La corte sabauda ha sempre dimostrato un forte interesse per l’arte, e tra i grandi nomi del Seicento, Guido Reni spicca per la sua capacità di catturare l’essenza divina nei suoi dipinti. In occasione del 450° anniversario della nascita di questo artista, i Musei Reali di Torino ospitano una mostra intitolata "Il 'divino' Guido Reni nelle collezioni sabaude e sugli altari del Piemonte". Curata da Annamaria Bava e Sofia Villano, l'esposizione rappresenta un tributo significativo a un artista che ha influenzato profondamente la cultura visiva dell'epoca, e sarà aperta fino al 18 gennaio 2026.

La mostra e le opere in esposizione

La mostra si svolge nello Spazio Scoperte, al secondo piano della Galleria Sabauda, e presenta un’ampia selezione di venti opere, tra cui:

  1. Dipinti
  2. Disegni
  3. Incisioni

Queste opere tracciano il percorso artistico di Reni, dai suoi anni giovanili fino alla sua piena maturità. Questo evento non solo celebra il talento di Reni, ma mette in evidenza l'importanza della sua opera per la nobiltà sabauda, che lo scelse come uno dei protagonisti delle proprie collezioni.

Opere significative e prestiti

Un aspetto notevole della mostra è la varietà delle opere esposte, che provengono in parte dalle collezioni dei Musei Reali, ma includono anche prestiti significativi dal territorio piemontese e dal Musée des Augustins di Tolosa. Tra i pezzi più rilevanti si trova una pala d'altare che rappresenta l’Assunzione della Vergine, recentemente restaurata e riscoperta nella chiesa parrocchiale di Abbadia Alpina, una frazione di Pinerolo. Quest'opera rappresenta un importante tassello nel mosaico della carriera di Reni.

In mostra è presente anche una tela che ritrae San Maurizio mentre riceve la palma del martirio, proveniente dal Santuario di Santa Maria dei Laghi di Avigliana. Questo dipinto è significativo per la sua connessione con le tradizioni religiose locali, essendo San Maurizio un santo molto venerato in Piemonte. Accanto a quest'opera, troviamo un piccolo olio su rame che rappresenta un'allegoria della Fama, un pezzo di grande valore che apparteneva agli averi personali della duchessa di Savoia Cristina di Francia.

L'eredità artistica di Guido Reni

Tra i capolavori che arricchiscono le collezioni sabaude grazie all'acquisto di re Carlo Emanuele III, emergono opere come il San Giovanni Battista e la Morte di Lucrezia, che riflettono la profondità emotiva e la tecnica raffinata del maestro. Un'opera particolarmente interessante è la Lotta tra amorini e putti baccanti, trasferita nel Palazzo Reale di Torino nel 1831 per volere del re Carlo Alberto. Questo dipinto, con la sua vivace rappresentazione di scene mitologiche, mostra l’amore della corte per l’arte.

La nuova direttrice dei Musei Reali, Paola D'Agostino, ha espresso il suo entusiasmo per il lavoro di squadra e l'impegno profuso nella preparazione di questa mostra, sottolineando l’importanza della rassegna nel contesto più ampio delle attività museali.

La mostra offre l’opportunità di ammirare opere straordinarie e invita a riflettere sul contesto storico e culturale in cui Guido Reni operava. La sua arte, caratterizzata da un'armonia di forme e colori, rappresentava un modo per esprimere la spiritualità e la devozione che permeavano la società del tempo. Reni è considerato uno dei massimi esponenti del classicismo barocco, e le sue opere continuano a ispirare artisti e amanti dell'arte di tutte le generazioni.

In sintesi, questa rassegna rappresenta un’occasione imperdibile per riscoprire non solo l'arte di Guido Reni, ma anche il legame profondo tra la casa sabauda e il patrimonio culturale del Piemonte. Con il suo mix di opere storiche e nuove scoperte, la mostra ai Musei Reali di Torino si configura come un viaggio affascinante nel mondo del "divino" Guido Reni, un artista che continua a parlare al cuore e alla mente degli spettatori.

Share this article
The link has been copied!