Nel 1853, l'amministrazione comunale di Perugia prese una decisione cruciale per la storia culturale della città: vendere una parte della preziosa documentazione conservata nei propri archivi. Questa raccolta comprendeva circa 1749 documenti e pergamene risalenti al XIV e XV secolo, finemente decorati e provenienti da registri di podestà, capitani del popolo e giudici del Comune di Perugia. Questi documenti rappresentano un vero e proprio tesoro di storia e cultura. La decisione di vendere fu dettata da necessità economiche, e l'intera collezione venne ceduta per 500 lire a Joseph Spithöver, un noto antiquario tedesco di Roma.

Spithöver, consapevole del valore della collezione, la mantenne per circa vent'anni. Successivamente, decise di proporre l'acquisto sia al neonato Regno d'Italia sia al Comune di Perugia. Tuttavia, fu superato in astuzia da Louis Albertini, un giurista argentino di origini italiane, che si era trasferito a Parigi. Albertini riuscì ad acquisire la collezione, portando le pergamene nella capitale francese, dove rimasero custodite dai suoi eredi fino a giugno 2024.

Il recupero della Collezione Albertini

In un'asta svoltasi a Parigi il 21 giugno 2024, la Fondazione Perugia ha finalmente riacquistato i 153 lotti della Collezione Albertini, dopo aver ottenuto l'autorizzazione necessaria dagli Archivi di Francia. Questo recupero è stato accolto con entusiasmo, data l'enorme importanza artistica, storica e araldica delle pergamene. Fin dall'acquisizione, la Fondazione ha avviato un intenso lavoro di studio, restauro e ricerca in collaborazione con la Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Umbria. Questo impegno ha portato alla ricostruzione della realtà amministrativa giudiziaria di Perugia nel periodo medievale, arricchendo così la conoscenza della storia locale.

La mostra "Extra segni antichi/Visioni contemporanee"

Per celebrare questo recupero, è stata inaugurata una mostra presso Palazzo Baldeschi a Perugia, intitolata "Extra Segni antichi/Visioni contemporanee". Curata da Marco Tonelli, la mostra sarà visitabile fino al 6 gennaio 2026. Questo grande progetto ha il duplice obiettivo di far conoscere la Collezione Albertini e di metterne in risalto la continuità e vitalità attraverso il dialogo con diciotto artisti contemporanei, tra cui nomi di spicco come Alighiero Boetti, Emilio Isgrò, Maria Lai, David Tremlett e Gianni Dessì. Le opere contemporanee vengono accostate alle antiche pergamene, generando accostamenti inediti e stimolanti che invitano il pubblico a riflettere sul legame tra passato e presente.

Il valore per la comunità locale

Alcide Casini, presidente della Fondazione Perugia, ha sottolineato l'importanza di questo progetto per la comunità locale, affermando: "La Collezione Albertini rappresenta un tassello prezioso della memoria storica di Perugia che, dopo oltre 170 anni, torna finalmente a casa." Casini ha evidenziato come la valorizzazione della collezione non si limiti alla semplice acquisizione, ma si estenda a un intenso lavoro di studio e dialogo con l'arte contemporanea, rendendo questo ritorno ancora più significativo e attuale.

La presentazione della Collezione Albertini ha avuto luogo presso l'Archivio di Stato di Roma, a Sant'Ivo alla Sapienza. Tra i presenti, si sono distinti Antonio Tarasco, Direttore Generale Archivi del Ministero della Cultura, e Giovanna Giubbini, dirigente dello stesso ministero. Durante l'evento, Tarasco ha elogiato l'operato della Fondazione Perugia, affermando: "È un grande plauso quello che, a distanza di un anno, rivolgo ancora una volta a Fondazione Perugia per l'acquisto della Collezione Albertini."

In questo contesto, la Collezione Albertini non solo riemerge come un importante pezzo di storia perugina, ma si configura anche come un ponte tra passato e presente, capace di ispirare nuove generazioni e di stimolare l'interesse per la storia e la cultura locale. La mostra "Extra segni antichi/Visioni contemporanee" rappresenta quindi un'occasione imperdibile per scoprire e approfondire il valore di questi documenti, che raccontano storie di un'epoca trascorsa ma sempre attuale, invitando alla riflessione sul significato della memoria storica.

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