È con grande tristezza che il mondo dello spettacolo italiano dice addio a Mauro Di Francesco, affettuosamente conosciuto come "Maurino". Questo attore e cabarettista eclettico ha lasciato un segno indelebile nel panorama della comicità e del cinema italiano, scomparendo all'età di 74 anni. La sua eredità di risate e ricordi continuerà a vivere nei cuori di molti.

Nato a Milano il 17 maggio 1951, Mauro cresce in un ambiente artistico che lo influenzerà profondamente. Figlio di una sarta teatrale e di un direttore di palcoscenico, ha avuto l'opportunità di entrare nel mondo dello spettacolo fin da giovanissimo. La sua carriera inizia quando ha solo cinque anni, esibendosi con il mago Zurlì, un programma per bambini che ha segnato un'intera generazione. Questo primo approccio al palcoscenico è solo l'inizio di un percorso che lo porterà a collaborare con alcuni dei più grandi nomi del teatro e del cinema italiano.

I primi passi nel mondo dello spettacolo

Mauro ricorda con orgoglio di essere stato "il più giovane allievo di Strehler", un maestro che ha avuto un impatto considerevole sulla sua formazione artistica. Nel 1968, all'età di 17 anni, ottiene il suo primo grande ruolo come Robby nello sceneggiato "La Freccia Nera", trasmesso dalla Rai. Questo lavoro segna un importante traguardo nella sua carriera, aprendo le porte a nuove opportunità.

Negli anni '70, Mauro si dedica al cabaret, formando un'affiatata coppia con Livia Cerini. Questo periodo lo porta a unirsi al Gruppo Repellente, un collettivo innovativo creato da Enzo Jannacci e Beppe Viola, dove condivide il palco con talenti come Diego Abatantuono, Massimo Boldi, Giorgio Faletti e molti altri. La comicità di Mauro si distingue per la sua capacità di mescolare ironia e sarcasmo, rendendolo un personaggio amato dal pubblico.

La consacrazione negli anni '80

La vera consacrazione arriva negli anni '80, quando diventa noto come "Maurino" in diverse commedie di successo. La sua presenza accanto a Jerry Calà e Massimo Ciavarro lo rende un volto familiare per gli spettatori, soprattutto grazie ai film cult come:

  1. "Sapore di mare 2 - Un anno dopo"
  2. "Yesterday - Vacanze al mare"
  3. "Ferragosto OK"
  4. "I fichissimi"
  5. "Chewingum"
  6. "Abbronzatissimi" (due film)

Questi lavori non solo lo rendono un attore popolare, ma lo consacrano come uno dei volti più rappresentativi della commedia italiana dell'epoca.

Uno dei suoi ruoli più memorabili è in "Attila, flagello di Dio", dove recita accanto a Diego Abatantuono. Questo film, diretto da Castellano e Pipolo, diventa un classico della comicità italiana, contribuendo a rafforzare l’amicizia tra i due attori, che collaboreranno anche in teatro negli anni successivi.

Le sfide personali e l'eredità

Nonostante il suo successo, Mauro ha affrontato anche momenti difficili nella sua vita personale. Negli anni 2000, ha vissuto un periodo di assenza dalle scene a causa di un trapianto di fegato. In un'intervista al Giornale, ha condiviso le sue esperienze con l'alcol, rivelando di aver iniziato a bere a soli 10 anni e di aver smesso a 55. Con grande coraggio, ha lanciato un appello ai giovani, avvertendoli sui pericoli dell'alcol e descrivendo la sua esperienza come un "miracolo" dopo il trapianto.

Mauro ha anche avuto un figlio, Daniele, dalla relazione con la collega francese Pascale Reynaud, conosciuta durante le riprese di "Sapore d'amore". Nel 1997, ha sposato Antonella Palma di Fratianni, con la quale ha condiviso un legame profondo e duraturo. La famiglia è sempre stata al centro della sua vita, e Mauro spesso parlava del suo desiderio di proteggere e sostenere i suoi cari.

Nel 2010, ha pubblicato un libro intitolato "La logica del paradosso", in cui riflette sulle sue esperienze e sulla sua visione del mondo. Questo lavoro rappresenta un ulteriore aspetto della sua creatività, evidenziando la sua capacità di esprimere pensieri e sentimenti attraverso la scrittura.

L'ultimo film di Mauro è del 2019, intitolato "Odissea nell'ospizio", dove ha avuto l'opportunità di recitare ancora una volta accanto all'amico Jerry Calà. Anche se gli anni passano, il suo spirito e la sua passione per l'arte rimangono vivi, lasciando un'eredità che continuerà a ispirare le generazioni future. La sua scomparsa lascia un vuoto nel cuore di chi lo ha conosciuto e amato, ma i suoi personaggi e le sue risate continueranno a vivere nella memoria collettiva del pubblico italiano.

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