
La Biennale della Parola si ripresenta quest'anno con un programma ricco di eventi che promettono di stimolare riflessioni profonde su temi di grande rilevanza nel contesto del pensiero europeo contemporaneo. Tra i momenti salienti, si distingue un incontro dedicato al conflitto e alla pace, argomenti di cruciale importanza nel panorama attuale.
Massimo Cacciari e la riflessione sulla pace
Mercoledì 6 novembre alle 18.00, il filosofo Massimo Cacciari terrà una Lectio Magistralis intitolata "La morte dello jus belli". Questo intervento trae ispirazione da due opere fondamentali per la filosofia della pace: "Zum ewigen Frieden" (Per la pace perpetua) di Immanuel Kant e "Der Friede" (La pace - Una parola ai giovani d'Europa e ai giovani del mondo) di Ernst Jünger. L'evento si svolgerà presso il Tempio Votivo della Pace, un sacrario militare situato sulla Riviera Santa Maria Elisabetta al Lido di Venezia. La scelta di questo luogo non è casuale; il Tempio Votivo rappresenta un simbolo di riflessione sulla guerra e la pace, rendendo l'incontro ancora più suggestivo e significativo.
Cacciari, noto per le sue riflessioni sul pensiero europeo e le sue critiche alla società contemporanea, offrirà una prospettiva unica su come il concetto di guerra e giustizia si sia evoluto nel tempo, partendo dalle teorie kantiane fino ad arrivare alle riflessioni più contemporanee di Jünger.
Arcipelago Battiato: un tributo all'arte
Il ciclo dei Progetti Speciali dell'Archivio Storico della Biennale di Venezia si estende anche al mondo della musica e dell'arte visiva. Uno degli eventi più attesi è "Arcipelago Battiato", in programma il 17 e 18 novembre al Teatro alle Tese dell'Arsenale. Questo evento rappresenta un tributo a Franco Battiato, uno dei più influenti artisti italiani del XX secolo, in occasione dell'ottantesimo anniversario della sua nascita.
"Arcipelago Battiato" si propone di mettere in luce la produzione più sperimentale dell'artista, spaziando dai suoi album più avanguardistici degli anni '70, come "Pollution" e "Sulle corde di Aries", fino ai lavori più recenti. La regia dell'evento è affidata ad Antonello Pocetti, in collaborazione con lo scenografo Antonino Viola, creando uno spettacolo che ricorda le isole di un arcipelago. Sul palcoscenico si esibiranno artisti di grande talento, tra cui:
- Malika Ayane (voce)
- Leonardo Marino (pianista e tastierista)
- Flavio Virzi (chitarrista)
- Diego Ronzio (polistrumentista)
- Simone Beneventi (percussionista)
- Silvia Mandolini (violinista)
- Elide Sulsenti (violoncellista)
La combinazione di voci e strumenti promette di creare un'atmosfera unica, trasportando il pubblico in un viaggio attraverso l'arte e la musica di Battiato.
Coro di Luciano Berio: un capolavoro da riscoprire
In aggiunta, il programma della Biennale prosegue con "Coro", un capolavoro musicale composto da Luciano Berio tra il 1974 e il 1976. L'opera sarà presentata il 6 e 7 dicembre al Teatro La Fenice, un luogo iconico della cultura veneziana. "Coro" è stato eseguito per la prima volta in Italia alla Biennale Teatro e Musica, diretta da Luca Ronconi nel 1976, e ora torna in scena con una nuova veste scenica, arricchita dalle coreografie originali di Wayne McGregor.
La messa in scena vedrà la partecipazione di venti danzatori, dieci della Company Wayne McGregor e dieci selezionati tra i migliori danzatori del Biennale College degli ultimi cinque anni. Questo incontro tra musica e danza rappresenta un'opportunità per esplorare le intersezioni tra diverse forme d'arte, creando un'esperienza immersiva per il pubblico.
La Biennale della Parola, quindi, non è solo un evento di riflessione filosofica, ma diventa un palcoscenico per l'arte e la musica, rendendo omaggio a due figure emblematiche della cultura italiana come Franco Battiato e Luciano Berio. Con eventi di tale portata, la Biennale della Parola si conferma come un appuntamento imperdibile nel panorama culturale italiano, capace di attrarre non solo gli appassionati di filosofia e musica, ma anche un pubblico più vasto, desideroso di confrontarsi con le questioni più urgenti del nostro tempo.