San Francesco d’Assisi è una figura che continua a incantare e ispirare. Con l’approssimarsi del 4 ottobre, giorno della sua festa, Roma si prepara a celebrare questo santo in modo unico e coinvolgente. Al Teatro Brancaccio, dal 2 al 4 ottobre, andrà in scena "Fra’", un monologo teatrale interpretato da Giovanni Scifoni. Questo spettacolo si propone di esplorare non solo la vita di San Francesco, ma anche il suo genio creativo e la sua straordinaria figura di artista.

Scifoni si pone una sfida ambiziosa: "Come si fa a parlare di San Francesco d’Assisi senza essere mostruosamente banali?". La risposta, come afferma l’attore, è che Francesco era "un artista. Forse il più grande della storia". Francesco d’Assisi, vissuto tra il 1181 e il 1226, non è solo il santo patrono degli animali e dell'ambiente, ma anche un innovatore nel modo di comunicare la spiritualità. Le sue prediche erano "capolavori folli e visionari", che si avvicinano al concetto di performance contemporanea.

l’arte della predicazione

Il monologo di Scifoni è arricchito da laudi medievali e strumenti antichi suonati da Luciano di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli, creando un’atmosfera che trasporta il pubblico nel Medioevo. Questo spettacolo si interroga sul potere persuasivo della figura di Francesco, la sua capacità di affascinare e coinvolgere, e il modo in cui questo continua a influenzare le nostre vite.

La vita di Francesco è caratterizzata da un’ossessione: raccontare il mistero di Dio in ogni forma possibile. Scifoni porta in scena momenti significativi, tra cui:

  1. La predica ai porci, un episodio in cui San Francesco parla agli animali.
  2. La composizione del "Cantico delle creature", considerato il primo componimento lirico in volgare italiano della storia.

In questo inno alla bellezza della creazione, Francesco canta la lode di "frate Sole" dal buio della sua cella, un’immagine potente di come la sofferenza possa generare bellezza.

il messaggio di pace e amore

"Nessuno nella storia ha raccontato Dio con tanta geniale creatività", afferma Scifoni. Francesco era in grado di incantare il suo pubblico, di far ridere e piangere, di cantare e ballare. La sua vita è un esempio di come l’arte possa essere un mezzo per esprimere e comunicare la spiritualità in modo profondo e autentico. L’attore, con una punta di ironia, aggiunge che il vero problema con cui ha dovuto confrontarsi nella preparazione dello spettacolo è che Francesco era un attore "molto più bravo" di lui.

Il percorso di San Francesco è intriso di eventi significativi. Dopo un periodo di vita agiata, Francesco decide di abbandonare tutto per dedicarsi alla povertà e al servizio degli altri. Questa scelta radicale lo porta a fondare l’Ordine dei Frati Minori, una comunità che vive in povertà e in comunione con la natura. La sua vita è un continuo cammino verso la ricerca di Dio, un’esperienza che si traduce in un messaggio di pace e amore, ancora attuale nel mondo contemporaneo.

l'eredità di san francesco

La figura di Francesco è stata reinterpretata nel corso dei secoli, ispirando artisti, scrittori e movimenti ecologisti e sociali. La sua attitudine verso la natura e gli animali, il suo invito alla fratellanza universale, rappresentano ideali oggi più che mai necessari. La sua immagine popolare, lontana da una visione esclusivamente religiosa, fa di lui un simbolo di speranza e cambiamento.

L’interpretazione di Giovanni Scifoni non è solo un omaggio alla figura di San Francesco, ma una riflessione profonda su come la sua vita e il suo messaggio possano ancora ispirarci. La rappresentazione al Teatro Brancaccio si preannuncia come un’occasione per riscoprire la genialità di un santo che, con il suo stile unico e la sua creatività, ha trasformato la predicazione in una forma d’arte.

In un’epoca in cui le narrazioni hanno un potere immenso, "Fra’" si propone di riscoprire la voce di Francesco, restituendogli la dimensione artistica e teatrale che merita. La celebrazione di San Francesco, quindi, non è solo un evento religioso, ma una vera e propria festa della creatività, capace di parlare a tutti, credenti e non, in un linguaggio universale di amore e bellezza.

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