Negli ultimi anni, Gaza ha vissuto un periodo di conflitti che ha profondamente segnato la vita dei suoi abitanti. Prima della guerra, però, la regione era caratterizzata da una realtà vibrante, popolata da giovani pieni di speranze e sogni. È proprio questa dimensione che la regista Areeb Zuaiter ha voluto catturare nel suo documentario 'Yalla parkour', che sarà presentato a Firenze come film d'apertura della rassegna '50 giorni di cinema a Firenze' e del festival Middle East Now, in programma dal 7 al 12 ottobre.
Un viaggio nel cuore di Gaza
Il documentario si presenta come un viaggio intimo attraverso gli occhi di un gruppo di ragazzi che praticano il parkour tra i palazzi fatiscenti e le strade affollate di Gaza. Questi giovani, nonostante le difficoltà e le limitazioni imposte dalla vita in un'area di conflitto, trovano nei salti e nelle acrobazie una forma di libertà e di espressione. In questo contesto, il parkour diventa non solo uno sport, ma un modo per affrontare le sfide quotidiane e per cercare di sfuggire, anche solo per un momento, alla durezza della realtà.
La storia di 'Yalla parkour'
La storia di 'Yalla parkour' ha inizio con un evento tragico: la regista perde la madre palestinese, un avvenimento che segna profondamente la sua vita e il suo legame con Gaza. Da quel momento, inizia una ricerca per riconnettersi con le sue radici e con la memoria della sua infanzia. In questo percorso, incontra Ahmad, un giovane atleta di parkour che diventa la sua guida e il suo compagno di avventure. Insieme, esplorano le strade e i quartieri di Gaza, ricostruendo non solo i ricordi di un passato felice, ma anche una visione della vita nella città, che è già in uno stato di devastazione prima dell'11 ottobre 2023.
Riconoscimenti e significato del film
Il film di Zuaiter si distingue per la sua capacità di mescolare il personale con il collettivo, creando un affresco di identità e appartenenza che è profondamente toccante. La regista riesce a trasmettere non solo la bellezza di Gaza, ma anche la resilienza dei suoi abitanti, che continuano a sperare in un futuro migliore nonostante le avversità. 'Yalla parkour' ha già ricevuto il premio del pubblico alla Berlinale, un riconoscimento che sottolinea l'importanza della narrazione visiva nel dare voce a storie spesso trascurate dai media.
Il festival Middle East Now
Il festival Middle East Now, che ospita il film, è un'importante vetrina per il cinema mediorientale e offre un'ampia selezione di opere che affrontano temi di grande rilevanza sociale e culturale. Oltre a 'Yalla parkour', il programma prevede la proiezione di oltre 40 film, tra cui il pluripremiato cortometraggio 'One Day I Will Hug You' di Mohamed Fares Al Majdalawi, che esplora il legame tra genitori e figli in un contesto di conflitto e sofferenza.
In aggiunta alle proiezioni, il festival ospiterà eventi speciali, tra cui una presentazione dello chef palestinese Sami Tamimi, autore di bestseller come 'Jerusalem' e 'Falastin: A Cookbook'. Tamimi presenterà il suo ultimo libro, 'Boustany. A Celebration of Vegetables from My Palestine', che celebra la cucina palestinese attraverso le ricette tradizionali, utilizzando la gastronomia come mezzo per raccontare una storia più ampia.
Un altro progetto interessante all'interno del festival è l'installazione 'PenPalestine', che presenta una serie di cartoline disegnate da artisti di tutto il mondo in solidarietà con la popolazione palestinese. Queste cartoline saranno in vendita per raccogliere fondi a favore di organizzazioni mediche attive a Gaza, dimostrando come l'arte e la creatività possano essere utilizzate per sostenere chi si trova in difficoltà.
La presentazione di 'Yalla parkour' e gli eventi correlati rappresentano un'opportunità per scoprire il cinema palestinese e riflettere sulle complesse dinamiche sociali e culturali della regione. Attraverso la lente del parkour, i giovani protagonisti del film ci ricordano che, nonostante la guerra e la distruzione, esiste ancora uno spirito di comunità e di speranza fondamentale per il futuro della Palestina. Questo festival non è solo un'importante manifestazione culturale, ma anche un momento di incontro e dialogo, dove le storie di vita quotidiana possono emergere e trovare spazio in un panorama cinematografico spesso dominato da narrazioni unilaterali. Con 'Yalla parkour', Areeb Zuaiter non solo racconta una storia personale, ma offre un'opportunità per riconsiderare le percezioni comuni su Gaza e sulla sua gente.