
Nel corso dell'incontro "Cinema Revolution?", parte della Festa del Cinema di Mare di Castiglione della Pescaia, Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa Film, ha affrontato il tema cruciale del tax credit, uno strumento fondamentale per il cinema italiano. Durante il suo intervento, Letta ha sottolineato che, sebbene il nuovo decreto introduca misure per prevenire frodi, è importante riconoscere che "la maggior parte degli operatori ha usufruito in assoluta buona fede" di questo strumento negli anni passati.
importanza del tax credit e valutazione della legge
Letta ha evidenziato l'importanza di un "tagliando" della legge, sottolineando che, dopo diversi anni di applicazione, era necessario valutare cosa funzionasse e cosa no. A suo avviso, il bilancio è stato compiuto nella giusta direzione, ma ha anche specificato che le misure avrebbero potuto essere "un po' più stringenti". Questo richiamo alla prudenza arriva in un momento in cui il settore cinematografico è sotto pressione per garantire la trasparenza e l'integrità nell'uso dei fondi pubblici.
sostegno dello stato e distribuzione dei film
Un altro punto sollevato da Letta è stato l'invito allo Stato a sostenere attivamente i film a cui concede contributi a fondo perduto. "Se lo Stato crede in un film tanto da mettere dei contributi, dovrebbe anche avere il coraggio di distribuirlo", ha affermato, riferendosi alla difficoltà che molti film italiani incontrano nel trovare distributori. Questo tema è cruciale, poiché mette in luce la necessità di una maggiore sinergia tra istituzioni e industria cinematografica.
Fabrizio Donvito, cofondatore di Indiana Production, ha concordato con Letta, aggiungendo che è fondamentale sviluppare una cultura cinematografica robusta e non ridurre il dibattito a episodi isolati negativi. Ha affermato: "Come in tutte le industrie, ci sono delle pecore nere", ma è essenziale diversificare le opere e avere il coraggio di fare ricerca.
la predominanza dei film americani e la risposta italiana
Massimo Proietti, CEO di Vision Distribution, ha messo in evidenza un dato preoccupante: "Il 60/70% dei film che si vedono in Italia sono americani". Questa predominanza di titoli stranieri invita a una riflessione profonda su come il cinema italiano possa ritagliarsi un ruolo di maggiore rilevanza nel panorama cinematografico globale. Secondo Proietti, la risposta risiede nella produzione di commedie e racconti che riflettano la società italiana, citando film come "C'è ancora domani" di Paola Cortellesi e "Follemente" come esempi di narrazioni che possono attrarre il pubblico.
Massimiliano Orfei, presidente e CEO di PiperFilm, ha aggiunto che, in un mercato così imprevedibile, la chiave per emergere è "fare cose che sorprendono", citando "Le 8 Montagne" come esempio di produzione capace di catturare l'attenzione e il cuore degli spettatori. Questa affermazione rimanda all'importanza di innovare e sperimentare nel processo creativo, per rispondere a un pubblico che cerca storie coinvolgenti e nuove prospettive.
la situazione delle sale cinematografiche italiane
Durante la discussione, è emersa anche la difficile situazione delle sale cinematografiche italiane. Lionello Cerri, AD di Anteo Spa e fondatore di Lumière Film, ha rivelato che prima della pandemia, il numero di spettatori era vicino ai 100 milioni, mentre oggi si fatica persino a raggiungere i 70 milioni. Cerri ha sottolineato l'importanza del provvedimento dell'allora ministro Dario Franceschini, che ha sostenuto le sale cinematografiche, affermando che senza quel supporto "probabilmente avrebbero chiuso perlomeno un migliaio di sale".
Mario Lorini, presidente di Anec, ha aggiunto ulteriori informazioni storiche, affermando che fino al 1975 l'Italia era il paese con la più alta frequenza cinematografica al mondo, con 800 milioni di biglietti venduti. Tuttavia, tra il 1997 e il 2017, il numero di biglietti è diminuito a una media annua di 95-105 milioni. La crisi è iniziata nel 2018, aggravata dalla pandemia, e oggi il ritorno del pubblico è lento, con una perdita di affluenza stimata tra il 25 e il 30%.
Un altro tema centrale della discussione è stato quello delle "finestre", ovvero il periodo di attesa tra l'uscita di un film in sala e la sua disponibilità sulle piattaforme di streaming. Massimiliano Giometti, uno dei principali esercenti in Italia, ha sottolineato come questa distanza temporale abbia disincentivato l'affluenza nei cinema. Tuttavia, ha anche segnalato un cambiamento positivo, con le piattaforme che stanno cominciando a riconoscere l'importanza delle sale cinematografiche, con Disney in prima linea negli investimenti nel settore.
La discussione ha messo in luce le sfide e le opportunità che il cinema italiano deve affrontare in un contesto in continua evoluzione. È chiaro che, per recuperare il terreno perduto e attrarre nuovamente un pubblico numeroso, è necessaria una strategia concertata che valorizzi tanto la creatività quanto la sostenibilità economica del settore.