
Luis Ortega è un regista argentino che ha saputo conquistare il panorama cinematografico internazionale con la sua visione unica e originale. Il suo ultimo lavoro, "El Jockey", affronta tematiche profonde e complesse attraverso la storia di un personaggio che incarna le contraddizioni della vita moderna. Con una poetica che mescola il surrealismo con elementi di noir e tragicommedia, Ortega ci offre un viaggio emozionante e trasformativo.
La storia di Remo
Il protagonista di "El Jockey" è Remo, interpretato dall'attore Nahuel Perez Biscayart, un fantino che si trova in una spirale discendente, vittima della sua vita sia come sportivo che come uomo. Ortega descrive Remo come "un fantino, un tossicodipendente e un ubriacone", una figura complessa che sfida le aspettative sociali. Costretto a confrontarsi con i debiti accumulati nei confronti del Boss Sirena (interpretato da Daniel Gimenez Cacho) e con le sue dipendenze, Remo si trova a un bivio decisivo, una sorta di “caduta da cavallo” che segnerà il suo destino.
Questa caduta rappresenta non solo un evento fisico, ma anche un catalizzatore per un profondo cambiamento interiore. Remo si imbarca in un viaggio di esplorazione delle sue identità, di genere e di vita, abbracciando nuovi ruoli e relazioni. La sua storia si intreccia con quella di Abril (interpretata da Ursula Corbero), la sua ragazza, il cui consiglio di "morire e rinascere" si rivela premonitore. In questo contesto, Ortega introduce l'idea che la trasformazione personale è possibile solo attraverso una profonda comprensione del proprio passato e delle proprie esperienze.
Tematiche e simbolismo
Il regista, classe 1980, ha già dimostrato il suo talento in opere precedenti come "Caja negra" e "L'angelo del crimine", ma con "El Jockey" sembra voler spingersi oltre, esplorando le sfumature dell'identità umana. La narrazione si sviluppa attraverso momenti di intensa introspezione, dove Remo affronta i suoi demoni e si confronta con esperienze che lo portano a una maggiore consapevolezza di sé. La fuga dagli uomini di Sirena lo costringe a indossare maschere diverse, come quella di Dolores, esplorando tematiche di maternità e paternità, amore e perdita.
Un elemento interessante del film è il legame di Ortega con la letteratura. Egli fa riferimento al libro di Jack London, "Il Vagabondo delle stelle", dove il protagonista, dopo aver subito torture, inizia a ricordare le sue vite precedenti. Ortega utilizza questa metafora per descrivere il percorso di Remo: "Dopo il dolore, è come se potesse accedere a più vite". Questo concetto di reincarnazione e di accesso a esperienze passate è un tema ricorrente nel cinema di Ortega, che invita gli spettatori a riflettere sulla complessità dell'esistenza umana.
Impatto e ricezione
La cinematografia di "El Jockey" è curata dal direttore della fotografia Timo Salminen, noto per il suo lavoro con Aki Kaurismaki, un regista finlandese che ha influenzato profondamente Ortega. Le immagini evocative del film catturano l'essenza di un mondo in cui il surrealismo si fonde con la cruda realtà della vita di strada, creando un'atmosfera affascinante e inquietante.
Il film ha debuttato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, ricevendo un'accoglienza calorosa e attirando l'attenzione di critici e pubblico. Dopo la sua partecipazione a vari festival internazionali, "El Jockey" sarà distribuito nelle sale italiane a partire dal 17 luglio, grazie alla collaborazione con Lucky Red. Questo rappresenta un'importante opportunità per il pubblico italiano di scoprire il talento di Ortega e la sua capacità di raccontare storie che affrontano le sfide della vita con una sensibilità unica.
In un'intervista con ANSA, Ortega ha espresso la sua opinione sulla situazione attuale in Argentina, commentando i conflitti sociali e politici innescati dalla presidenza di Javier Milei. "Abbiamo un presidente terribile", afferma il regista, "un uomo molto aggressivo che odia tutti, ma penso che odi soprattutto se stesso". Le parole di Ortega riflettono un clima di incertezza e preoccupazione, un sentimento che permea anche "El Jockey" e si riflette nella lotta di Remo per trovare un senso e un significato in una società che sembra aver perso la sua direzione.
In sintesi, "El Jockey" non è solo un film che racconta la storia di un fantino in crisi, ma è anche una riflessione profonda sulle sfide dell'identità, sulla ricerca di una nuova vita e sulla speranza di una rinascita in un mondo complesso e in continua evoluzione. Con la sua capacità di mescolare elementi di realtà e surrealtà, Luis Ortega continua a spingere i confini del cinema argentino, invitando gli spettatori a intraprendere un viaggio emozionante e trasformativo.