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In un contesto di crescente tensione e conflitto, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha recentemente dichiarato che Israele non intende annettere la Striscia di Gaza, ma prevede di trasferire il controllo del territorio a un organismo di governo transitorio non specificato. Questa affermazione è stata rilasciata durante un'intervista con la rete indiana Cnn-News18, subito dopo un incontro con l'ambasciatore dell'India in Israele, J.P. Singh. Netanyahu ha ribadito gli obiettivi fondamentali di Israele: il disarmo di Hamas e il ritorno incondizionato degli ostaggi.
Operazione di occupazione totale
Durante una riunione del gabinetto politico di sicurezza tenutasi presso l'ufficio del primo ministro a Gerusalemme, Netanyahu ha chiesto l'approvazione per un'operazione di occupazione totale della Striscia. Questo piano prevede l'assegnazione di poteri decisionali al ministro della Difesa, Israel Katz, e al premier stesso, riguardo alle modalità di occupazione. Il premier ha sottolineato che l'obiettivo di Israele non è quello di governare Gaza, ma piuttosto quello di creare un perimetro di sicurezza e di restituire il territorio a forze arabe che possano gestirlo in modo adeguato.
Crisi umanitaria a Gaza
La situazione a Gaza continua a essere tragica, con le autorità palestinesi che segnalano un bilancio delle vittime salito a 61.158 palestinesi uccisi e 151.442 feriti, tra cui 1.655 bambini. Il numero di feriti tra coloro che cercano aiuti e cibo ha raggiunto i 11.800, mentre i morti per fame sono stati 193, inclusi 96 bambini. Questi dati evidenziano la gravità della crisi umanitaria che sta colpendo la popolazione civile di Gaza, sollevando preoccupazioni a livello internazionale.
Riflessioni internazionali
La portavoce della Commissione Europea ha commentato recentemente la situazione a Gaza, affermando che l'uccisione di civili è indifendibile. Ha anche sottolineato che la questione del genocidio spetta ai tribunali internazionali e non può essere lasciata alle interpretazioni politiche. Durante un aggiornamento con i ministri degli Esteri dell'Unione Europea, è emerso che, sebbene ci siano stati progressi parziali nell'attuazione degli aiuti, la situazione rimane estremamente critica. Il numero di camion di aiuti umanitari inviati a Gaza non è sufficiente, e l'Unione Europea non ha ancora ottenuto l'accesso diretto al territorio.
Il capo dell'IDF, Eyal Zamir, ha espresso la sua determinazione a mantenere una cultura del dissenso all'interno dell'esercito israeliano, affermando che continueranno a esprimere la propria posizione in modo obiettivo e professionale. Zamir ha avvertito che la conquista di Gaza potrebbe portare Israele a un "buco nero", un'espressione che riflette la preoccupazione per le conseguenze a lungo termine di un'occupazione militare prolungata.
Il futuro di Gaza
Il piano di Netanyahu prevede un'operazione militare che durerà tra i 4 e i 5 mesi, con l'obiettivo di conquistare Gaza City. Circa un milione di persone, metà della popolazione della Striscia, sarà evacuata, e si prevede che verranno costruite infrastrutture temporanee per accogliere gli sfollati. Questa operazione logistica di grande portata richiederà settimane e l'ingresso di ingenti quantità di aiuti umanitari.
Le tensioni politiche e militari nella regione rimangono elevate, e la comunità internazionale continua a monitorare la situazione con crescente apprensione. Le dichiarazioni di Netanyahu e le azioni sul campo delle forze israeliane sono seguite con attenzione, poiché potrebbero avere un impatto significativo sulla stabilità dell'intera area.
In un contesto di grande incertezza, l'evoluzione della situazione a Gaza e le decisioni politiche di Israele sono destinate a influenzare non solo le dinamiche interne, ma anche le relazioni con i vicini e il panorama geopolitico più ampio. Mentre il governo israeliano si prepara per l'occupazione di Gaza, il futuro della regione e dei suoi abitanti rimane incerto, con molte domande senza risposta su come si evolverà la situazione nei prossimi mesi.