Nella suggestiva cornice del Lido di Venezia, il documentario "Piero Pelù. Rumore dentro" di Francesco Fei ha fatto il suo debutto fuori concorso, attirando l'attenzione non solo per la sua arte, ma anche per le parole incisive del noto rocker italiano. Pelù ha espresso il suo forte disappunto riguardo alla posizione del governo italiano sulla situazione in Palestina, sottolineando come le politiche attuali sembrino sempre più influenzate dalle lobby economiche piuttosto che dall'impegno per i diritti umani e la giustizia sociale.

la mancanza di una risposta chiara

Pelù ha messo in evidenza la mancanza di una risposta chiara e decisa da parte dell'Italia nei confronti dell'occupazione dei territori palestinesi. "Il governo spagnolo e quello belga hanno preso posizione in modo netto contro l'occupazione illegale perpetrata da Netanyahu", ha affermato, evidenziando il contrasto con le reazioni italiane, che appaiono timide e poco incisive. La frustrazione di Pelù è palpabile: "Non stiamo parlando di eventi recenti, ma di una situazione che dura dal 1945. È fondamentale contestare chi cerca di riscrivere la storia".

un richiamo alla memoria storica

Il rocker ha richiamato alla memoria le storie di oppressione e violenza, come quelle del fascismo e del nazismo, sottolineando che l'umanità ha già affrontato esperienze devastanti. "I miei nonni mi raccontavano di come sono degenerati i regimi totalitari. È importante non dimenticare queste lezioni storiche", ha dichiarato, esponendo una bandiera della Palestina durante il photocall con il regista. Questa azione simbolica ha avuto un impatto significativo, evidenziando l'urgenza di una maggiore consapevolezza e responsabilità sociale.

la questione umanitaria

Pelù ha poi spostato il focus sulla questione umanitaria, evidenziando le conseguenze devastanti del conflitto. "Ogni giorno ci sono decine di vittime, molti dei quali sono bambini che muoiono di fame. È inaccettabile che l'unica reazione da parte della nostra premier sia stata in risposta all'attacco a chiese cristiane", ha affermato. La sua critica, diretta e incisiva, mette in luce una forma di "discriminazione nella discriminazione", evidenziando la selettività nell’indignazione che ignora le sofferenze di un'intera popolazione.

il potere dell'attivismo

La situazione in Palestina è complessa e radicata in decenni di conflitti. Pelù avverte che la risposta internazionale, compresa quella italiana, non è stata all'altezza della gravità della situazione. "Le lobby economiche e le multinazionali, spesso legate all'industria delle armi, sembrano avere il controllo", ha aggiunto, suggerendo che prevalgono gli interessi economici piuttosto che i valori umani. Cita Patti Smith, affermando che "le persone hanno il potere", invitando tutti i cittadini a essere vigili e impegnati. "Dobbiamo essere estremamente attenti e attivi. Non possiamo permetterci di rimanere passivi di fronte a queste ingiustizie", ha esortato.

In un contesto di crescente indifferenza, la partecipazione attiva di Pelù nella difesa dei diritti umani e la sua critica al governo italiano rappresentano una voce che non può e non deve essere ignorata. Il documentario "Piero Pelù. Rumore dentro", in uscita evento dal 10 al 12 novembre con Nexo Studios, offre uno sguardo intimo sulla vita e la carriera del rocker, ma anche sulla sua visione del mondo. Pelù incarna un'era in cui l'artista si fa portavoce di una coscienza sociale, dimostrando che la musica può essere un potente strumento di cambiamento. La sua determinazione e il suo spirito attivista ci ricordano che è fondamentale rimanere vigili e lottare per ciò che è giusto.

Share this article
The link has been copied!