
Tutto ha inizio da un sogno, un concetto che per Alda Fendi è intrinsecamente legato alla sua esistenza. Trasformare i sogni in opere d'arte è una delle sue missioni fondamentali. Una notte, il grande compositore Giancarlo Menotti è apparso nei suoi pensieri, implorandola di salvare la sua casa, che il giorno seguente sarebbe stata messa all'asta. Ignara di ciò, Alda, un'energia vivente, ha colto il messaggio della sua anima e ha deciso di passare all'azione. "Mia madre, Adele, ci ha insegnato a essere attive, sveglie e intelligenti. Ci ha sempre detto di non sbagliare due volte e di essere pionieri nel nostro campo", racconta Alda, con l'entusiasmo che le si legge negli occhi dietro i suoi occhiali dallo stile audace.
L'influenza della sua famiglia è evidente: Alda è una delle cinque sorelle, insieme a Paola, Anna, Franca e Carla, tutte donne forti che hanno lasciato il segno nel mondo della moda e della cultura. La sua carriera è costellata di incontri con personaggi iconici come Federico Fellini, che la omaggiava con disegni in cui la ritraeva come una divinità, o Luchino Visconti, il perfezionista noto per la sua attenzione ai dettagli. Alda ha speso quarant'anni lavorando con Karl Lagerfeld, il quale sosteneva che "nella vita conta solo l'ultima cosa che fai".
La fondazione di Alda Fendi e il suo impegno culturale
Oggi, mentre osserva i Fori dalla terrazza del Rhinoceros a Roma, Alda Fendi riflette su Giancarlo Menotti. Dopo aver abbandonato il mondo della moda nel 2001, ha fondato la Fondazione Alda Fendi Esprimenti, un progetto dedicato all'arte antica e contemporanea senza confini. "Sperimentiamo attraverso le arti, dal teatro alle performance e agli scavi: non ci sono limiti. Mi definiscono mecenate, ma io preferisco considerarmi un'operatrice culturale", dichiara, evidenziando il suo desiderio di rendere l'arte accessibile a tutti, considerata da lei una delle forme più elevate di libertà.
Recentemente, la sua iniziativa culturale ha preso la forma di un progetto volto a riportare alla luce Menotti, il fondatore del Festival dei Due Mondi, una manifestazione che ha avuto un impatto significativo sulla cultura e l'arte a livello internazionale. Raffaele Curi, ex collaboratore di Menotti, è stato scelto per curare il restauro della sua casa a Spoleto, un luogo simbolico che affaccia sulla piazza del Duomo e presenta un giardino poetico. "L'ho conosciuto una sera in cui andammo a vedere 'Il Vascello Fantasma' di Wagner. Menotti era una persona sublime, un vero intellettuale, e la sua casa rifletteva la sua essenza: spartana, con un lettino d'ospedale e un tavolino. Viveva per la sua creatività", racconta Curi, sottolineando come l'eredità di Menotti sia stata dimenticata negli ultimi anni.
Il restauro della casa di Menotti
La missione di Alda Fendi è chiara: riportare Menotti alla ribalta. "È stato ignorato dopo la sua morte, eppure ha fatto conoscere Spoleto nel mondo. Non possiamo permettere che rimanga nell'ombra", afferma con determinazione. L'inaugurazione della casa restaurata è prevista per sabato 20 settembre, un evento che sarà un tributo alla figura di Menotti e al suo immenso contributo alla cultura.
Raffaele Curi, pur non essendo architetto, ha una lunga esperienza nella progettazione di spazi e ha dedicato una cura particolare al restauro della dimora di Menotti. "Menotti per me era come un padre. È frustrante vedere come sia stato dimenticato negli ultimi 10-15 anni. Il suo festival era un evento unico; dopo di lui, sono rimaste solo rassegne", spiega Curi, evocando la vivacità e la gioia che caratterizzavano gli anni trascorsi al fianco di Menotti.
Il restauro della casa, completato otto anni dopo il terremoto che ha colpito la regione, ha mantenuto l'integrità dell'abitazione originale. Oggi, però, la casa è arricchita da un'installazione dedicata a Samuel Beckett, un altro gigante della cultura, che Menotti non aveva mai avuto modo di esplorare. "Ero in imbarazzo nel pensare a come rendere omaggio a Beckett. Menotti mi aveva sempre detto di non parlargli mai più", racconta Curi, evidenziando l'intersezione tra le vite di questi due grandi artisti.
Un simbolo di cultura e creatività
La casa di Menotti, ora restituita alla sua gloria originale, non è solo un luogo di memoria, ma un simbolo di una cultura che vive e si evolve, un richiamo al passato e un invito a esplorare la ricchezza dell'arte e della creatività. Alda Fendi e Raffaele Curi, attraverso il loro impegno, dimostrano che la storia e la cultura possono continuare a brillare, nonostante le sfide del presente.
In conclusione, il lavoro di Fendi e Curi non solo celebra l'eredità di Menotti, ma rappresenta anche un'opportunità per riportare alla luce la cultura italiana, rendendo omaggio a un grande maestro e al suo impatto duraturo nel panorama artistico internazionale.