
Un recente rapporto del Centro comune di ricerca (Jrc) dell'Unione Europea ha messo in evidenza come le fasce più vulnerabili della popolazione, in particolare i minori e le donne, siano esposte a vari rischi derivanti dall'uso dell'intelligenza artificiale generativa (GenAI). Questa analisi, la prima di questo tipo, si propone di esaminare l'impatto tecnico e socio-economico di una tecnologia che sta rapidamente guadagnando terreno in tutto il mondo.
L'intelligenza artificiale generativa, che include applicazioni come chatbot e generatori di contenuti, ha il potenziale di apportare significativi benefici, soprattutto per i più giovani. I ricercatori hanno sottolineato che la GenAI può:
- Personalizzare l'esperienza di apprendimento dei bambini.
- Sostenere l'espressione creativa.
- Migliorare la comunicazione.
Questi strumenti possono rivelarsi particolarmente utili per i bambini con disabilità o per coloro che devono affrontare barriere linguistiche, permettendo loro di accedere a contenuti e risorse che potrebbero non essere disponibili altrimenti.
Tuttavia, il rapporto non ignora i rischi associati a questa tecnologia. I minori, la cui capacità cognitiva è ancora in fase di sviluppo, sono considerati particolarmente vulnerabili alla diffusione di informazioni false e manipolative. La GenAI, infatti, può generare contenuti che non solo sono imprecisi, ma che possono anche influenzare negativamente la percezione della realtà da parte dei bambini. Gli esperti avvertono che è fondamentale educare i giovani utenti a riconoscere la differenza tra informazioni veritiere e false, e a sviluppare un pensiero critico nei confronti dei contenuti generati dall'intelligenza artificiale.
Un'altra preoccupazione sollevata dal rapporto riguarda i pregiudizi insiti nei modelli di IA. Gli algoritmi di GenAI spesso riflettono le disuguaglianze storiche e sistemiche presenti nella società. Un esperimento condotto dal Jrc ha rivelato che i modelli di IA utilizzati nel processo decisionale finanziario mostrano un divario di genere del 4% a favore degli uomini. Questo dato è allineato con altre ricerche che evidenziano come le banche tendano a valutare il rischio in modo differente a seconda del genere del richiedente, favorendo i candidati maschi rispetto alle donne, anche quando queste ultime possiedono qualifiche equivalenti.
Le donne, quindi, si trovano ad affrontare una doppia sfida: non solo devono confrontarsi con i pregiudizi esistenti nella società, ma ora anche con quelli amplificati dall'uso dell'intelligenza artificiale. Questo può portare a disuguaglianze nelle assunzioni e a opportunità lavorative limitate, in un contesto in cui l'IA sta diventando sempre più centrale nel processo di selezione e assunzione.
Il contesto globale dell'intelligenza artificiale generativa
In un contesto globale, l'Unione Europea si colloca al terzo posto dopo Stati Uniti e Cina nel panorama dell'IA generativa. Secondo il rapporto, l'Europa contribuisce con il 7% delle attività globali di GenAI, che comprendono ricerca, nuovi brevetti, operazioni commerciali e investimenti nella tecnologia. Questo è un dato significativo, considerando che la Cina detiene il 60% del mercato e gli Stati Uniti il 12%. Nonostante l'Europa produca il 21% delle pubblicazioni di ricerca sulla GenAI, con oltre 3.000 articoli pubblicati nel 2023, i brevetti depositati nell'UE rappresentano solo il 2% del totale globale. Questo evidenzia una chiara esigenza di aumentare gli investimenti in soluzioni innovative di GenAI, affinché l'Europa possa competere efficacemente a livello internazionale.
In aggiunta a queste considerazioni, il rapporto mette in luce come le startup europee nel campo della GenAI stiano affrontando notevoli difficoltà nell'accesso al capitale di rischio. Questo divario di finanziamento rispetto agli Stati Uniti rappresenta un ostacolo significativo per lo sviluppo e la crescita di nuove idee e tecnologie in Europa. Le imprese emergenti che operano nel settore dell'intelligenza artificiale spesso faticano a trovare investitori disposti a scommettere su di loro, il che potrebbe limitare l'innovazione e la competitività dell'UE nel lungo termine.
La regolamentazione dell'IA generativa
La questione della regolamentazione dell'IA generativa è un'altra area di discussione cruciale. L'Unione Europea sta lavorando a un quadro normativo per garantire che l'uso dell'IA sia etico e responsabile, proteggendo i diritti dei singoli e riducendo i rischi associati. Tuttavia, le sfide sono molteplici e la strada da percorrere è ancora lunga. La necessità di un approccio equilibrato che favorisca l'innovazione e, allo stesso tempo, protegga i gruppi più vulnerabili è di fondamentale importanza.
In sintesi, il rapporto del Centro comune di ricerca dell'Unione Europea sottolinea l'importanza di affrontare i rischi e le opportunità legate all'intelligenza artificiale generativa, prestando particolare attenzione alle esigenze di minori e donne. Questi gruppi non solo possono trarre vantaggio dalle potenzialità della GenAI, ma necessitano anche di protezioni adeguate per affrontare le sfide che questa tecnologia comporta.