
Il presidente colombiano Gustavo Petro ha recentemente lanciato un’accusa grave nei confronti delle multinazionali Drummond e Glencore, sostenendo che queste aziende stiano violando il divieto di esportazione di carbone verso Israele. Questa restrizione è stata imposta dal governo di Petro nel 2024 in risposta alla guerra in corso nella Striscia di Gaza. Un conflitto che ha suscitato preoccupazione globale e ha portato diverse nazioni a riconsiderare le proprie relazioni commerciali con Israele.
Le affermazioni di Petro
Nel suo discorso di apertura della nuova legislatura, Petro ha ribadito con fermezza la sua posizione: "Non si può esportare carbone a Israele, è proibito dalle Nazioni Unite." Questa dichiarazione è stata ripresa dalla stampa locale, evidenziando l'impegno del presidente nel mantenere una posizione ferma contro ciò che considera una violazione dei diritti umani e della legge internazionale.
Petro ha sottolineato che circa il 60% del carbone importato da Israele proviene dalla Colombia. Questo dato mette in luce l'importanza del settore carbonifero per l'economia colombiana, ma al contempo evidenzia la responsabilità etica delle aziende coinvolte. Le accuse di Petro non si limitano a una semplice violazione delle normative; egli ha descritto le azioni delle multinazionali come "disobbedienza nei confronti miei e dell'umanità", un’affermazione che riflette la gravità delle sue preoccupazioni riguardo le conseguenze umanitarie delle operazioni commerciali in corso.
Le azioni future del governo
In un passo ulteriore, il presidente ha annunciato la sua intenzione di utilizzare gli strumenti previsti dall'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) per fermare le esportazioni di carbone, anche al di fuori dei contratti e dei trattati esistenti. "Quando il contraente è complice di genocidio e crimini contro l'umanità, è possibile agire al di fuori degli accordi", ha dichiarato Petro, sottolineando la sua determinazione a perseguire una politica commerciale che rispecchi i valori etici e umanitari.
La Colombia, nota per la sua ricca dotazione di risorse naturali, ha visto nel settore dei combustibili e dei prodotti estrattivi una delle principali voci di esportazione. Tra gennaio e giugno 2025, il valore totale delle esportazioni ha raggiunto 11,7 miliardi di dollari. Tuttavia, nel 2023, il carbone ha rappresentato solo il 5% del totale delle vendite estere di Bogotà, evidenziando come il mercato colombiano stia cercando di diversificare le proprie esportazioni.
Un cambiamento nella politica estera
Il contesto internazionale attuale, caratterizzato da tensioni geopolitiche e conflitti armati, ha portato la Colombia a riconsiderare il proprio approccio verso la cooperazione commerciale con paesi coinvolti in violazioni dei diritti umani. Questa settimana, la Colombia ha ospitato una riunione del Gruppo de L'Aia, un incontro che ha visto la partecipazione di diversi paesi per discutere misure volte a limitare il sostegno militare e finanziario a Israele. Questi sviluppi segnano un cambiamento significativo nella politica estera colombiana, con Petro che si propone come un leader che sostiene i diritti umani e la giustizia sociale.
Le dichiarazioni di Petro si inseriscono in un contesto globale in cui sempre più leader politici e cittadini chiedono maggiore responsabilità alle multinazionali e una maggiore attenzione alle conseguenze delle loro operazioni commerciali. La crescente coscienza sociale riguardo ai diritti umani e all'impatto ambientale delle attività estrattive sta influenzando le politiche governative in tutto il mondo, incoraggiando i leader a prendere posizione su questioni etiche e morali.
In Colombia, la questione del carbone è particolarmente delicata. Il paese è stato a lungo al centro di dibattiti riguardanti l'estrazione e l'uso delle risorse naturali, spesso in relazione a conflitti interni e lotte per il controllo delle terre. Le grandi compagnie minerarie, come Drummond e Glencore, sono state spesso accusate di non rispettare i diritti delle comunità locali e di contribuire a una narrativa di sfruttamento che ha caratterizzato la storia economica del paese.
Le parole di Petro rappresentano quindi non solo una denuncia contro le pratiche commerciali di alcune multinazionali, ma anche un invito a riflettere sulla responsabilità collettiva di fronte alla crisi umanitaria in corso. La sua amministrazione sembra voler segnare un cambio di rotta rispetto al passato, cercando di attuare politiche che non solo favoriscano la crescita economica, ma che siano anche in linea con i principi di giustizia sociale e rispetto dei diritti umani.
Con il governo di Petro, la Colombia potrebbe diventare un esempio di come le politiche commerciali possano essere ripensate e ristrutturate in un'ottica più etica e responsabile, ponendo l'accento sulla necessità di un commercio che non ignori le sofferenze umane e le ingiustizie che attraversano il panorama mondiale.