Recentemente, le organizzazioni femministe panamensi hanno espresso forti obiezioni all'intenzione del governo di Panama di trasformare il Ministero degli Affari Femminili in un semplice dipartimento sotto il Ministero dello Sviluppo Sociale. Questa proposta, annunciata dal presidente José Raúl Mulino durante il suo discorso alla nazione del 1° luglio, è stata interpretata come un significativo passo indietro e ha sollevato un acceso dibattito nel Paese.

le reazioni delle organizzazioni femministe

La Convergenza Nazionale delle Donne per Panama e la Difesa del Ministero degli Affari Femminili hanno rilasciato una dichiarazione in cui esprimono il loro disappunto, definendo la decisione del governo "profondamente disonesta". Le attiviste hanno evidenziato che:

  1. Presentare il Ministero degli Affari Femminili come un lusso è inaccettabile, soprattutto in un contesto di strutture opache e spese superflue.
  2. La chiusura di questo ministero ridurrebbe gravemente la capacità delle donne di partecipare attivamente ai processi decisionali su politiche pubbliche fondamentali, come salute, istruzione, giustizia, lavoro e protezione contro la violenza.

I gruppi femministi avvertono che ridurre il Ministero degli Affari Femminili a un dipartimento subordinato comprometterebbe la lotta per i diritti delle donne e minerebbe i progressi ottenuti negli ultimi decenni.

la violazione degli impegni internazionali

Le critiche non si limitano a una questione locale. Le attiviste hanno sottolineato che la chiusura del Ministero violerebbe la Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (CEDAW), ratificata da Panama nel 1984. Questa Convenzione impone agli Stati membri l'obbligo di adottare misure adeguate per garantire la parità di genere e rafforzare i meccanismi di protezione dei diritti delle donne. La proposta di Mulino viene quindi vista come un passo indietro rispetto agli impegni internazionali assunti dal Paese.

l'importanza del ministero per le donne panamensi

Il Ministero degli Affari Femminili, istituito nel 1999, ha rappresentato un passo significativo per il riconoscimento e la promozione dei diritti delle donne in Panama. La sua esistenza ha consentito l'implementazione di politiche e programmi volti a migliorare la condizione delle donne, contribuendo a combattere la violenza di genere e a promuovere la parità in vari ambiti.

Le attiviste sostengono che la lotta per i diritti delle donne deve continuare e che il governo deve ascoltare le loro istanze, piuttosto che minimizzare l'importanza di un ministero che ha storicamente rappresentato un baluardo contro le ingiustizie di genere. Le organizzazioni femministe stanno mobilitando la società civile, organizzando manifestazioni e campagne sui social media per sensibilizzare l'opinione pubblica su questa questione cruciale.

In un contesto più ampio, il dibattito sul futuro del Ministero degli Affari Femminili si inserisce in una discussione più ampia sulla governance e sulla trasparenza in Panama. Le organizzazioni femministe hanno fatto appello al governo affinché riconsideri la decisione di ridurre il ministero, sottolineando che il potere decisionale e la rappresentanza delle donne sono essenziali per costruire un futuro migliore per l'intero Paese.

La battaglia per la difesa del Ministero degli Affari Femminili è solo l'ultima di una serie di lotte che le donne panamensi stanno portando avanti per affermare i propri diritti. La questione della parità di genere in Panama è complessa e richiede un impegno costante da parte delle istituzioni e della società civile. Solo attraverso un dialogo aperto e inclusivo sarà possibile costruire un futuro in cui le donne possano realmente esercitare i loro diritti e influenzare le politiche pubbliche che riguardano le loro vite.

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