In un contesto di conflitto che perdura da oltre un anno, le esperienze di chi vive o viaggia in Ucraina sono sempre più toccanti e rivelatrici. Una di queste è quella di don Giacomo Panizza, un sacerdote 77enne di Pontoglio, in provincia di Brescia, che attualmente vive in Calabria e dirige la Comunità Progetto Sud. La sua testimonianza, condivisa durante una telefonata con TgR Calabria, offre uno spaccato di paura e resilienza in un momento critico.

attimi di terrore su un treno

Don Giacomo era a bordo di un treno in transito nella zona di Leopoli quando ha vissuto attimi di vero terrore. "Abbiamo cominciato a sentire come delle mitragliate e poi ci siamo resi conto invece che era la contraerea contro dei droni che stavano arrivando, e li hanno abbattuti", ha raccontato. Le sirene di allerta e il suono delle esplosioni hanno interrotto la tranquillità del viaggio, portando una drammatica consapevolezza della guerra che continua a imperversare nel paese.

Le testimonianze di chi si trova in prima linea, come don Giacomo, rivelano la fragilità della vita quotidiana in Ucraina. La paura è palpabile, non solo per i residenti, ma anche per i visitatori stranieri. "La missione è stata buona - ha detto don Giacomo - però dopo questa mattinata tremenda, abbiamo attraversato la paura". Questa dichiarazione sottolinea non solo il rischio reale di attacchi aerei, ma anche l'impatto psicologico che la guerra ha su chiunque si trovi in quelle zone.

la vicinanza della polonia

Il sacerdote ha anche evidenziato quanto sia cruciale la vicinanza della Polonia, che ha rappresentato un punto di riferimento per molte persone in fuga dalla guerra. "Eravamo molto vicini alla Polonia, ormai il punto è quello lì perché anche un treno era stato assaltato l'altra notte", ha aggiunto. Questo dettaglio ricorda che la guerra non è solo un problema ucraino, ma ha ripercussioni su tutta la regione, coinvolgendo i paesi vicini e creando una rete di solidarietà e protezione.

resilienza e speranza

La testimonianza di don Giacomo non è solo una cronaca di un evento, ma è anche un richiamo alla forza e alla determinazione degli ucraini. "Paura? Tanta, chi in un modo, chi nell'altro, chi prega per esempio", ha sottolineato. Le persone, sia nelle grandi città che nelle campagne, si trovano a fronteggiare una realtà in cui il pericolo è costante e l'incertezza è all'ordine del giorno. Tuttavia, nonostante la paura, molti di loro continuano a sentirsi legati alla loro terra: "Ma questi ormai dicono: abito qui, sto qui e voglio continuare a vivere".

Queste parole riflettono la resilienza di una popolazione che, nonostante le difficoltà, cerca di mantenere una vita normale. La guerra ha distrutto molte vite e ha causato enormi sofferenze, ma ha anche messo in luce la capacità umana di adattamento e di sopravvivenza. Don Giacomo, con la sua missione di aiuto attraverso la Comunità Progetto Sud, rappresenta un faro di speranza in un momento così buio.

La Comunità Progetto Sud, che lui dirige, è un'organizzazione dedicata alla cooperazione internazionale e all'aiuto delle persone vulnerabili. La missione di don Giacomo in Ucraina rientra in un progetto più ampio di sostegno alle comunità colpite dalla guerra. Attraverso il suo lavoro, cerca di portare non solo aiuti materiali, ma anche un messaggio di pace e solidarietà.

L'attacco a cui ha assistito è solo uno dei tanti esempi delle sfide quotidiane che gli ucraini devono affrontare. La guerra ha portato alla luce non solo la brutalità del conflitto, ma anche la bellezza della solidarietà umana. Le persone si uniscono per aiutarsi a vicenda, creando reti di supporto che vanno oltre le differenze culturali e nazionali.

Questa esperienza di don Giacomo non deve essere vista come un evento isolato, ma come parte di una narrazione più ampia di resistenza e speranza. La sua storia è un richiamo a non dimenticare le sofferenze di chi vive in zone di guerra e a sostenere iniziative che promuovano la pace e la stabilità. La forza di chi, come lui, si dedica a portare aiuto in situazioni di crisi è un esempio per tutti noi, un'occasione per riflettere su come possiamo contribuire a un mondo migliore e più giusto.

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