
Un'istantanea che si snoda in tre giorni, dal 28 al 30 giugno 1979, trasforma il lido romano di Ostia in un palcoscenico vibrante di emozioni e parole. In quei giorni si svolse il Primo Festival Internazionale della Poesia, un evento che ha lasciato un segno indelebile nella storia culturale italiana. Il regista Andrea Andermann, con la sua macchina da presa, ha catturato l'essenza di questa celebrazione della poesia, trasformando il tutto in un film intitolato 'Castelporziano ostia dei poeti'. Questo film, realizzato in collaborazione con la Rai, è stato trasmesso per la prima volta nel 1980 e, a distanza di 45 anni, verrà presentato in anteprima lunedì 20 ottobre alla Casa del Cinema di Roma, come parte della Festa del Cinema di Roma, nella sezione "Storia del Cinema".
Il significato del film
Il film rappresenta non solo una cronaca di eventi poetici, ma anche una riflessione profonda sulla condizione umana e la memoria collettiva. La sua proiezione avverrà proprio in concomitanza con il 50° anniversario dell'assassinio di Pier Paolo Pasolini, una figura centrale della cultura italiana, la cui voce e le cui parole risuonano nel film anche se lui non era fisicamente presente all'evento. Pasolini, infatti, è rappresentato attraverso la sua poesia, in particolare con la celebrazione della sua opera 'La Guinea', in cui profeticamente anticipa la sua morte.
Durante il festival, Castelporziano divenne un luogo di incontro per circa 30.000 giovani, tutti desiderosi di esprimere la loro ribellione attraverso la poesia. Le immagini del film mostrano un palcoscenico bombardato da applausi e urla di approvazione, ma anche atti di protesta, come il gesto di una pentola di minestrone portata sul palco da un gruppo di manifestanti, a simboleggiare il desiderio di una poesia che fosse in grado di esprimere le tensioni sociali e politiche del tempo. I nomi di poeti della Beat Generation, come Allen Ginsberg, William Burroughs, Gregory Corso e LeRoy Jones, risuonano tra le onde del mare di Castelporziano, creando una connessione profonda tra l'arte e la vita.
Un racconto visivo di grande impatto
Andermann, nel suo racconto visivo, non si limita a narrare eventi storici, ma intreccia poesia e cronaca con una maestria che rende ogni immagine viva e pulsante. "I personaggi del film - afferma il regista - potrebbero sembrare frutto di una finzione cinematografica, ma sono invece presi dalla vita". Questa affermazione sottolinea la verità cruda e vibrante che permea il film, rendendolo un documento storico e culturale di grande valore. Le storie raccontate non sono inventate, ma derivano dalla realtà vissuta di quei giorni, un periodo in cui la poesia si affermava come un potente mezzo di espressione e di confronto.
Il contesto in cui si svolge il festival è intriso di una memoria collettiva che va oltre la semplice celebrazione della poesia. Proprio in quei giorni, il mare antistante la spiaggia di Castelporziano fu teatro di un tragico incidente: la collisione tra un mercantile francese e una nave cisterna italiana provocò un incendio che illuminò il cielo, creando un drammatico contrasto con la festa della poesia. Queste immagini di distruzione e bellezza coesistono nel film, sottolineando la fragilità della vita e l'urgenza di esprimere sentimenti e pensieri attraverso l'arte.
Il restauro e l'eredità culturale
La versione restaurata di 'Castelporziano ostia dei poeti' è il frutto di un lavoro meticoloso di recupero, realizzato in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna. Il restauro ha interessato sia la parte visiva che quella sonora, permettendo di rivivere con maggiore intensità le emozioni di quei giorni. La presentazione del film alla Festa del Cinema di Roma non è solo un omaggio a un evento storico, ma anche un invito a riflettere su quanto la poesia possa essere un veicolo di cambiamento sociale e culturale.
La pellicola di Andermann non è soltanto un documento di un festival, ma un'opera che invita a riscoprire il potere delle parole e la loro capacità di unire le persone. In un'epoca in cui la poesia può sembrare distante dalla quotidianità, 'Castelporziano ostia dei poeti' riporta la poesia al centro del dibattito culturale, dimostrando che è possibile trovare bellezza e significato anche nelle esperienze più dure e complesse della vita.
Ostia, quindi, non è solo un luogo fisico, ma diventa un simbolo di una generazione che cercava di dare voce alle proprie inquietudini e passioni. La memoria di Pasolini, la presenza dei poeti della Beat Generation e l'energia di una gioventù in fermento si intrecciano in questo racconto, creando una narrazione che continua a vivere e a ispirare, ben oltre i confini di tempo e spazio.