
L'uso dei social media tra i più giovani è un argomento sempre più attuale e preoccupante. Di recente, lo studio legale torinese Ambrogio & Commodo ha intrapreso un'azione legale contro due colossi del settore, Meta (proprietaria di Facebook e Instagram) e TikTok. Questa causa, promossa dal Moige (Movimento Italiano Genitori) e sostenuta da un gruppo di genitori allarmati, mira a impedire l'accesso ai social network per i minori di 14 anni. La prima udienza del processo è prevista per il 26 febbraio 2026, un momento cruciale per la regolamentazione dei social media in Italia.
I rischi per la salute mentale dei giovani
Uno degli aspetti principali della richiesta legale è il riconoscimento dei danni potenziali causati dall'uso dei social tra i giovanissimi. Durante una conferenza stampa a Torino, è emerso che l'uso incontrollato di piattaforme come Instagram e TikTok può avere conseguenze gravi per la salute mentale dei ragazzi. Nonostante l'Unione Europea abbia stabilito normative che vietano l'accesso ai social network per i minori di 14 anni, le politiche di registrazione delle piattaforme consentono ancora iscrizioni illegali e non verificate.
La dipendenza dai social media
Un altro punto cruciale sollevato dai legali riguarda la necessità di eliminare i sistemi che generano dipendenza, come la manipolazione algoritmica e il "scroll infinito". Questi elementi, progettati per mantenere gli utenti incollati allo schermo, possono avere effetti devastanti sulla vita dei giovani. L'azione legale evidenzia l'importanza di una chiara e corretta informazione sui pericoli derivanti dall'abuso dei social, un aspetto spesso trascurato dalle piattaforme.
Statistiche allarmanti
Le statistiche parlano chiaro: in Italia, Meta e TikTok contano circa 90 milioni di utenze, di cui circa 3 milioni riconducibili a giovanissimi. Questo dato allarmante ha spinto avvocati e genitori a intraprendere azioni legali, sottolineando come i social media non possano essere considerati un "baby-sitter" per i ragazzi. L'avvocato Stefano Commodo ha descritto la situazione con una metafora forte: "È come se l'uomo nero bussasse alla porta e la mamma gli affidasse il proprio figlio". Questa immagine inquietante mette in evidenza la vulnerabilità dei minori e la necessità di proteggere la loro integrità psicologica.
In questo contesto, la causa non è solo un passo legale, ma un richiamo collettivo alla responsabilità. È fondamentale che i genitori, le scuole e la società nel suo complesso si uniscano per garantire che i giovani possano crescere in un ambiente sano e protetto, lontano dalle insidie del mondo digitale. Le piattaforme di social media devono adottare misure più severe per verificare l'età degli utenti e garantire che i minori non possano accedere a contenuti inappropriati.
L'azione legale contro Meta e TikTok rappresenta un'importante opportunità per avviare un dialogo pubblico sui temi della sicurezza e del benessere dei giovani nell'era digitale. Con l'avvicinarsi della prima udienza, l'attenzione si concentra su come il tribunale affronterà queste questioni cruciali e quale impatto avrà sulla vita dei minori in Italia e oltre.