Negli ultimi giorni, le pressioni da parte degli Stati Uniti nei confronti del Giappone si sono intensificate, con l'intenzione di estenderle anche agli altri Paesi del G7. L'obiettivo è quello di imporre dazi più elevati sulla Cina e sull'India, motivato dalle preoccupazioni riguardo agli acquisti di petrolio che questi due Paesi continuano a effettuare dalla Russia, nonostante le sanzioni internazionali in risposta all'invasione dell'Ucraina.

Un funzionario del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha evidenziato che questa misura fa parte di una strategia più ampia dell'amministrazione Biden, mirata a porre fine al conflitto in Ucraina nel minor tempo possibile. Gli Stati Uniti hanno intensificato gli sforzi per isolare economicamente la Russia, e gli acquisti di petrolio da parte di Cina e India sono percepiti come un ostacolo significativo a tali obiettivi. Secondo il funzionario, "gli acquisti di petrolio russo da parte di Cina e India stanno finanziando la macchina da guerra del presidente russo Vladimir Putin e prolungando l'insensato massacro del popolo ucraino".

Riunione tra i ministri delle finanze

In questo contesto, è prevista una riunione online tra i ministri delle finanze delle principali democrazie, programmata per venerdì, per discutere la richiesta avanzata da Washington. Tuttavia, gli analisti avvertono che l'implementazione di dazi più elevati nei confronti di Cina e India da parte del Giappone potrebbe risultare difficile a causa dei legami economici profondi e storici che il Giappone intrattiene con entrambi i Paesi. Questi legami si sono ulteriormente intensificati negli ultimi anni.

Un esempio significativo di questi rapporti è rappresentato dalla visita del primo ministro indiano Narendra Modi a Tokyo avvenuta alla fine di agosto. Durante questo incontro con il suo omologo giapponese, Shigeru Ishiba, i due leader hanno concordato di intensificare la cooperazione in materia di economia e sicurezza. La sinergia tra Giappone e India è considerata fondamentale non solo per il rafforzamento dei legami bilaterali, ma anche per contrastare l'influenza crescente della Cina nella regione.

Ripercussioni globali della guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina ha avuto ripercussioni globali, non solo dal punto di vista politico e militare, ma anche economico. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno registrato un aumento significativo delle esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL) verso l'Europa, nel tentativo di compensare la riduzione delle forniture russe. Questa situazione ha portato a una crescente attenzione verso nuove opportunità di esportazione di gas, come dimostrato dall'ambizioso progetto di un gasdotto da 44 miliardi di dollari, che collegherebbe i giacimenti nel nord dell'Alaska a un porto nel sud. Questo progetto permetterebbe la liquefazione e l'esportazione del gas statunitense verso i mercati asiatici, ampliando così l'influenza economica degli Stati Uniti nella regione.

Inoltre, va notato che le relazioni economiche tra Giappone e Russia non sono del tutto interrotte, nonostante le sanzioni. Il Giappone ha investito in vari progetti di sviluppo energetico in Russia, in particolare sull'isola di Sakhalin, dove ha collaborato con i russi per l'estrazione di gas e petrolio. Tuttavia, la situazione geopolitica attuale costringe Tokyo a rivedere le proprie politiche energetiche e le alleanze strategiche.

Pressioni e reazioni di Tokyo

La pressione degli Stati Uniti su Tokyo è alimentata dalla preoccupazione che la continua dipendenza della Cina e dell'India dal petrolio russo possa rafforzare la posizione geopolitica di Mosca, rendendo più difficile la risoluzione della crisi ucraina. Gli Stati Uniti e i loro alleati del G7 stanno cercando di trovare un equilibrio tra il mantenimento di relazioni economiche con Paesi strategici come India e Cina e la necessità di esercitare pressioni su Mosca.

In questo scenario complesso, gli osservatori internazionali si chiedono quali saranno le reazioni di Tokyo di fronte a queste richieste. Molti esperti ritengono che il Giappone potrebbe optare per una posizione più cauta, cercando di mediare tra le pressioni statunitensi e i propri interessi economici. La questione dei dazi potrebbe diventare un argomento centrale nelle prossime discussioni tra i membri del G7, specialmente alla luce delle imminenti sfide economiche e politiche globali.

Nel frattempo, la situazione in Ucraina continua a evolversi, e gli effetti delle sanzioni internazionali e delle politiche economiche sui mercati globali restano da vedere. La risposta di Tokyo e degli altri membri del G7 ai richiami statunitensi sarà cruciale per il futuro delle relazioni internazionali in un contesto sempre più polarizzato.

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