
Il 3 luglio 2025, presso il Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma, Andrea Bajani ha ricevuto il Premio Strega per il suo romanzo "L'Anniversario", un'opera che ha suscitato un acceso dibattito sulla questione dell'eredità patriarcale nella narrativa contemporanea. La premiazione si è svolta in una serata di grande prestigio, sebbene il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, non fosse presente. Riguardo a questa assenza, Bajani ha commentato con una certa nonchalance: "Non penso niente. Non ho un'opinione perché per me è abbastanza importante rivendicare il fatto che come scrittori, intellettuali, anche se la parola è usurata, abbiamo il dovere di fornire delle opinioni complesse". Questa affermazione riflette il forte impegno dell'autore nel promuovere una narrativa che sfida le convenzioni, un tema centrale nel suo lavoro.
il successo di "l'anniversario"
Pubblicato dalla casa editrice Feltrinelli, "L'Anniversario" ha già raggiunto la quinta ristampa e ha ottenuto un consenso straordinario, accumulando 194 voti. Bajani stesso ha descritto il suo romanzo come una contestazione dell’"inaccettabile legge non scritta" che assegna un privilegio di genere maschile. "È importante che la contestazione arrivi da un protagonista maschile", ha dichiarato, sottolineando il significato di un autore uomo che affronta tali tematiche in un panorama letterario tradizionalmente dominato da voci femminili in contesti simili.
la narrazione e l'identità
Il romanzo si muove su un doppio binario, esplorando gli intrighi di una famiglia oppressiva, caratterizzata da un padre autoritario e violento e da una madre sottomessa. L'opera non è soltanto un resoconto di una famiglia disfunzionale, ma anche il racconto di un figlio che si allontana, cercando di rivendicare la propria narrazione e, di conseguenza, la propria identità. Bajani, nato a Roma nel 1975 e attualmente residente per gran parte dell'anno a Houston, in Texas, dove insegna alla Rice University, ha affermato di sentirsi "responsabile di ribadire che la missione della letteratura, se ne ha una, è quella di contestare la versione che viene data".
l'importanza della poesia
Un aspetto interessante della sua scrittura è l'uso dell'autofiction, un genere che lo affascina più come lettore che come scrittore. "Del romanzo mi piace l'impossibilità di essere codificato", ha detto, evidenziando come la letteratura non debba essere limitata a schemi rigidi. La sua visione della narrativa è quella di un genere "inquieto", capace di includere diversi elementi come versi poetici, teatro e fotografie, il che lo rende antitetico alla realtà a cui spesso ci si attiene.
Bajani ha una profonda passione per la poesia, che considera "la regina assoluta della scrittura". In un'epoca in cui il linguaggio è spesso svuotato di significato, egli vede nella poesia un mezzo per ribellarsi contro l’ovvio e il già detto. "Anneghiamo, annaspiamo dentro la ripetizione di frasi che sono a tal punto già costruite da venir suggerite dal telefono", ha osservato, enfatizzando l'importanza della creatività e dell'originalità nella scrittura.
riflessioni finali
Infine, un'ultima riflessione riguarda la percezione della cultura negli Stati Uniti rispetto all'Italia. "Negli Stati Uniti, contrariamente a quanto pensiamo, la cultura vive in piccoli templi", ha affermato Bajani, raccontando la sua esperienza di ricezione di messaggi dopo aver vinto premi, un numero che si è dimostrato notevolmente superiore rispetto a quelli ricevuti da chi ha vinto il Pulitzer. In Italia, invece, c'è una visione diffusa che tende a sottovalutare il valore della cultura, nonostante essa occupi un posto rilevante nei media e nella vita quotidiana.
Con "L'Anniversario", Andrea Bajani non solo ha vinto un prestigioso premio letterario, ma ha anche avviato un’importante conversazione sulle dinamiche patriarcali e sull'eredità culturale, continuando a esplorare il potere della narrazione e della poesia nella sua opera.