Il 12 giugno 2023 segna un momento storico per la salute mentale. Nella sede delle Nazioni Unite a New York, Dario D'Ambrosi, fondatore del Teatro Patologico di Roma, presenterà un innovativo protocollo scientifico che attesta l'efficacia della teatro-terapia. Questa metodologia terapeutica, sviluppata in oltre 40 anni di lavoro con persone affette da disturbi psichici, si distingue per la sua capacità di agire a livello emotivo, neurologico e cognitivo.

L'approccio unico di D'Ambrosi

D'Ambrosi ha dedicato la sua carriera a supportare oltre 1700 utenti, creando un approccio personalizzato alla terapia. Tra gli strumenti utilizzati, troviamo esercizi teatrali complessi, come:

  1. "Lo specchio"
  2. "I quattro angoli"
  3. "Le tre sedie"

Questi esercizi non sono semplici attività artistiche, ma veri e propri percorsi di formazione e consapevolezza. L'obiettivo è fornire ai partecipanti gli strumenti necessari per convivere con le loro difficoltà, gestendole con maggiore consapevolezza e autonomia.

La validità scientifica della teatro-terapia

Il protocollo che D'Ambrosi presenterà all'ONU è il risultato di anni di ricerca e pratica. La sua validità è supportata da studi scientifici che dimostrano come la teatro-terapia possa avere effetti positivi sul benessere psicologico dei pazienti, contribuendo a migliorare le loro capacità cognitive. Questo approccio si basa sull'idea che il teatro, attraverso la sua natura espressiva e relazionale, possa fungere da potente veicolo per la trasformazione personale e la guarigione.

Un'opportunità per la sensibilizzazione

D'Ambrosi ha recentemente acquisito una visibilità mediatica significativa grazie alla sua partecipazione al Festival di Sanremo, dove ha evidenziato le enormi difficoltà affrontate da milioni di famiglie con membri affetti da disabilità psichiche. Questa visibilità ha creato un’importante opportunità per sensibilizzare l'opinione pubblica e i decisori politici sull'importanza della teatro-terapia come forma di cura innovativa e integrativa.

Uno dei risultati più significativi della sua carriera è l'istituzione del primo Corso Universitario al Mondo di Teatro Integrato dell'Emozione, realizzato in collaborazione con l'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata". Questo corso rappresenta un passo fondamentale per la formazione di professionisti nel campo della salute mentale che vogliono integrare pratiche teatrali nelle loro terapie. Grazie al sostegno del Ministero dell'Università e della Ricerca, si sta lavorando per estendere questo progetto alle principali città italiane, offrendo opportunità concrete a migliaia di famiglie e ragazzi con disabilità psichiche.

La teatro-terapia di D'Ambrosi è più di un semplice trattamento; è un viaggio di scoperta e accettazione che permette ai partecipanti di esplorare le proprie emozioni in un ambiente sicuro e creativo. Attraverso la drammatizzazione, i pazienti possono esprimere le loro paure e speranze, trasformando il dolore in arte, rappresentando così una forma di liberazione personale e collettiva.

D'Ambrosi ha sempre sostenuto che il teatro può diventare uno strumento di liberazione per chi soffre di malattie mentali. "La mia speranza è che il teatro possa restituire dignità, voce e possibilità di vivere la vita a tutte queste persone," afferma con passione. Questo messaggio di speranza e cambiamento sociale è diventato un mantra nel suo lavoro.

Con il protocollo che sarà presentato all'ONU, D'Ambrosi spera di ottenere un riconoscimento ufficiale della teatro-terapia come forma di cura psichiatrica, un passo fondamentale per la sua diffusione a livello internazionale. La comunità scientifica e le istituzioni sono sempre più aperte all'integrazione di approcci alternativi e creativi nella pratica clinica tradizionale, e la testimonianza di D'Ambrosi potrebbe rappresentare un importante catalizzatore per questa evoluzione.

La sfida di D'Ambrosi si estende anche all'ambito sociale e culturale. La sua visione è quella di costruire un mondo in cui le persone con disturbi psichici siano accolte e comprese, piuttosto che emarginate. Attraverso il teatro, egli intende promuovere una maggiore consapevolezza e comprensione delle problematiche legate alla salute mentale, contribuendo a una società più inclusiva e solidale.

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