Si è conclusa oggi a Torino la sesta edizione del festival cinematografico Job Film Days, un evento che non si limita a celebrare il cinema, ma si impegna attivamente a discutere temi legati al lavoro e ai diritti dei lavoratori. Quest'anno, il festival ha visto vincitore il documentario "Mr Nobody Against Putin" di David Borenstein, che ha ricevuto il premio per la migliore opera. La pellicola si distingue non solo per il suo valore artistico, ma anche per il coraggio e l'impegno che trasmette attraverso la sua narrazione, affrontando questioni di rilevanza globale.

un'importante testimonianza

La motivazione del premio sottolinea come "Mr. Nobody Against Putin", realizzato grazie a footage girato e trafugato con grande rischio per la sicurezza personale, rappresenti una testimonianza fondamentale del coraggio di Pasha, il protagonista del documentario. Pasha sfida ritorsioni e l'eventualità di un esilio per denunciare la crescente deriva autoritaria della società russa, aggravata dall'invasione dell'Ucraina. Questo lavoro è descritto come "quanto mai necessario in questi tempi di tanta cecità da parte di società impegnate a perpetrare l'orrore", evidenziando la funzione sociale e morale del cinema come strumento di denuncia e consapevolezza.

il ruolo del festival

Il Job Film Days, diretto da Annalisa Lantermo, si è affermato nel panorama cinematografico nazionale grazie alla sua vocazione a trattare temi di grande attualità e rilevanza sociale. Il festival ha creato uno spazio di confronto e riflessione, promuovendo opere che parlano di lavoro, diritti e giustizia sociale. Il Gran Premio della Giuria, presieduta da Paola Randi e composta da esperti del settore come Eva Parey, Paola Valentini, Matteo Berardini e Domenico Princigalli, è stato conferito a "How to Talk to Lydia?" di Rusudan Gaprindashvili, un film che affronta le relazioni umane e le dinamiche sociali in un contesto di fragilità emotiva.

Nella categoria dedicata a salute e sicurezza sul lavoro, il primo premio è stato assegnato ex aequo a due opere significative: 1. "Naima" di Anna Thommen, che racconta il percorso di una migrante che studia in Svizzera per diventare infermiera, con l’obiettivo di ricongiungersi ai propri figli. 2. "Bad Reputation" di Marta García e Sol Infante, che segue la vita di una prostituta di strada, accendendo un faro su un territorio lavorativo spesso invisibile e trascurato.

Queste pellicole evidenziano l'urgenza di una legislazione specifica in Italia, necessaria per garantire tutele sociali, assicurative e di welfare a una categoria di lavoratori vulnerabili.

una piattaforma per il cambiamento

In un contesto di crescente attenzione verso i diritti dei lavoratori e le condizioni di lavoro, i Job Film Days si pongono come una piattaforma cruciale per dare voce a storie che altrimenti rischierebbero di rimanere nell'ombra. Il premio al miglior regista che ha sviluppato temi di interesse per il Piemonte è andato a "Dream Car Wash" di Edoardo Brighenti, un cortometraggio di 13 minuti che racconta le esperienze di chi vive di lavori a giornata. La giuria ha riconosciuto nel lavoro di Brighenti una rappresentazione autentica di un angolo di umanità, fatto di piccoli soprusi ma anche di sogni e aspirazioni.

Il festival ha così messo in risalto non solo la creatività cinematografica, ma anche il potere del cinema di affrontare argomenti scomodi e di stimolare dibattiti su questioni sociali urgenti. Il legame con la Regione Piemonte è stato evidenziato nel comunicato della giuria, che ha sottolineato come il territorio sia da sempre propenso all'accoglienza e alla realizzazione dei sogni di chi lo abita. Il Piemonte, culla di molteplici innovazioni culturali e imprenditoriali, continua a rappresentare un punto di riferimento per il cinema e per la narrazione di storie che parlano di giustizia e diritti umani.

In un mondo in cui le sfide sociali e politiche sembrano moltiplicarsi, eventi come i Job Film Days offrono una speranza e una piattaforma per il cambiamento. Attraverso il linguaggio del cinema, si possono esplorare le esperienze di vita di persone comuni, dando voce a chi spesso è silenziato. La vittoria di "Mr Nobody Against Putin" è un chiaro invito a riflettere sul ruolo del documentario come strumento di denuncia e cambiamento, e sull'importanza di continuare a sostenere le produzioni che affrontano tematiche di rilevanza sociale.

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