
Un gruppo di circa 600 ex funzionari della sicurezza israeliani, tra cui ex capi di agenzie di intelligence, ha rivolto un appello al presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedere un'immediata cessazione delle ostilità nella Striscia di Gaza. Questa lettera, diffusa ai media e riportata dalla BBC, esprime una forte preoccupazione per la situazione attuale, sottolineando che “Hamas non rappresenta più una minaccia strategica per Israele”. Gli ex funzionari hanno evidenziato l'importanza della credibilità di Trump presso la maggioranza degli israeliani, suggerendo che questo possa influenzare il governo di Netanyahu a prendere decisioni più umane e responsabili.
Appello per la cessazione delle ostilità
La lettera non è solo un invito alla cessazione delle ostilità, ma si fa anche portavoce della necessità di restituire gli ostaggi ancora detenuti a Gaza. La questione degli ostaggi è diventata sempre più pressante, tanto da portare il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, a richiedere una sessione speciale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discuterne. Questo incontro si terrà martedì 5 agosto e dovrebbe affrontare la situazione di 50 ostaggi, in gran parte israeliani, ancora nelle mani di Hamas.
Sa'ar ha chiesto con urgenza la convocazione di questa riunione dopo che sono state diffuse immagini di ostaggi in condizioni di evidente malnutrizione. I membri del Consiglio di Sicurezza sono previsti votare su una risoluzione che richiede:
- Un immediato cessate il fuoco.
- Un accesso umanitario illimitato a Gaza.
Tuttavia, fino ad ora, l'incontro non appare ancora nell'agenda online del Consiglio, il che solleva interrogativi sulla sua effettiva convocazione e sull'impatto che potrà avere sulla crisi attuale.
Situazione drammatica sul campo
Nel frattempo, la situazione sul campo rimane drammatica. Fonti mediche dell'Ospedale dei Martiri di Al-Aqsa hanno riportato che tre persone sono state uccise a seguito di un bombardamento israeliano su un'abitazione a Deir el-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Inoltre, due palestinesi sono stati uccisi nei pressi di un sito di distribuzione di aiuti umanitari nel sud di Gaza, con oltre venti feriti, tra cui una donna. Secondo le stesse fonti, sei persone sono state uccise dall'inizio di oggi a causa degli attacchi aerei israeliani. Il ministero della Sanità di Hamas ha reso noto che, nelle ultime 24 ore, cinque adulti sono morti per fame o malnutrizione, portando il bilancio totale delle vittime legate a questa crisi alimentare a 180, inclusi 93 bambini.
Appelli per la protezione degli ostaggi
In un contesto ancora più preoccupante, l'agenzia di stampa palestinese Wafa ha riportato che almeno cinque civili sono stati uccisi e altri sette feriti a causa di un attacco di un drone israeliano contro un gruppo di operatori umanitari nella zona di Al-Tawam, nel nord della Striscia di Gaza. Questo attacco ha sollevato interrogativi sulla sicurezza degli operatori umanitari, sempre più esposti durante i conflitti, e sull'efficacia degli sforzi internazionali per proteggere i civili in situazioni di guerra.
L'appello della Croce Rossa Internazionale, che ha espresso shock per i video pubblicati da Hamas che mostrano ostaggi in condizioni disumane, ha aggiunto un ulteriore livello di urgenza alla richiesta di rilascio degli ostaggi. La Croce Rossa ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi a Gaza, sottolineando che devono essere evitate tutte le forme di esposizione pubblica che umiliano le persone private della libertà. Anche il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Tedros Ghebreyesus, ha sostenuto l’appello, sottolineando che gli ostaggi devono avere accesso a cibo e cure mediche, rifiutando ogni forma di umiliazione.
La situazione nella Striscia di Gaza continua a deteriorarsi, con un conflitto che sembra non avere fine in vista. Mentre gli ex funzionari israeliani cercano di esercitare pressione su Trump e il governo di Netanyahu, la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione, temendo che la crisi umanitaria possa aggravarsi ulteriormente. I prossimi sviluppi al Consiglio di Sicurezza dell'ONU e le risposte delle autorità israeliane e di Hamas potrebbero rivelarsi cruciali per il futuro di centinaia di persone, sia ostaggi che civili coinvolti in questo conflitto.