Negli ultimi giorni, i negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza hanno preso una piega significativa, con Hamas che ha accettato una nuova proposta presentata dai mediatori. Questa notizia è stata confermata da una fonte interna al movimento, che ha comunicato ad Al Jazeera: "Abbiamo informato i mediatori del nostro accordo sulla proposta presentata ieri". Il piano prevede un cessate il fuoco di 60 giorni, il rilascio di 10 ostaggi israeliani ancora in vita e di 18 deceduti, oltre alla consegna di aiuti umanitari a Gaza attraverso organizzazioni come la Mezzaluna Rossa e le Nazioni Unite.

Reazioni in Israele

Mentre si spera in un allentamento della tensione, le reazioni in Israele non si sono fatte attendere. Itamar Ben Gvir, ministro della sicurezza nazionale, ha espresso forte opposizione a un accordo parziale. Ha dichiarato su X (ex Twitter) che il governo ha una netta maggioranza e un'ampia rete di sicurezza per la restituzione degli ostaggi, aggiungendo che il primo ministro Benjamin Netanyahu "non ha il mandato per un accordo parziale". La posizione di Ben Gvir riflette la crescente tensione all'interno del governo israeliano, dove si manifestano voci critiche e divisioni interne. Ben Gvir, noto per le sue posizioni di destra radicale, ha minacciato di ritirarsi nuovamente dal governo, evidenziando la sua insoddisfazione con la gestione della crisi.

La posizione degli Stati Uniti

L’ex presidente statunitense Donald Trump ha condiviso il suo punto di vista sulla situazione, affermando attraverso il suo social media Truth che il ritorno degli ostaggi rimasti sarà possibile solo quando Hamas sarà "affrontata e distrutta". Trump ha rivendicato i suoi successi passati nella negoziazione di liberazioni di ostaggi e nel porre fine a conflitti, enfatizzando la necessità di azioni decisive e risolute.

La situazione umanitaria a Gaza

Nel frattempo, il capo di Stato Maggiore dell'Esercito israeliano, Eyal Zamir, ha presentato un piano per occupare Gaza City, che sarà discusso con il ministro della Difesa. Secondo quanto riportato da Channel 12, Zamir ha indicato che l'evacuazione della popolazione di Gaza durerà circa due mesi, prima che l'esercito proceda all'accerchiamento e all'occupazione della città. Le autorità israeliane stanno cercando di minimizzare l'uso delle forze di riserva, suggerendo che la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente.

Le condizioni di vita a Gaza continuano a deteriorarsi. Padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia, ha dichiarato: "La vita qui è molto, molto difficile", riferendosi agli ordini di evacuazione e alla distribuzione di tende per gli sfollati. Ha sottolineato che la popolazione di Gaza è di circa due milioni e trecentomila persone e che le esplosioni e gli attacchi rendono la vita quotidiana insostenibile.

Nonostante la gravità della situazione, ci sono segnali di speranza. Romanelli ha riferito che un'associazione ha distribuito verdura e altri generi alimentari, portando un po' di sollievo alla popolazione. Tuttavia, l'ordine di evacuazione pesa come un macigno, creando confusione e angoscia tra gli abitanti già provati dai bombardamenti e dalle perdite umane.

Il ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas, ha reso noto che cinque palestinesi, tra cui due bambini, sono morti per malnutrizione nelle ultime 24 ore, portando il numero totale delle vittime a causa della fame e della malnutrizione a 263 dall'inizio delle ostilità, tra cui 112 bambini. La crisi umanitaria a Gaza è in costante aggravamento, con l'assistenza umanitaria che non riesce a soddisfare le necessità immediate della popolazione.

In aggiunta, almeno 17 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi dell'Esercito israeliano (IDF) nella Striscia di Gaza. Questi eventi tragici avvengono mentre i cittadini cercano di accedere agli aiuti umanitari. La situazione è delicata e complessa, con le tensioni tra le diverse fazioni e le reazioni a livello internazionale che si intensificano giorno dopo giorno.

La comunità internazionale continua a monitorare gli sviluppi, con speranze di una soluzione pacifica che sembri sempre più lontana. Il cessate il fuoco proposto potrebbe rappresentare un passo necessario, ma la strada verso una pace duratura rimane irta di ostacoli e incertezze.

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