In un periodo di grande cambiamento e vulnerabilità, gli anni '80 e '90 hanno visto l'emergere di una crisi sanitaria globale legata all'HIV-AIDS che ha colpito profondamente non solo le vite delle persone infette, ma anche il panorama culturale e artistico internazionale. In questo contesto si inserisce la mostra "Vivono", allestita al Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, che si propone di rimettere in luce la storia dimenticata degli artisti italiani colpiti dalla crisi dell'HIV-AIDS. L'esposizione, curata da Michele Bertolino e in programma dal 4 ottobre 2023 al 10 maggio 2024, offre un viaggio attraverso opere d'arte, poesie, paesaggi sonori e video, mescolati a materiali d'archivio e memorie personali.

un viaggio nella storia dell'hiv-aids in italia

La mostra si snoda attraverso un arco temporale che va dal 1982, anno della prima segnalazione di AIDS conclamato in Italia, fino al 1996, quando le terapie antiretrovirali hanno cominciato a cambiare radicalmente le vite di molte persone affette da HIV. "Vivono" si propone di restituire l'urgenza e l'unicità di quel tempo, un'epoca caratterizzata da paura, stigma e disinformazione. L'ente finanziatore Intesa Sanpaolo supporta questa iniziativa, che si colloca in una tradizione di impegno del Centro Pecci, già attivo tra il 1992 e il 1994 con numerose attività espositive e culturali per combattere la stigmatizzazione associata all'AIDS.

opere significative in mostra

Una delle opere più significative in mostra è "Commemuro" di Francesco Torrini, realizzata nel 1993, che funge da toccante memoriale per gli amici perduti a causa dell'AIDS. Questo pezzo, conservato nella collezione permanente "Eccentrica", rappresenta un simbolo di resistenza e memoria in un'epoca in cui molte vite sono state spezzate dalla malattia.

Il percorso espositivo è arricchito da una produzione filmica appositamente realizzata per l'occasione, grazie al supporto di Candy, e commissionata a Roberto Ortu. Nel film, le poesie di autori come:

  1. Dario Bellezza
  2. Massimiliano Chiamenti
  3. Nino Gennaro
  4. Ottavio Mai
  5. La Nina
  6. Marco Sanna
  7. Pier Vittorio Tondelli

tutti poeti che hanno vissuto con l'HIV e lo hanno raccontato nei loro testi, vengono recitate da attrici, attivisti e artiste, creando un potente legame tra parola e immagine.

l'importanza dell'archivio

L'archivio, che costituisce la spina dorsale della mostra, è stato costruito attraverso una collaborazione con Valeria Calvino, Daniele Calzavara e i Conigli Bianchi. Questo prezioso insieme di documenti, manifesti, articoli di giornale e tracce sonore disegna una mappa della dimensione storica, politica, sociale e culturale italiana tra il 1982 e il 1996. Tra i materiali esposti, spiccano anche gli interventi di Emmanuel Yoro e Tomboys Don't Cry, che offrono prospettive contemporanee e sottolineano i vuoti e i silenzi che caratterizzano ancora oggi la discussione sull'HIV.

In mostra ci sono anche i poster del collettivo Gran Fury, esposti per la prima volta in Italia dopo la Biennale del 1990, che si relazionano alle opere di Keith Haring, un altro artista noto per il suo attivismo e la sua lotta contro l'AIDS. Le tende di organza blu di Felix Gonzalez-Torres, presentate al Castello di Rivara nel 1991, convivono con le opere di David Wojnarowicz e Walter Robinson, presentate a Milano da Corrado Levi nel 1984, evidenziando le intersecazioni tra arte e attivismo.

La mostra riserva tre sale monografiche dedicate ai lavori di Nino Gennaro, Francesco Torrini e Patrizia Vicinelli, artisti che hanno saputo integrare poesia, immagine e corpo nelle loro opere. Questi artisti hanno rappresentato, ognuno a modo suo, le complessità dell'esperienza umana in un periodo di crisi, trasformando il dolore e la perdita in atti creativi di condivisione e riflessione.

"Vivono" non è solo un'esposizione di arte, ma un atto di testimonianza e resistenza. Attraverso un'accurata selezione di opere e documenti, la mostra ci invita a riflettere sulla storia spesso dimenticata degli artisti italiani colpiti dall'HIV-AIDS, offrendo uno spaccato di vita e di lotta che continua a risuonare anche nel presente. In un momento in cui la società sembra aver superato in parte il stigma legato all'HIV, è fondamentale non dimenticare le lezioni del passato e dare voce a coloro che sono stati colpiti da questa crisi. La mostra "Vivono" si propone di mantenere viva la memoria e di riconoscere il contributo fondamentale di questi artisti, offrendo uno spazio di riflessione e dialogo su temi che, nonostante il passare del tempo, rimangono drammaticamente attuali.

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