
In un’atmosfera sospesa tra il dramma e la bellezza, il Caracalla Festival ha ospitato una nuova produzione de "La Traviata", capolavoro di Giuseppe Verdi, che ha visto la straordinaria Corinne Winters nei panni di Violetta Valéry. La regia di Sláva Daubnerová ha saputo reinterpretare l’opera del 1853, ispirata al romanzo "La Signora delle Camelie" di Alexandre Dumas figlio, donando al pubblico una nuova visione della tormentata protagonista, immersa in un universo di solitudine e morte.
Una rappresentazione intensa e toccante
La rappresentazione ha aperto con un preludio che già preannunciava il tragico destino di Violetta. In un letto d'ospedale, la giovane protagonista si ritrova sola, priva del supporto dell’amato Alfredo, il quale si trova a distanza, al fianco del padre. Questa scelta registica ha enfatizzato il tema profondo della solitudine che pervade l’opera, un aspetto che Daubnerová ha esplorato con particolare sensibilità. La Violetta di Winters ha incarnato perfettamente questa solitudine, esprimendo con il suo canto e la sua recitazione il dramma di una donna che, nonostante la sua bellezza e il suo fascino, si ritrova a vivere relazioni superficiali, basate unicamente sul denaro e sull'apparenza.
Corinne Winters, nonostante una leggera indisposizione, ha offerto una performance di altissimo livello, riuscendo a commuovere il pubblico con la sua interpretazione intensa. Già applaudita in altre produzioni a Roma, come "Madame Butterfly" e "Suor Angelica", il soprano americano ha dimostrato ancora una volta di possedere una rara capacità di coinvolgere gli spettatori, non solo attraverso la sua voce, ma anche grazie alla sua abilità di attrice. La sua Violetta è una figura fragile e potente al tempo stesso, un archetipo della "donna caduta", come l'ha definita la regista, che cerca disperatamente di sottrarsi alla morte attraverso l’amore.
Un allestimento evocativo
Il contesto di Parigi, pur non essendo fisicamente rappresentato, è evocato attraverso simboli e immagini che richiamano l'epoca e il dramma personale di Violetta. Le scelte sceniche, come la presenza costante dei medici e degli infermieri, e l’entrata in scena di una lettiga con il corpo della protagonista, hanno creato un'atmosfera opprimente, in cui la morte è una presenza tangibile. Il balletto, con il ballerino che rappresenta la morte e le danzatrici nei ruoli di cigno bianco e cigno nero, ha ulteriormente sottolineato questo tema, rendendo la performance un'esperienza viscerale.
Il celebre brindisi "Libiamo ne' lieti calici", che normalmente è carico di vivacità, viene presentato in una versione più lenta, quasi funerea, riflettendo il senso di impotenza e di sfida alla vita che caratterizza il destino di Violetta. Gli altri personaggi, simili a un corteo funebre, e la figura della donna senza testa che incombe sulla scena, hanno arricchito la rappresentazione di significati simbolici, rendendo questo allestimento della Traviata un'opera d’arte complessa e stratificata.
Performance e aspetti critici
Tra i vari interpreti, il Germont di Luca Micheletti ha catturato l'attenzione, offrendo una performance solida e toccante. Tuttavia, il tenore polacco Piotr Buszewski nel ruolo di Alfredo non è riuscito a convincere completamente, risultando meno incisivo rispetto alle aspettative. Nonostante ciò, alla fine della rappresentazione, il pubblico ha riservato applausi calorosi a tutti gli interpreti, al coro diretto da Ciro Visco e al direttore d'orchestra Francesco Lanzillotta, che hanno saputo affrontare le sfide di una partitura così complessa.
Un aspetto critico che ha suscitato discussioni è stata l'amplificazione, ritenuta inadeguata per una produzione di tale portata. Molti spettatori hanno notato che l'assenza di un'adeguata qualità sonora ha appiattito le voci e le dinamiche musicali, rendendo difficile apprezzare appieno l'interpretazione degli artisti e la ricchezza dell'orchestra. Sebbene si sappia che le esibizioni all'aperto presentano delle sfide, è chiaro che si possa e si debba fare di più per garantire un'esperienza sonora che onori la grandezza dell'opera.
La Traviata continuerà a incantare il pubblico con cinque repliche programmate: il 23 e 27 luglio, e il 1°, 2 e 3 agosto. In queste occasioni, il cast vedrà anche l'alternanza di interpreti: Violetta sarà interpretata da Hasmik Torosyan, mentre Alfredo sarà affidato a Oreste Cosimo. La presenza di Gustavo Castillo nel ruolo di Germont il 27 luglio e il 2 agosto arricchirà ulteriormente il cast di questa produzione.
Le coreografie di Ermanno Sbezzo, eseguite da un corpo di ballo di grande talento, hanno offerto un ulteriore strato di interpretazione visiva, rendendo la performance ancora più coinvolgente. Attraverso una combinazione di danza e musica, la produzione ha saputo raccontare una storia universale di amore, perdita e solitudine, confermando ancora una volta l’eterna rilevanza di "La Traviata" nel panorama operistico contemporaneo.