, il libro presenta una galleria di personaggi vividi e indimenticabili:

  1. Il tecnico
  2. Il professore
  3. Il Bovinelli, tuttofare del bar
  4. Il "temuto" bimbo del gelato
  5. Il nonno che guarda la tv spenta e ride

Questi personaggi, disegnati con tratti grossolani e un tocco di nevrosi, contribuiscono a creare una narrazione sincopata che lascia il lettore interdetto e spiazzato.

L’importanza di Bar Sport non si limita solo al suo valore letterario, ma si estende anche alla sua influenza culturale. Questo libro ha ispirato generazioni di lettori e scrittori, diventando un punto di riferimento non solo per la comicità, ma anche per la riflessione sociale. Gli spazi dei bar, che Benni ha immortalato, sono diventati simboli di una cultura che cerca di trovare il suo posto in un mondo in continua evoluzione.

Nonostante la distanza che Benni ha preso dalla comicità di Bar Sport, il suo desiderio di connettere i lettori con il suo mondo rimane vivo. La sua scrittura, più complessa e meno immediata, continua a riflettere la sua crescita artistica, ma Bar Sport resta ancorato nel cuore di chi lo ha amato. La sua capacità di far ridere e riflettere allo stesso tempo è un dono che Benni ha condiviso con il suo pubblico, e che, cinquant'anni dopo, continua a risuonare. Con il passare del tempo, il libro non ha solo mantenuto il suo fascino, ma ha anche arricchito il panorama culturale italiano, confermandosi come un'opera senza tempo, capace di attraversare generazioni e contesti.

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