
Aslak Nore, autore norvegese di bestseller, si trova al centro di un acceso dibattito sulla libertà di espressione in un contesto geopolitico delicato. Il suo ultimo romanzo, "Gli eredi dell'Artico", è il secondo volume della trilogia dei Falck, pubblicata in Italia da Marsilio. Ambientato nelle remote isole Svalbard, nel nord della Norvegia, il libro esplora tensioni geopolitiche che coinvolgono l'intelligence norvegese e quella russa, riflettendo sulla complessità delle relazioni internazionali nel contesto attuale.
Un ultimatum per la pubblicazione in Russia
Nore ha recentemente rivelato di aver ricevuto un ultimatum per la pubblicazione del suo romanzo in Russia, dove il primo volume della trilogia, "Il Cimitero del mare", era già stato pubblicato. La sua editrice russa, una critica accanita del regime di Vladimir Putin, ha messo in guardia l'autore sui rischi di pubblicazione. "Mi ha detto che sarebbe stato impossibile far uscire il libro così com'era in Russia", ha spiegato Nore durante un'intervista al festival "Il libro possibile", che si svolge a Polignano a Mare e sostenuto da Pirelli.
Uno degli aspetti più inquietanti della situazione è rappresentato dal contenuto del romanzo stesso, che include riferimenti a funzionari dell'intelligence russa e ai meccanismi operativi dei loro servizi segreti. "Per la squadra della casa editrice rimasta in Russia, sarebbe stato pericoloso pubblicare il libro nella sua forma originale a causa delle accuse che formulo nel romanzo", ha aggiunto l'autore. In tal senso, l'editrice ha suggerito che l'unica opzione sarebbe stata quella di censurare nomi e situazioni. Nore ha risposto con fermezza: "No, grazie, preferirei ritirare il libro". La sua posizione è chiara: come scrittore libero, non può e non vuole sottomettersi alla censura.
La trilogia dei Falck e il contesto geopolitico
La trilogia dei Falck si concentra su una delle famiglie più influenti della Norvegia, che, come sottolinea Nore, "nasconde molti segreti". In "Gli eredi dell'Artico", il lettore incontra Sasha Falck, recentemente nominata direttrice della Fondazione di famiglia, la Saga. In questo contesto, Sasha organizza una spedizione di ricerca a Spitsbergen, la più popolosa delle isole Svalbard, un'area di grande interesse geopolitico. Qui, si incrociano gli appetiti di una delle dinastie marittime più importanti della Scandinavia e le mire della Russia, un tema che riflette la complessità delle relazioni tra i due paesi.
Le Svalbard, un arcipelago che si trova a metà strada tra la Norvegia e il Polo Nord, sono strategicamente significative non solo per le loro risorse minerarie, ma anche per il loro potenziale geopolitico. Con un clima estremamente rigido e una popolazione sparsa, l'arcipelago sta diventando sempre più un punto focale di interesse internazionale, attirando investimenti e attenzioni da parte di vari attori globali. In questo contesto, Nore esplora anche l'ambivalenza presente nel nord della Norvegia, dove molte persone nutrono sentimenti di affetto verso la Russia. Questa percezione storica è radicata nei ricordi di liberazione dal nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale, creando un paradosso complesso che Nore esplora nel suo romanzo.
La missione di raccontare storie senza censura
"Affrontiamo una certa ambivalenza che esiste nel nord del mio Paese", ha dichiarato Nore. "Ci sono molte persone che vedono i russi e i sovietici come liberatori". Tuttavia, nonostante questa complessità storica, l'autore non ha dubbi sulla natura del regime di Putin, che definisce "assolutamente abominevole". Nore chiarisce che la sua intenzione non è quella di glorificare la Russia, ma di esporre le verità scomode e di non arrendersi alla censura.
Il terzo volume della trilogia è previsto per la pubblicazione in Italia nel prossimo anno, e Nore promette che continuerà a portare avanti la sua missione di raccontare storie che sfidano la censura e mettono in luce le ingiustizie. "Non posso accettare la censura", ha ribadito, sottolineando l'importanza della libertà di espressione in un momento in cui il mondo sembra sempre più diviso.
La scelta di Nore di ritirare il libro piuttosto che accettare modifiche imposte è un gesto significativo non solo per lui come autore, ma anche per il panorama letterario globale. In un'epoca in cui la libertà di espressione è sotto attacco in molte parti del mondo, la sua determinazione a non cedere alla censura rappresenta un faro di speranza per molti scrittori e artisti che si trovano ad affrontare dilemmi simili.