Robert Redford è una figura iconica del cinema americano, la cui carriera si estende per oltre sei decenni, segnando profondamente la storia del settore. Il suo percorso artistico ha preso avvio nel 1960 con piccole apparizioni in produzioni televisive, culminando nel suo debutto sul grande schermo nel 1966. Da allora, Redford ha collezionato un impressionante numero di 82 film, ha diretto dieci opere e ha fondato un'importante realtà cinematografica attraverso il Sundance Film Institute. La sua vita professionale è stata costellata di successi e collaborazioni significative, ma ci sono alcuni film che rappresentano momenti chiave non solo per la sua carriera, ma anche per la storia del cinema e dell'America.

1. L'esordio: "La caccia" (1966)

Nel film "La caccia", diretto da Arthur Penn, Redford fa il suo debutto nel cinema, interpretando Bubber, un giovane in fuga dal carcere. Questo dramma mette in luce le contraddizioni della società americana degli anni '60, un'epoca segnata da razzismo e violenza. Accanto a giganti del cinema come Marlon Brando e Jane Fonda, Redford riesce a catturare l'attenzione del pubblico, presentando un personaggio innocente in un mondo ostile. "La caccia" è un'opera che segna l'inizio della sua lunga carriera e il suo impegno nelle questioni sociali.

2. La coppia d'oro: "Butch Cassidy" (1969)

Tre anni dopo, Redford raggiunge la fama mondiale grazie a "Butch Cassidy", un film che lo vede affiancato dall'altro sex symbol Paul Newman. Diretto da George Roy Hill, questo western moderno rompe gli schemi tradizionali del genere, mescolando azione e ironia. La storia segue le avventure di Butch e Sundance, due fuorilegge che cercano di sfuggire alla legge, culminando in un finale epico che simboleggia la fine di un'epoca. Questo film non solo ha cementato la loro fama, ma ha anche introdotto un nuovo stile narrativo.

3. La collaborazione con Sydney Pollack

La partnership tra Redford e il regista Sydney Pollack inizia nel 1972 con "Corvo rosso non avrai il mio scalpo". Questo film, che affronta temi legati ai nativi americani, segna un passo importante nel cinema di impegno sociale. L'anno successivo, con "Come eravamo", Redford e Barbra Streisand esplorano la complessità del sogno americano tra gli anni '30 e '60, offrendo al pubblico un racconto nostalgico e toccante.

4. La presa di coscienza: "I tre giorni del Condor" (1975)

Nel 1975, sempre sotto la regia di Pollack, Redford partecipa a "I tre giorni del Condor", un thriller che esplora il lato oscuro del potere. Interpretando un analista della CIA, Redford presenta una visione inquietante della società americana e delle sue istituzioni. Questo film è considerato uno dei capolavori del genere, con un finale che rimane impresso nella memoria collettiva come un forte atto d'accusa contro le storture del potere.

5. "Tutti gli uomini del presidente" (1976)

Il film "Tutti gli uomini del presidente", diretto da Alan J. Pakula, narra la storia vera dei giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein che hanno rivelato lo scandalo Watergate. Redford interpreta Woodward, contribuendo a creare un thriller politico che ha influenzato generazioni di giornalisti. La pellicola non è solo un racconto di inchiesta, ma un'importante riflessione sui valori della democrazia e sulla responsabilità dei media.

6. L'anima sentimentale di Bob: "La mia Africa" (1985)

Nel 1985, Redford recita in "La mia Africa", un film che esplora l'amore e la perdita ambientato nel Kenya degli anni '30. Ispirato dalle memorie di Karen Blixen, Redford interpreta Denys Finch Hatton, un cacciatore bianco che vive in armonia con la natura, ma che deve affrontare la durezza della vita e della morte. Con sette Oscar e undici nomination, "La mia Africa" rappresenta un trionfo sia commerciale che critico.

7. "Gente comune" (1980)

Nel 1980, Redford fa il suo esordio alla regia con "Gente comune", un film che esplora le vite di persone comuni e le loro sfide quotidiane. Basato sul romanzo di Judith Guest, il film vinse l'Oscar per la migliore regia e contribuì a consolidare la reputazione di Redford come cineasta. Nonostante non abbia mai vinto un Oscar come attore, questo film gli ha permesso di dimostrare il suo talento dietro la macchina da presa.

8. Il lato segreto: "L'uomo che sussurrava ai cavalli" (1998)

"L'uomo che sussurrava ai cavalli" presenta una storia di amicizia e redenzione, incentrata sulla giovane Grace e il suo cavallo Pilgrim. Redford, anche qui regista, affronta temi di connessione con la natura e la ricerca di guarigione, evocando un forte senso di nostalgia e riflessione sulla vita. Questo film rappresenta un aspetto più intimo e personale della sua filmografia.

9. "All is lost" (2013)

In "All is lost", Redford offre una performance straordinaria come naufrago solitario. Con solo 51 battute di dialogo, il film è un viaggio emotivo che mette alla prova la resilienza umana. Diretto da J.C. Chandor, questo lavoro dimostra la capacità di Redford di incapsulare la lotta per la sopravvivenza in un contesto minimalista, rendendo il suo messaggio universale e potente.

10. "The Conspirator" (2010)

In risposta agli eventi traumatici dell'11 settembre e alle successive leggi d'emergenza, Redford dirige "The Conspirator". Questo film racconta la storia di Mary Surratt, accusata di aver cospirato nell'assassinio di Abraham Lincoln. Attraverso questo lavoro, Redford affronta tematiche di giustizia e diritti civili, evidenziando l'importanza della legalità anche in tempi di crisi.

Robert Redford ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama cinematografico, non solo come attore, ma anche come regista e produttore. Ogni film della sua carriera racconta una storia che riflette le speranze e le paure di un'America in continua evoluzione, rendendolo un vero e proprio mito del cinema.

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