Oggi, Buenos Aires ha vissuto una massiccia mobilitazione popolare, con migliaia di cittadini argentini riuniti per esprimere solidarietà all'ex presidente Cristina Fernández de Kirchner, recentemente condannata a sei anni di carcere per corruzione. Questa manifestazione è emersa in un contesto politico teso e polarizzato, dove il sostegno a Kirchner è diventato un simbolo di resistenza contro le autorità attuali.

La mobilitazione dei cittadini

Fin dalle prime ore del mattino, gruppi di manifestanti si sono radunati all'incrocio tra via San Juan e via 9 de Julio, una delle arterie più trafficate della capitale argentina. Da qui, i partecipanti hanno iniziato a muoversi verso Plaza de Mayo, il cuore pulsante delle proteste in Argentina, dove molte battaglie sociali e politiche sono state combattute nel corso della storia del paese. La manifestazione, programmata per le 14:00, ha visto l'afflusso di persone ben prima dell'orario previsto, con sostenitori che portavano bandiere e striscioni con scritte come "Cristina Libera".

Un altro punto di ritrovo significativo è stato l'abitazione di Kirchner in via San José, dove l'ex presidente sta scontando la pena ai domiciliari. Questa situazione è stata resa possibile grazie a un'ordinanza dei suoi legali, che hanno ottenuto il permesso per l'ex leader di evitare il carcere, ma con l'obbligo di indossare un braccialetto elettronico. La scelta di manifestare anche davanti alla sua casa sottolinea il legame emotivo e politico che molti argentini continuano a sentire nei confronti di Kirchner, una figura centrale nella politica del paese negli ultimi due decenni.

Il sostegno politico e sociale

La mobilitazione è stata sostenuta dal Partito Justicialista, storicamente legato al peronismo, e da vari sindacati e movimenti sociali. La frase chiave dello slogan della protesta, "Cristina Libera", riflette non solo il desiderio di liberazione dell'ex presidente, ma anche una denuncia di quella che i manifestanti definiscono una proscrizione politica. Tale retorica evidenzia il sentimento di persecuzione politica che molti simpatizzanti di Kirchner attribuiscono alle attuali autorità, in particolare al nuovo presidente Javier Milei, il quale ha suscitato forti reazioni tra i sostenitori della Kirchner.

Tra i promotori dell'evento, spicca il nome di Juan Grabois, un noto attivista e leader sociale, che ha utilizzato i social media per lanciare un appello a una "nuova fase della resistenza". Grabois ha denunciato quello che definisce un "regime illegittimo" e ha chiesto un ripristino della Costituzione, evocando un clima di battaglia politica in cui i diritti e le libertà democratiche sono considerati in pericolo.

Tensioni e misure di sicurezza

Tuttavia, la manifestazione non è stata esente da tensioni. Per motivi di sicurezza, la polizia ha attuato controlli lungo l'autostrada Riccheri, fermando pullman e autobus diretti verso il centro città. Anche se le misure sono state giustificate come preventive, molti manifestanti hanno interpretato questi controlli come un tentativo di ostacolare la loro mobilitazione. Guillermo Francos, capo di Gabinetto, ha confermato le misure di sicurezza, sottolineando l'importanza di prevenire eventuali disordini, ma il clima di paura e repressione ha contribuito a intensificare la determinazione dei manifestanti.

La protesta arriva pochi giorni dopo la decisione della Corte Suprema, che il 10 giugno ha confermato la condanna di Kirchner nel caso Vialidad. Questa sentenza riguarda un presunto schema di corruzione legato all'assegnazione di appalti stradali in Patagonia, un tema che ha alimentato dibattiti accesi e divisioni nel paese. I sostenitori di Kirchner ritengono che le accuse siano motivate politicamente e parte di una strategia più ampia per silenziare l'opposizione politica.

La figura di Cristina Kirchner rimane divisiva in Argentina. Da un lato, è vista come una leader carismatica e un simbolo di giustizia sociale, dall'altro è considerata da alcuni come un simbolo di corruzione e abuso di potere. La sua eredità politica è complessa e continua a influenzare profondamente il panorama politico argentino. Il sostegno popolare ricevuto oggi è un chiaro indicativo di come i suoi seguaci non siano disposti a rinunciare alla loro causa, nonostante le sfide legali e politiche.

La manifestazione di oggi è, quindi, più di una semplice protesta: è un segnale di una frattura profonda nella società argentina, che continua a lottare tra il desiderio di cambiamento e il richiamo alla memoria storica di un'epoca di governo che molti considerano fondamentale per il progresso sociale del paese. La mobilitazione in favore di Kirchner rappresenta una risposta collettiva a un contesto politico in continua evoluzione, dove i temi della giustizia, della corruzione e della democrazia sono più attuali che mai.

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