
Il nuovo spettacolo di Fanny & Alexander, in collaborazione con Federica Fracassi, offre un'esperienza teatrale unica che esplora il profondo legame tra linguaggio e identità. Ispirato all'opera della scrittrice ungherese Agota Kristof, "L'analfabeta" si presenta come un viaggio emotivo e concettuale nella mente di una donna costretta a comunicare in una lingua estranea. Questa condizione rappresenta non solo una sfida comunicativa, ma anche una profonda perdita delle proprie radici culturali.
Agota Kristof, nota per la sua celebre "Trilogia della città di K.", ha vissuto un'esistenza segnata dall'esilio. Dopo aver lasciato l'Ungheria nel 1956 a causa dell'invasione sovietica, si è trasferita in Svizzera, dove ha dovuto affrontare la dura realtà di abbandonare la sua lingua madre. Questa esperienza di sradicamento è al centro dello spettacolo, che debutterà al Teatro Studio di Milano il 23 ottobre, prodotto dal Piccolo, E Production e dal Teatro Stabile di Bolzano.
il tema del linguaggio e dell'identità
Claudio Longhi, direttore del Piccolo, ha evidenziato l'importanza del tema del rapporto tra individuo e linguaggio. La perdita della lingua natia rappresenta un'esperienza dolorosa per Agota, che si sente espropriata di un elemento fondamentale della sua identità. Non solo è costretta a imparare un nuovo idioma, ma percepisce anche questo come un nemico che la priva delle sue origini. La lingua diventa così un simbolo di alienazione e di una lotta interiore, un tema che Fanny & Alexander ha saputo tradurre in un linguaggio teatrale incisivo e poetico.
la compagnia teatrale e la sua visione
Fanny & Alexander, fondata nel 1992 da Chiara Lagani e Luigi De Angelis, è conosciuta per il suo approccio innovativo e la sua capacità di trattare temi complessi. Lagani ha spiegato che il termine "analfabeta" si riferisce non solo alla mancanza di competenze linguistiche, ma anche a un'esperienza di esproprio di una parte fondamentale di sé. In questo senso, il personaggio di Agota diventa un simbolo universale di tutte quelle persone che, a causa di guerre, migrazioni forzate o altri eventi storici, affrontano la perdita della propria lingua e della propria identità.
la trama e la performance
La trama di "L'analfabeta" si svolge all'interno di una fabbrica di orologi, dove Agota lavora come operaia. Questo ambiente, con il suo incessante ticchettio delle macchine, diventa un sottofondo sonoro che accompagna i pensieri della scrittrice. Il lavoro in fabbrica, descritto da Agota come un'opportunità per riflettere, diventa una metafora del suo rapporto con il linguaggio. Ogni parola scritta è paragonata a una pepita o a un ingranaggio di un orologio, essenziale per il funzionamento dell'intero meccanismo narrativo.
Federica Fracassi, che interpreta Agota, percepisce il corpo della scrittrice come un "guscio di lumaca" che racchiude molteplici mondi. La sua performance restituisce voce e corpo ai personaggi dell'immaginario di Agota, creando un ritmo ipnotico che si intreccia con il ticchettio delle parole. Questo approccio rende la narrazione evocativa, permettendo al pubblico di immergersi nella lotta di Agota e nel suo desiderio di esprimersi nonostante le avversità.
Il progetto ha già suscitato l'interesse della critica, vincendo cinque Premi Ubu, tra cui Miglior Regia e Miglior Spettacolo. Questi riconoscimenti testimoniano la qualità artistica della produzione e la rilevanza dei temi trattati, che risuonano con le sfide attuali legate a migrazioni e questioni identitarie.
In un'epoca in cui il linguaggio può diventare sia uno strumento di connessione che di divisione, "L'analfabeta" di Fanny & Alexander e Federica Fracassi esplora queste dinamiche attraverso una lente personale e profonda. La storia di Agota Kristof diventa un potente richiamo a riflettere sulla nostra relazione con le parole e le identità che ci definiscono.