Helen Hunt, celebre attrice, regista e sceneggiatrice americana, ha recentemente condiviso la sua esperienza al Taormina Film Festival, dove ha ricevuto il Premio alla Carriera per la sua straordinaria carriera che abbraccia oltre quattro decenni. Durante l'evento, Hunt ha parlato del suo ultimo progetto cinematografico, un film diretto dal visionario Peter Greenaway, che ha destato grande curiosità. Questo film, ancora senza titolo ufficiale (si è parlato di 'Lucca Mortis'), è descritto dall'attrice come “un film sulla morte” e “una storia folle”.

un film che esplora la morte

Hunt, insieme a Dustin Hoffman e alla loro figlia, si è trovata a Lucca, una città storica toscana, dove la trama del film si snoda attorno a temi esistenziali e alla ricerca di significato in un contesto di vita e morte. La presenza di Lucca come sfondo non è casuale: la città è nota per la sua bellezza architettonica e il suo patrimonio culturale, che si presta perfettamente a un racconto denso di emozioni e riflessioni. "È una storia folle. Ma d'altronde, stiamo parlando di Peter Greenaway", ha affermato Hunt, sottolineando l'unicità del regista, famoso per il suo stile visivo distintivo e le sue narrazioni provocatorie.

la visione di greenaway

Greenaway, noto per film come "Il ventre dell'architetto" e "I misteri del giardino di Compton House", ha un modo particolare di affrontare temi complessi e universali. La sua capacità di mescolare arte e cinema ha reso ogni sua opera un'esperienza visiva e intellettuale. L'attrice ha rivelato che, nel film, “ci ritroviamo a confrontarci con la morte come un vero personaggio”, un approccio che invita gli spettatori a riflettere sulla vita e sul suo significato.

riflessioni sulla carriera e sull'industria

Parlando della sua carriera, Hunt ha toccato anche il tema di “Qualcosa è cambiato”, il film di James L. Brooks che le ha valso l'Oscar come miglior attrice protagonista nel 1988. In questo film, che ha segnato un punto di svolta nella sua carriera, si esplora una storia d'amore complessa tra tre personaggi. "Brooks diceva che il vero tema del film fosse un paradosso: qualsiasi cosa farai per stare al sicuro ti porterà prima o poi in prigione", ha spiegato Hunt, evidenziando la profondità narrativa del film.

Hunt ha inoltre parlato della sua esperienza di lavoro con Jack Nicholson, co-protagonista in “Qualcosa è cambiato”. “Sapevo che lavorare con Jack sarebbe stato folle e imprevedibile”, ha dichiarato, descrivendo la loro interazione come un incontro tra due artisti che condividono una profonda comprensione della recitazione. “Era come lavorare con un amico del corso di recitazione, non con Jack Nicholson”, ha aggiunto, enfatizzando la naturalezza e l'intimità del loro rapporto professionale.

Nata a Los Angeles nel 1963, Helen Hunt proviene da una famiglia di artisti. Figlia di un produttore e di una fotografa, nonché nipote di un regista, è cresciuta in un ambiente creativo che ha influenzato le sue scelte professionali. A questo proposito, ha affermato: “Mi sono sentita comunque libera di scegliere questo lavoro perché lo volevo. Nessuno mi ha spinto a fare l'attrice, ma quando ho deciso di diventarla, mi hanno aiutato”. La sua carriera è costellata di successi, inclusi quattro Golden Globe e quattro Emmy Awards, rendendola una delle attrici più rispettate e riconosciute del panorama cinematografico.

Tuttavia, l'attrice ha anche affrontato il tema dell'invecchiamento nell'industria cinematografica. “Non si può fare nulla, il tempo passa e bisogna accettarlo”, ha affermato, riflettendo su come il passare degli anni possa influenzare le opportunità lavorative per le donne nel cinema. “Alla fine è una cosa che si può e si deve accettare. Certo, per noi attrici diventa allora una questione di scrittura se lavori o meno”, ha continuato, sottolineando l'importanza di avere buone sceneggiature che diano voce a tutti gli attori, indipendentemente dall'età o dall'origine etnica.

Infine, Hunt ha espresso il suo desiderio di vedere più registe donne al comando di grandi produzioni. “Bisognerebbe dare alle registe i grandi film dei franchise”, ha affermato, evidenziando le disparità di opportunità nel settore. “Se sei un giovane regista americano e il tuo film va al Sundance e ha successo, l'anno dopo ti verrà proposto un grande film. Se sei una donna, dopo un film di successo, dovrai comunque cercare per farne un altro”, ha concluso, ponendo l'accento sulla necessità di un cambiamento nel panorama cinematografico.

Helen Hunt continua a essere una voce influente e rispettata nel mondo del cinema, utilizzando la sua piattaforma per affrontare questioni importanti riguardanti l'industria e il ruolo delle donne nel film. La sua passione per l'arte e il suo impegno nel sostenere scrittori e registe donne sono un chiaro segno della sua dedizione a migliorare il settore, non solo per se stessa, ma per le generazioni future di artisti.

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