
A 80 anni dall'orribile attacco nucleare su Hiroshima, la città di Nagasaki ha commemorato la sua tragedia avvenuta il 9 agosto 1945, quando gli Stati Uniti sganciarono la seconda bomba atomica. Questo evento devastante ha portato alla morte di oltre 70.000 persone, per lo più civili, e ha segnato la fine della Seconda guerra mondiale con la resa incondizionata del Giappone, avvenuta solo sei giorni dopo.
La cerimonia commemorativa si è tenuta nel Parco della Pace di Nagasaki, un luogo simbolico dedicato alla memoria delle vittime. Alle 11:02, ora locale (le 4:02 in Italia), è stato osservato un minuto di silenzio, un gesto di rispetto e riflessione che ha unito i presenti nel ricordo delle vite spezzate e delle sofferenze subite. Quest'anno, la partecipazione internazionale è stata significativa, con rappresentanti da 94 paesi e regioni, dimostrando come la comunità globale si unisca nel riconoscere e commemorare gli orrori della guerra e delle armi nucleari.
polemiche e relazioni internazionali
La commemorazione di quest'anno ha suscitato polemiche. Lo scorso anno, la municipalità di Nagasaki aveva deciso di non invitare Israele a causa del conflitto in corso nella Striscia di Gaza, una scelta che ha portato al boicottaggio della cerimonia da parte degli ambasciatori degli Stati Uniti e di altri membri del Gruppo dei Sette. Questo solleva interrogativi sulle relazioni internazionali e sul modo in cui le commemorazioni di eventi storici possono riflettere le tensioni geopolitiche attuali.
Durante la cerimonia, il sindaco di Nagasaki, Shiro Suzuki, ha pronunciato una dichiarazione di pace, invitando i leader mondiali a sviluppare un piano d’azione concreto per l’abolizione delle armi nucleari. Ha sottolineato il ruolo della società civile nella promozione della pace, citando l’organizzazione giapponese di sopravvissuti alla bomba atomica, Nihon Hidankyo, che ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 2022. Questa organizzazione rappresenta la voce dei hibakusha, i sopravvissuti agli attacchi nucleari, e il suo operato è fondamentale per mantenere viva la memoria di quelle tragiche giornate.
l'impegno del giappone per il disarmo nucleare
Il premier giapponese, Shigeru Ishiba, ha ribadito l’impegno del Giappone a non possedere, produrre o consentire l'uso di armi nucleari. Tuttavia, ha omesso di menzionare il trattato delle Nazioni Unite sul divieto delle armi nucleari, entrato in vigore nel 2021. Questo punto è cruciale, poiché evidenzia una certa ambivalenza da parte del governo giapponese nei confronti degli impegni internazionali per il disarmo nucleare.
Izumi Nakamitsu, sottosegretario generale delle Nazioni Unite, ha espresso la necessità di rinnovare l'impegno verso gli strumenti di disarmo che si sono dimostrati efficaci nel promuovere la pace e la sicurezza. Le sue parole hanno richiamato l'importanza del dialogo, della diplomazia e della trasparenza nel processo di riduzione degli armamenti.
la memoria dei sopravvissuti e il futuro della pace
Le ultime stime governative indicano che il numero dei sopravvissuti ufficialmente riconosciuti degli attacchi nucleari, noti come hibakusha, è sceso a 99.130 a marzo di quest’anno, per la prima volta sotto la soglia dei 100.000. Questi individui, la cui età media è di poco superiore agli 86 anni, rappresentano una testimonianza vivente delle atrocità della guerra e delle conseguenze devastanti delle armi nucleari. La loro esperienza è fondamentale per educare le future generazioni sui pericoli della proliferazione nucleare e sull’importanza della pace.
Nagasaki, con il suo passato segnato dal dolore e dalla distruzione, continua a essere un simbolo di speranza per un futuro senza guerre. La città non solo ricorda le sue vittime, ma si impegna attivamente nella promozione della pace e della cooperazione internazionale. I messaggi di pace e di disarmo che emergono dalle commemorazioni sono più necessari che mai in un mondo dove le tensioni geopolitiche e le minacce nucleari continuano a persistere.
L'importanza di queste commemorazioni va oltre la mera riflessione storica; esse fungono da monito per l'umanità su ciò che è possibile quando il conflitto si intensifica e la diplomazia viene trascurata. La sfida per il Giappone e per il mondo intero è quella di garantire che gli orrori del passato non vengano dimenticati e che si lavori incessantemente per un futuro migliore, libero dall'ombra delle armi nucleari.