
Chi ha trafugato la testa della statua equestre di Benito Mussolini, che un tempo svettava all'interno dello stadio Littoriale di Bologna? Dove si trova oggi il "Testone"? E perché la sua sorte continua a suscitare interrogativi e divisioni, persino decenni dopo la caduta del regime fascista? A queste domande, e a molte altre, cerca di rispondere Beppe Boni nel suo romanzo-verità "La testa del Duce", edito da Minerva. Il libro, che conta 192 pagine e ha un prezzo di 16,90 euro, è arricchito dalla prefazione di Italo Cucci e si propone come un'opera che unisce il genere giallo a una rigorosa indagine storica.
il giallo del Testone
L'opera di Boni si apre con un evento cruciale avvenuto il 26 luglio 1943, giorno che segnò la caduta del regime fascista. Una folla festante invade lo stadio Littoriale, oggi conosciuto come Dall'Ara, per abbattere la statua equestre di Mussolini, un colosso in bronzo che rappresentava un simbolo di un'epoca. La scultura, sotto la Torre di Maratona, viene distrutta, e il busto finisce trascinato per le strade della città. Ma la testa, il "Testone", si stacca e scompare nel nulla, dando inizio a quello che Boni definisce il "giallo del Testone", una vicenda che si snoda attraverso decenni di storia, conflitti e trasformazioni sociali.
l'importanza del calcio nella cultura italiana
Il romanzo non si limita a raccontare la sorte di una statua, ma si addentra nelle pieghe del Ventennio e nel contesto della città di Bologna, mettendo in luce come il fascismo avesse inteso legare il culto della personalità di Mussolini non solo alla propaganda, ma anche all'architettura e allo sport. In questo modo, Boni esplora l'importanza del calcio come strumento di consenso e di costruzione dell'identità nazionale, un tema che ha avuto un forte impatto sulla cultura italiana.
Il libro, strutturato in modo avvincente, intreccia fatti documentati, aneddoti e interviste, ricostruendo l'epopea dello stadio Littoriale, un progetto voluto da Leandro Arpinati, un fascista atipico, sportivo convinto e, in un certo senso, un uomo ambiguo, che oscillava tra la lealtà a Mussolini e la critica al regime. Arpinati concepì il Littoriale come simbolo di un'Italia moderna e potente, unita sotto il segno del calcio e della propaganda fascista. La sua storia è emblematica di un'epoca in cui lo sport si intrecciava con la politica, creando un terreno fertile per la diffusione del consenso.
memoria collettiva e identità nazionale
Boni non solo si sofferma su eventi storici, ma esplora anche il modo in cui i simboli del fascismo siano stati progressivamente abbattuti, nascosti, rimossi o, in alcuni casi, semplicemente spostati. La sorte del "Testone" diventa quindi un emblema di un'epoca che, sebbene superata, continua a influenzare il dibattito pubblico contemporaneo. Le domande che sorgono attorno a questo oggetto non sono solo di natura storica, ma toccano anche questioni di memoria collettiva e identità nazionale.
Nel corso della sua narrazione, Boni accompagna il lettore attraverso il percorso tumultuoso dell'Italia del Novecento. Dalla resistenza alla ricostruzione, dal boom economico alle revisioni storiche, ciascun capitolo del libro è un tassello che contribuisce a ricostruire non solo la storia del "Testone", ma anche quella di un paese che si è trovato a confrontarsi con il proprio passato, cercando di trovare un equilibrio tra memoria e oblio.
Il romanzo di Beppe Boni è un'opera che solleva interrogativi scomodi e invita alla riflessione. La presentazione del libro si è svolta il 26 giugno alla libreria Feltrinelli di Bologna, un'occasione significativa per discutere delle tematiche affrontate nel volume e per approfondire la complessità della storia italiana. La figura di Mussolini e il suo lascito continuano a essere oggetto di dibattito, e la sorte della testa della statua rappresenta un punto di partenza per analizzare le contraddizioni di un'epoca.
In un contesto in cui il passato viene rielaborato e reinterpretato, "La testa del Duce" si propone come una lettura indispensabile per chi desidera comprendere le dinamiche storiche e culturali che hanno plasmato l'Italia moderna. Attraverso un mix di narrazione avvincente e analisi storica, Boni riesce a catturare l'attenzione del lettore, portandolo a riflettere sulla complessità della memoria e sull'eredità del fascismo, rivelando come il passato possa continuare a influenzare il presente in modi inaspettati.