
L’inaugurazione della mostra fotografica “I Grant You Refuge - Fotografie da Gaza” ha avuto luogo presso l'Arca, la Pinacoteca Civica e l'ufficio Iat di Teramo, suscitando intense emozioni e una grande partecipazione. Questa iniziativa, prodotta dal Comune di Ravenna e curata da Paolo Patruno, ha trovato accoglienza e sostegno nel Comune di Teramo, evidenziando un forte legame tra le comunità italiane e le drammatiche vicende della Striscia di Gaza.
La mostra, patrocinata dall'Anci nazionale, dalla Regione Abruzzo, dalla Provincia e dall'Università di Teramo, presenta le opere di sei fotografi palestinesi: Shadi Al-Tabatibi, Mahdy Zourob, Mohammed Hajjar, Saeed Mohammed Jaras, Omar Naaman Ashtawi e Jehad Al-Sharafi. Queste immagini offrono uno sguardo diretto sulle condizioni di vita disastrose che i palestinesi affrontano quotidianamente a Gaza, un territorio segnato da conflitti e crisi umanitarie.
Un inizio toccante
L'inaugurazione è stata preceduta dalla proiezione di un potente video realizzato dal reporter palestinese Mahomud Isleem, tragicamente ucciso a Gaza. Questo tributo ha dato inizio a una serata che ha unito arte e attualità, con l'intento di sensibilizzare il pubblico sulla situazione in Palestina. Il titolo della mostra trae ispirazione da una poesia della scrittrice Hiba Abu Nada, che ha perso la vita a Khan Yunis il 20 ottobre 2023, richiamando ulteriormente la fragilità della vita in un contesto di conflitto.
La voce dei protagonisti
Durante l'evento, Shadi Al-Tabatibi, presente tra il pubblico, ha condiviso le sue emozioni e la realtà che vive ogni giorno. Ha descritto Gaza come un luogo “pieno di dolore ma che si rifiuta di smettere di sognare”, evidenziando la sofferenza dei bambini, costretti a vivere nell'incertezza e nella paura.
- “Oggi i bambini non riescono a dormire nemmeno cinque minuti per i bombardamenti.
- Il popolo di Gaza vive un massacro, un genocidio”, ha affermato Al-Tabatibi, un grido di allerta che ha risuonato tra i presenti.
Il sindaco di Teramo, Gianguido D'Alberto, ha parlato del ruolo vitale che i Comuni possono avere nella costruzione della pace, sottolineando l'importanza di iniziative come questa mostra per mantenere alta l'attenzione su questioni di giustizia sociale e umanitaria. “La nostra responsabilità è quella di dare voce a chi non ha voce, di fare della cultura uno strumento di cambiamento”, ha dichiarato.
Collaborazioni e testimonianze
Il professor Guido Saraceni ha descritto Gaza come “unico esempio di crudeltà senza paragoni”, un luogo in cui la vita quotidiana è segnata da un continuo stato di emergenza. La presenza di rappresentanti delle istituzioni ha ulteriormente evidenziato l’importanza di collaborazioni tra enti pubblici e organizzazioni non governative.
La mostra ha visto anche il coinvolgimento di diverse associazioni, tra cui Cgil, Emergency e Amnesty International, che hanno messo a disposizione le loro risorse e competenze per sensibilizzare il pubblico. Il Sai Teramo e i volontari del Patto per la Lettura hanno contribuito a creare un’atmosfera di condivisione e solidarietà, aggiungendo valore all'evento.
Un momento particolarmente emozionante è stato offerto dalla voce di Elena Calaudi del Braga, che ha recitato brani evocativi legati alla condizione dei palestinesi, rendendo palpabile il dolore e la speranza che permeano queste storie. La mostra, che rimarrà aperta fino al 7 settembre, non si limita a presentare fotografie; include anche i disegni della rassegna “HeArt of Gaza”, realizzati da bambini palestinesi. Questi disegni, alcuni dei quali provengono da bambini che non sono sopravvissuti al conflitto, offrono una testimonianza diretta della resilienza e dell’immaginazione di una generazione che cresce in un contesto di violenza.
La mostra “I Grant You Refuge” non è solo un’esposizione di immagini, ma un potente atto di testimonianza e un invito alla riflessione. Attraverso le lenti di fotografi palestinesi, i visitatori possono comprendere in modo più profondo le sfide quotidiane e i sogni di un popolo che lotta per la propria esistenza e dignità. La bellezza e la crudeltà di Gaza emergono in ogni scatto, raccontando storie di resistenza e speranza che meritano di essere ascoltate e condivise.