Nel novembre del 1974, Pier Paolo Pasolini, scrittore, poeta e cineasta di fama internazionale, pubblicò un articolo di straordinaria importanza sul Corriere della Sera, intitolato "Che cos'è questo golpe?". In questo scritto, Pasolini lanciava un coraggioso atto d'accusa contro i poteri occulti che operavano nell'ombra, sia dentro che fuori le istituzioni della Repubblica Italiana. Era un’epoca segnata da tensioni sociali, violenze politiche e una crescente paura che il paese potesse cadere in un autoritarismo mascherato da democrazia.
A distanza di un anno dalla pubblicazione di quell'articolo, Pasolini fu assassinato nella notte tra il 1° e il 2 novembre 1975 all'Idroscalo di Ostia. Un delitto che, inizialmente relegato alla cronaca nera, si inquadrava perfettamente nel contesto di violenze e sabotaggi che egli stesso aveva denunciato. Il suo omicidio, avvolto nel mistero, ha suscitato interrogativi e speculazioni che perdurano fino ad oggi.
il libro di speranzoni
Il libro di Andrea Speranzoni, "Che cos'è questo golpe - Pasolini nell'Italia delle stragi e del ricatto politico" (Castelvecchi, 250 pagine, 20 euro), si propone di ricostruire il contesto storico e politico in cui Pasolini si trovava a operare. Speranzoni, avvocato del foro di Bologna, parte dalle celebri parole "Io so" di Pasolini per tessere una narrazione complessa che esplora la fitta rete di depistaggi, ricatti e connivenze che hanno attraversato la storia repubblicana italiana, a partire dal tentato golpe Borghese del 1970 fino alle stragi che hanno insanguinato il paese negli anni '70 e '80.
Il libro affronta eventi cruciali, tra cui:
- Le stragi di Milano del 1969
- La strage di Brescia
- La strage di Bologna
- I legami tra eversione nera, logge massoniche e apparati dello Stato
Questi eventi, spesso intrecciati e complessi, hanno rappresentato il tentativo di destabilizzare l'ordine pubblico, una strategia che si è rivelata funzionale a un ordine politico che ha portato a significative trasformazioni socio-economiche. La P2, la loggia massonica al centro di numerosi scandali, emerge nel racconto di Speranzoni come un attore chiave in questo dramma.
analisi e riflessioni
Il libro di Speranzoni non si limita a ripercorrere i fatti storici, ma offre anche un'analisi delle sentenze pronunciate nel 2025 sui processi che hanno finalmente svelato i mandanti della strage del 2 agosto 1980, un evento che ha segnato in modo indelebile la memoria collettiva italiana. Attraverso l'analisi di atti processuali e fonti giudiziarie inedite, l'autore mette in luce i meccanismi di potere che hanno operato nell'ombra, alimentando una cultura del silenzio e della complicità.
Pasolini, con la sua intelligenza acuta e la sua penna affilata, sapeva di cosa parlava quando denunciava il clima di violenza e di corruzione che permeava la società italiana. Il suo "Io so" non è solo un'affermazione di conoscenza, ma un atto politico e morale che invita alla riflessione e all'azione. È un richiamo alla responsabilità collettiva, un invito a non girarsi dall'altra parte mentre il paese affronta le sue ombre.
La domanda “Che cos'è questo golpe?” torna a risuonare nel nostro presente come un monito. La verità, come evidenziato da Speranzoni, non è solo una conquista giudiziaria, ma una necessità civile. Senza di essa, la democrazia è destinata a vacillare. La narrazione di Speranzoni ci invita a riflettere su quanto sia fondamentale mantenere viva la memoria storica e a non dimenticare le lezioni del passato.
presentazione del libro
Il libro verrà presentato il 1° novembre alle 18 al Cinema Modernissimo di Bologna, un'occasione per rievocare non solo la figura di Pasolini, ma anche per discutere le problematiche attuali che affliggono l'Italia. La presentazione sarà un momento di confronto e di riflessione, un'opportunità per esplorare le connessioni tra il passato e il presente e per comprendere come le cicatrici della storia possano influenzare il nostro futuro.
In un periodo in cui il dibattito pubblico è spesso caratterizzato da polarizzazione e conflitti, la voce di Pasolini e le indagini di Speranzoni riemergono come un richiamo all'unità e alla ricerca della verità. La lotta contro i poteri occulti, le ingiustizie e le violenze non è solo una questione storica, ma un imperativo etico che coinvolge ogni cittadino. La memoria di Pasolini e le sue denunce devono continuare a vivere, per garantire che l'Italia non dimentichi il suo passato e si impegni a costruire un futuro più giusto e democratico.