Il 2 settembre ha segnato una svolta significativa nel panorama editoriale italiano con l'uscita di tre nuovi titoli della collana Rizzoli dedicata ai Dieci Comandamenti. Questo progetto, frutto della collaborazione tra Rizzoli e la casa di produzione Anele, si propone di rileggere il decalogo dell'Antico Testamento attraverso la prospettiva femminile di scrittrici contemporanee. L'obiettivo è quello di offrire una nuova interpretazione di temi tradizionalmente affrontati da voci maschili.

Le autrici protagoniste di questa iniziativa sono Viola Di Grado, Lidia Ravera e Jennifer Guerra, ognuna delle quali affronta un comandamento specifico, reinterpretando e attualizzando il messaggio biblico in un contesto sociale e culturale contemporaneo.

La voce di Viola Di Grado

Viola Di Grado, con il suo romanzo "Questo mondo non è casa", si immerge nel complesso tema del femminicidio, affrontando la questione da un punto di vista innovativo e profondamente emotivo. La scrittrice, già nota per il suo stile poetico e incisivo, esplora il dramma psicologico che si cela dietro la violenza di genere. Attraverso un crescendo di tensione e ambiguità, Di Grado mette in luce le dinamiche del patriarcato e l’illusione di controllo che può portare a conseguenze devastanti. La sua narrazione si distingue per la capacità di trasformare un tema tanto attuale in una riflessione profonda sul potere dell’immaginazione e sulla violenza insita nel linguaggio quotidiano, invitando il lettore a una meditazione critica su questi argomenti.

Lidia Ravera e il desiderio di possesso

Lidia Ravera, nel suo libro "Più dell'amore", si confronta con il decimo comandamento "Non desiderare la roba d'altri", aprendo la strada a una riflessione sulle nuove povertà e sul desiderio di possesso che caratterizza la società moderna. Ravera, che ha un lungo percorso di scrittura alle spalle, affronta il tema della seduzione e della brama di possesso in un contesto di adulti eternamente adolescenti. La sua narrazione è un invito a esaminare le relazioni interpersonali e le dinamiche sociali che alimentano il desiderio di avere sempre di più, mettendo in luce la fragilità e la vulnerabilità umana.

Jennifer Guerra e l'emancipazione femminile

Infine, Jennifer Guerra con "La fabbrica di bottoni" esplora il sesto comandamento "Non commettere atti impuri" attraverso la storia di una giovane operaia nella storica fabbrica Zedapa di Padova. La Guerra racconta una piccola, ma significativa, rivoluzione personale e sociale, incentrata sull'emancipazione femminile e la lotta per la propria dignità in un ambiente lavorativo difficile. La sua protagonista diventa simbolo di una generazione che cerca di affermarsi e di trovare il proprio posto in un mondo spesso ostile. La narrazione di Guerra è caratterizzata da una forte carica emotiva e da un’attenzione particolare ai dettagli che rendono la storia palpabile e vicina ai lettori.

Questi tre romanzi brevi non sono solo opere letterarie, ma rappresentano anche una riflessione profonda sulla condizione femminile nella società contemporanea. Le autrici, attraverso le loro storie, riescono a dare voce a questioni spinose e attuali, invitando i lettori a confrontarsi con tematiche che riguardano la moralità, la giustizia e le relazioni umane.

La collana, inaugurata da nomi illustri come Dacia Maraini, Ilaria Gaspari, Veronica Raimo e Federica Bosco, si arricchirà ulteriormente con i prossimi titoli di Ritanna Armeni sul nono comandamento "Non desiderare la donna d'altri", Camilla Baresani sul secondo comandamento "Non nominare il nome di Dio invano" e Teresa Ciabatti sull'ottavo comandamento "Non dire falsa testimonianza". Ogni scrittrice porterà la propria voce e la propria interpretazione, creando un mosaico variegato di esperienze e riflessioni.

In un'epoca in cui le voci femminili stanno finalmente guadagnando spazio e visibilità, questa collana si propone come un'importante piattaforma per la narrazione e la rielaborazione di temi universali attraverso esperienze personali e collettive. La rilettura dei Dieci Comandamenti non è solo un esercizio di stile, ma un'opportunità per interrogarsi su valori e principi che, sebbene antichi, continuano a influenzare la nostra vita quotidiana.

La sinergia tra la letteratura e il mondo audiovisivo, con la realizzazione della serie tv "Undici", aggiunge un ulteriore livello di interesse a questo progetto, rendendo le storie ancora più accessibili e rilevanti per il pubblico contemporaneo. Le autrici, attraverso le loro opere, non solo raccontano, ma stimolano anche una riflessione critica e necessaria sulle sfide che le donne affrontano oggi, contribuendo a dare voce a chi spesso rimane in silenzio.

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