L'argomento dell'uso dei cellulari in classe è diventato sempre più centrale nel dibattito educativo contemporaneo. Romana Petri, scrittrice e insegnante, si è espressa con chiarezza riguardo alla gestione di questa tecnologia nelle scuole. Secondo Petri, l'approccio non dovrebbe essere quello di un divieto assoluto, ma piuttosto una regolamentazione che consenta di sfruttare i vantaggi dei dispositivi mobili senza compromettere l'attenzione degli studenti. La sua proposta di far consegnare i cellulari all'inizio delle lezioni e riprenderli alla fine rappresenta un tentativo di trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e apprendimento efficace.

la questione delle distrazioni

Petri è consapevole delle distrazioni che i cellulari possono causare durante le ore di lezione. Gli studenti, infatti, tendono a utilizzare i loro dispositivi per controllare i social media, compromettendo la loro attenzione e coinvolgimento. "Mi ricordo molto bene questi ragazzi con il cellulare sotto il banco a tirarlo fuori e guardarlo", afferma, sottolineando l'importanza di mantenere un ambiente di apprendimento privo di distrazioni. La sua esperienza come insegnante le ha permesso di osservare come l'uso indiscriminato dei telefonini possa influenzare negativamente l'attenzione degli studenti.

l'importanza della reperibilità

Romana Petri, che ha insegnato fino al 2021, si oppone a un divieto totale che imponga agli studenti di arrivare a scuola senza cellulare. "Non si può tornare agli anni '80, non ci sono più le cabine telefoniche", osserva. La reperibilità dei ragazzi è fondamentale, specialmente per i genitori, che vogliono essere certi di poter contattare i propri figli anche dopo l'orario scolastico. Questo aspetto evidenzia la necessità di una gestione consapevole dell'uso dei cellulari, che tenga conto delle esigenze di comunicazione delle famiglie.

la violenza sui social media

Un altro tema sollevato da Petri è l'uso dei social media come strumento di violenza, in particolare nei confronti delle donne. "C'è un bullismo di riporto che consiste anche nell'andare a scrivere sotto una foto dei commenti brutali", afferma, citando le esperienze di molte attrici. Questo fenomeno rende urgente l'educazione dei giovani a un uso responsabile e consapevole dei social media. Petri mette in evidenza come la tecnologia possa diventare una fonte di distrazione e, a lungo termine, influenzare negativamente l'intelligenza collettiva.

In conclusione, l'opinione di Romana Petri sull'uso dei cellulari in classe offre una prospettiva interessante e provocatoria. Sostiene una gestione equilibrata e ragionata dell’uso della tecnologia, piuttosto che un divieto totale. La sua esperienza diretta come insegnante e la sua sensibilità come scrittrice la rendono una voce autorevole nel dibattito attuale sull'educazione e l'uso della tecnologia nelle scuole. La sfida rimane quella di integrare i dispositivi mobili in modo che possano diventare alleati nell'apprendimento, piuttosto che ostacoli.

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