
La questione dei roghi di libri è un tema di grande rilevanza che attraversa la storia, spesso dimenticata nei dibattiti contemporanei. Fabio Stassi, con il suo libro "Bebelplatz", ci invita a riflettere su questo argomento, offrendo un viaggio che si snoda tra passato e presente, intrecciando esperienze personali e resoconti storici. Quest'opera non si limita a raccontare eventi storici significativi, ma esplora anche il profondo significato che i libri e la letteratura rivestono nella società.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un aumento delle notizie riguardanti libri messi all'indice, sequestrati e distrutti, non solo in paesi notoriamente repressivi come Russia e Iran, ma anche in contesti più liberali, come gli Stati Uniti. Situazioni di censura si sono verificate anche a livello locale, in particolare nel Nord-est italiano, dove alcune amministrazioni hanno deciso di ritirare titoli dalle scuole e limitare l'accesso a testi considerati controversi. Questo dimostra che la paura della parola scritta e delle idee che essa veicola è un fenomeno persistente e universale.
Un viaggio simbolico tra memoria e identità
L'opera di Stassi prende avvio in un luogo simbolico: il Centro di Documentazione sul Nazionalsocialismo a Monaco. Qui, la memoria di eventi come il rogo di libri del 10 maggio 1933, avvenuto in Konigsplatz, riemerge con tutta la sua potenza. La folla radunata attorno ai falò, in un'atmosfera quasi festosa, contrasta con l'orrore di ciò che stava accadendo. Le parole di Hitler, pronunciate a Berlino mentre i libri venivano ridotti in cenere, risuonano ancora: "Il tedesco del futuro non sarà più un uomo fatto di libri, ma un uomo fatto di carattere". Queste affermazioni ci portano a riflettere su come la cultura e la letteratura siano state storicamente viste come minacce al potere.
Il viaggio di Stassi è anche personale, intrecciando la sua vita e le sue letture con le storie di autori italiani vittime dei roghi nazisti. Le opere di Pietro Aretino, Emilio Salgari, Antonio Borgese, Ignazio Silone e Maria Volpi (sotto lo pseudonimo di Mura) rappresentano una ricca tradizione letteraria, caratterizzata da temi di libertà, ribellione e identità. Attraverso la rilettura di queste opere, Stassi non solo rende omaggio ai loro autori, ma sottolinea l'importanza di preservare e valorizzare la letteratura come un bene inestimabile.
La letteratura come specchio della società
Il libro di Stassi si propone di esplorare non solo il valore intrinseco della letteratura, ma anche il suo ruolo nella società contemporanea. Alberto Manguel, nella sua introduzione, suggerisce che le nostre azioni, sia in tempi di pace che di conflitto, riflettono il nostro modo di leggere o non leggere. Stassi, attraverso ricerche approfondite e sopralluoghi in luoghi significativi, cerca di comprendere le motivazioni dietro la distruzione di centinaia di migliaia di volumi. La sua indagine si spinge oltre la mera cronaca, interrogandosi sul significato della cultura e sulle dinamiche di potere che la influenzano.
Questo libro diventa così un inventario di ciò che dobbiamo salvaguardare dopo le devastazioni della Seconda guerra mondiale. La letteratura non è solo un passatempo; è un'opportunità per riflettere sulla nostra identità, sulla nostra storia e sul futuro che vogliamo costruire. In un'epoca in cui il dialogo sembra sempre più difficile, il libro diventa uno strumento fondamentale per la comprensione e l'empatia. Le opere letterarie possono fungere da ponti tra culture e generazioni, aiutandoci a navigare le complessità del mondo contemporaneo.
La resistenza della letteratura e il futuro della scrittura
Non è un caso che Stassi citi anche il pensiero di Antonio Tabucchi riguardo alla resistenza della letteratura, nonostante gli "stessi nemici di sempre". La letteratura continua a sopravvivere, affrontando sfide simili a quelle del passato, ma con strumenti e modalità che si sono evoluti. Anche Santiago Posteguillo, nel suo libro "Scrittori maledetti", affronta il tema delle censure contemporanee, lamentando come oggi si operi in modo più subdolo, utilizzando strumenti come l'intelligenza artificiale per limitare l'accesso alle idee.
Oggi più che mai, è fondamentale riconoscere e difendere il valore dei libri e della scrittura nella nostra vita quotidiana. La memoria dei roghi di libri deve servire da monito per le generazioni future, affinché la libertà di espressione e il diritto alla conoscenza non vengano mai più minacciati. La lotta per la cultura e la libertà di pensiero è un compito che spetta a ciascuno di noi; ogni libro salvato è una vittoria per la verità e la dignità umana.