La celebrazione del settimo centenario dalla scomparsa di Marco Polo prosegue il suo viaggio, approdando a Istanbul dopo le tappe di Hangzhou e Venezia. A partire da oggi, la capitale turca ospita "È il vento che fa il cielo", un progetto speciale curato da Luigia Lonardelli e promosso dall'Archivio Storico della Biennale di Venezia. Questo evento si svolge in un contesto affascinante, all'interno del cortile di un edificio ottomano del XIX secolo, recentemente restaurato e trasformato in uno spazio artistico, affacciato sul Corno d'Oro.

La celebrazione di Marco Polo

Il progetto non è solo un tributo alla figura di Marco Polo, ma anche un'esplorazione del suo legame con il commercio e la cultura, elementi fondamentali nelle interazioni tra Oriente e Occidente. L'opera principale in esposizione è "Amfibio", creata dall'artista turco Cevdet Erek, commissionata dalla Biennale di Venezia. Questa struttura leggera in legno si integra perfettamente con l'ambiente urbano di Istanbul, creando un dialogo tra l'opera, il panorama e i suoni della città che si affaccia sul Bosforo.

Esperienze immersive e coinvolgenti

Fino a domenica 5 ottobre, i visitatori avranno l'opportunità di:

  1. Ammirare l'opera "Amfibio".
  2. Partecipare a esibizioni di compositori e musicisti che si alterneranno sulla struttura e nei suoi dintorni.
  3. Vivere un'esperienza immersiva ogni sera, a partire dalle ore 18, nel cortile di Feshane, dove l'arte visiva e la musica si fonderanno.

Questo approccio multidisciplinare riflette l'intento della Biennale di Venezia di esplorare e celebrare la connessione tra diverse forme artistiche e culture.

Istanbul come crocevia culturale

Il presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, ha evidenziato l'importanza di Istanbul come città "gemella" di Venezia, sottolineando la loro lunga storia di scambi culturali e commerciali. Secondo Buttafuoco, "Sono città gemelle, sono città che hanno questa capacità di decifrare il contemporaneo e restituirlo all'opinione pubblica". Questo legame storico rende Istanbul una tappa naturale nella celebrazione di Marco Polo, invitando il pubblico a riflettere su come i viaggi possano contribuire a costruire nuove realtà e connessioni tra le culture.

Inoltre, il progetto ha un forte impatto internazionale, con tappe già programmate in India e Mongolia, evidenziando l'ambizione della Biennale di estendere il dialogo culturale su scala globale.

Istanbul, con la sua posizione strategica tra Europa e Asia, rappresenta un crocevia di culture e tradizioni, rendendo la celebrazione di Marco Polo un'opportunità per esplorare le influenze reciproche che hanno caratterizzato la storia dell'umanità. L'installazione "Amfibio" di Cevdet Erek, caratterizzata dalla sua leggerezza e dalla sua integrazione con l'ambiente, invita alla contemplazione, ponendo l'accento sull'importanza della sostenibilità nell'arte contemporanea.

In questo contesto, la Biennale di Venezia continua a svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere l'arte e la cultura a livello internazionale, fungendo da piattaforma per artisti di tutto il mondo. Con iniziative come quella di Istanbul, la Biennale non solo celebra il passato, ma guarda anche al futuro, incoraggiando il dialogo e la collaborazione tra culture diverse.

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