
L'Assemblea legislativa di El Salvador ha recentemente approvato la 43ma proroga dello stato di emergenza, un provvedimento che consente al governo di mantenere la sospensione di alcuni diritti costituzionali. Questa misura, in vigore fino al primo novembre 2025, include la limitazione del diritto alla difesa, il periodo massimo di detenzione amministrativa e l'inviolabilità della corrispondenza. Le reazioni alla proroga sono state contrastanti, sia all'interno della società salvadoregna che a livello internazionale.
Il governo, guidato dal presidente Nayib Bukele, ha giustificato la proroga citando un totale di 89.500 arresti effettuati dall'inizio del provvedimento, avviato il 27 marzo 2022. Questo numero rappresenta un incremento di 700 unità rispetto alla proroga approvata il 27 agosto scorso. I detenuti sono accusati di appartenere a bande criminali, un fenomeno radicato nella società salvadoregna, ma la questione del rispetto dei diritti umani rimane al centro del dibattito pubblico.
La giustificazione del governo e le reazioni
Il deputato Ángel Lobos, membro del partito al governo Nuevas Ideas, ha enfatizzato che, da quando è iniziato il regime di emergenza, il paese ha vissuto "1.025 giorni senza omicidi". Lobos ha anche evidenziato segnali positivi per l'economia salvadoregna, che ha registrato una crescita del 4,1% nel secondo trimestre dell'anno. Ha affermato che le risorse che in precedenza venivano destinate ai membri delle bande criminali ora vengono reinvestite per il bene della comunità.
Tuttavia, le opinioni sono divise. Cesia Rivas, rappresentante dell'opposizione del partito Vamos, ha espresso preoccupazione per le implicazioni delle misure attuate. Sebbene riconosca che nessuno voglia tornare al passato caratterizzato dalla violenza delle gang, ha sottolineato che è fondamentale non sacrificare la giustizia e la legalità, affermando che "nessuno vuole essere imprigionato ingiustamente". Questa affermazione riflette un timore diffuso tra i cittadini salvadoregni riguardo alla possibilità di arresti indiscriminati e violazioni dei diritti umani.
Critiche e preoccupazioni internazionali
Le critiche al governo di Bukele non si limitano al panorama politico interno, ma si estendono anche alle organizzazioni internazionali. Amnesty International ha denunciato che il regime di eccezione, in vigore da oltre tre anni, ha "distorto" lo Stato di diritto. La direttrice per le Americhe dell'ONG, Ana Piquer, ha affermato che il sistema penale non esercita più una giustizia imparziale, ma piuttosto punisce la dissidenza e soffoca lo spazio civico. Ha avvertito che "protestare pacificamente o difendere i diritti umani può costare la libertà", un monito che mette in evidenza il rischio crescente per attivisti e difensori dei diritti umani nel paese.
La complessità della criminalità organizzata
La questione della criminalità organizzata in El Salvador è complessa e radicata nella storia del paese. Le bande, conosciute come "maras", hanno avuto un ruolo predominante nella violenza e nell'insicurezza della popolazione. Tuttavia, la risposta del governo attraverso misure di emergenza ha sollevato interrogativi sulla proporzionalità e sull'efficacia di tali politiche. Alcuni esperti sostengono che, sebbene le misure attuate abbiano portato a una riduzione immediata della violenza, a lungo termine potrebbero avere effetti deleteri sulla democrazia e sui diritti civili.
In questo contesto, il governo di Bukele ha utilizzato i social media in modo strategico per comunicare con i cittadini e giustificare le sue azioni. Il presidente ha spesso condiviso i risultati delle sue politiche di sicurezza, cercando di costruire un'immagine di fortezza contro la criminalità. Tuttavia, questo approccio ha anche alimentato le preoccupazioni riguardo alla mancanza di un dibattito democratico e alla crescente polarizzazione della società.
Il futuro di El Salvador rimane incerto, con le misure di emergenza e la lotta contro le bande che continueranno a essere un tema centrale nel dibattito pubblico e politico. La società civile e le organizzazioni internazionali monitoreranno da vicino la situazione dei diritti umani nel paese, mentre il contesto socio-economico, caratterizzato da povertà e migrazione, influenzerà ulteriormente la gestione della sicurezza e della giustizia.