Nelle prime ore del mattino, le forze di difesa israeliane (IDF) hanno lanciato un attacco aereo e terrestre sulla città di Deir al-Balah, situata nel centro della Striscia di Gaza. Questo intervento militare è avvenuto poco dopo che l'IDF aveva emesso un avviso di evacuazione per i residenti di sei isolati nella parte sud-occidentale della città, un'area particolarmente popolata da sfollati provenienti da Rafah e Khan Younis, città del sud di Gaza che hanno subito gravi bombardamenti.

Secondo le informazioni riportate dalla BBC, i carri armati e i veicoli militari israeliani hanno iniziato a entrare in città dal checkpoint di Kisufim, supportati da incessanti bombardamenti di artiglieria pesante e attacchi aerei. Testimoni locali hanno descritto scene di caos, con esplosioni e suoni di spari che riecheggiavano mentre le forze israeliane avanzavano. Le aree di Abu al-'Ajin e Hikr al-Jami' sono state particolarmente colpite, con decine di proiettili che hanno devastato case e moschee.

La situazione umanitaria in deterioramento

L'agenzia di stampa Guardian ha riferito che almeno tre palestinesi sono stati uccisi e diversi altri feriti a causa del fuoco dei carri armati. Inoltre, fonti mediche hanno confermato che in un attacco precedente, cinque membri della stessa famiglia sono stati uccisi nella zona di Al-Mawasi, mentre altre due vittime sono state registrate a Jabalia, nel nord della Striscia.

Il quadro umanitario nella Striscia di Gaza continua a deteriorarsi drammaticamente. Secondo rapporti della BBC e della CNN, almeno 19 palestinesi, tra cui una bambina di quattro anni, sono morti di fame nelle ultime 24 ore. Questi dati sono stati confermati dal portavoce dell'ospedale dei Martiri di al-Aqsa a Deir al-Balah. Dall'inizio del conflitto, avviato a ottobre 2023, sono stati registrati almeno 76 bambini deceduti a causa di malnutrizione.

L'escalation del conflitto

In un contesto di crescente tensione, Al Jazeera ha riportato che almeno 27 palestinesi sono stati uccisi dall'alba di oggi a causa degli attacchi israeliani, inclusi quattro individui che stavano attendendo aiuti umanitari. Questa escalation ha sollevato preoccupazioni tra le organizzazioni umanitarie, che faticano a fornire assistenza adeguata in mezzo ai bombardamenti incessanti.

Il capo di stato maggiore israeliano, Eyal Zamir, ha presentato un piano per intensificare le operazioni contro Hamas, come riportato da Channel 12. Questa proposta, che prevede il "controllo di Gaza", viene vista come un'alternativa alla controversa idea di una "città umanitaria" a Rafah, sostenuta dal primo ministro Benjamin Netanyahu. Secondo fonti, il piano di Zamir prevede che l'Esercito prenda e mantenga un territorio molto più ampio di quello attualmente controllato. Tuttavia, si riporta che Netanyahu ha bloccato la presentazione di questa proposta al Gabinetto di sicurezza.

La testimonianza della popolazione

La situazione nella Striscia di Gaza è ulteriormente complicata dalle parole di Padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa della Sacra Famiglia di Gaza. Intervistato dal Sir, ha descritto come la popolazione sia stremata e priva di beni essenziali: "La stragrande maggioranza della popolazione non ha nulla: né cibo, né acqua. La temperatura percepita è di 42 gradi. La gente è disperata e i bombardamenti continuano". Nonostante gli sforzi della Chiesa per portare aiuti, la situazione rimane critica e la popolazione soffre terribilmente.

In un contesto geopolitico più ampio, l'IDF ha annunciato di aver colpito obiettivi militari Houthi nel porto di Hudaydah, in Yemen. Questo attacco, come comunicato dall'IDF su Telegram, ha mirato a smantellare infrastrutture militari utilizzate contro Israele. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha avvertito che "il destino dello Yemen sarà lo stesso di Teheran", sottolineando la determinazione di Israele a colpire qualsiasi obiettivo percepito come una minaccia.

Il conflitto attuale ha portato a una crisi umanitaria senza precedenti nella Striscia di Gaza, con milioni di persone che affrontano una grave carenza di cibo, acqua e assistenza medica. Le organizzazioni internazionali e i governi di tutto il mondo stanno monitorando la situazione con crescente preoccupazione, mentre le famiglie palestinesi continuano a vivere in condizioni di grande incertezza e paura.

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