
L'emergere dei data center come elemento cruciale nel panorama economico contemporaneo sta attirando l'attenzione di esperti e investitori. Secondo una recente ricerca condotta da Teha in collaborazione con A2A, presentata durante il Forum Teha di Cernobbio, il settore potrebbe contribuire in modo significativo alla crescita del Prodotto Interno Lordo (Pil) nazionale, con un incremento stimato compreso tra il 6% e il 15% annuo. Questo dato mette in luce non solo il potenziale economico dei data center, ma anche il loro impatto sull'occupazione e sull'ambiente.
Impatti sull'occupazione e opportunità
L'analisi prevede la creazione di circa 160.000 posti di lavoro, considerando le opportunità dirette, indirette e indotte. Questi numeri sono particolarmente rilevanti in un periodo in cui l'occupazione sta affrontando sfide significative, soprattutto a causa dell'impatto economico della pandemia di COVID-19. La digitalizzazione e la necessità di infrastrutture tecnologiche avanzate hanno reso i data center fondamentali per le aziende, contribuendo così a una ripresa economica sostenibile.
La posizione dell'Italia nel mercato globale
A livello globale, si stima che esistano oltre 10.332 data center, con circa 2.200 situati in Europa. In questo contesto, l'Italia si posiziona al tredicesimo posto con 168 strutture, evidenziando un'importante opportunità di crescita. Tra le regioni italiane:
- Lombardia: "polo strategico in rapida crescita"
- Milano: ospita ben il 46% della potenza nazionale
Questo posizionamento non solo sottolinea l'importanza della capitale lombarda nel settore, ma evidenzia anche la competizione con altre città europee di riferimento, come Madrid e Zurigo, per attrarre investimenti e sviluppare ulteriormente le infrastrutture necessarie.
Benefici ambientali e sostenibilità
Oltre ai benefici economici, i data center offrono anche vantaggi ambientali significativi. Secondo gli esperti di Teha e A2A, l'ottimizzazione delle operazioni dei data center potrebbe portare a un risparmio complessivo di 5,7 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. Questo risparmio non è solo un traguardo ecologico, ma si traduce anche in un beneficio economico stimato di circa 1,7 miliardi di euro. La sostenibilità diventa quindi un aspetto fondamentale nello sviluppo di questo settore, che non solo contribuisce alla crescita economica, ma si allinea anche con le esigenze di riduzione dell'impatto ambientale.
Un elemento particolarmente interessante è il potenziale recupero del calore di scarto generato dai data center. Questo calore potrebbe essere utilizzato per alimentare le reti di teleriscaldamento, coprendo il fabbisogno energetico di circa 800.000 famiglie. Questo approccio non solo migliorerebbe l'efficienza energetica delle città, ma contribuirebbe anche a ridurre le emissioni di CO2 di circa 2 milioni di tonnellate, corrispondenti a oltre il 5% dei consumi residenziali attuali.
In sintesi, il settore dei data center rappresenta un'opportunità significativa per l'Italia e per l'Europa. Con una crescita prevista del Pil tra il 6% e il 15%, la creazione di posti di lavoro e i benefici ambientali associati, i data center possono svolgere un ruolo fondamentale nella ripresa economica post-pandemia. È essenziale che le politiche pubbliche e gli investimenti privati siano orientati a sostenere questa crescita, promuovendo al contempo la sostenibilità e l'innovazione tecnologica. L'attenzione verso il futuro dei data center è più che mai necessaria per realizzare un'economia digitale prospera e sostenibile.