
Roberto Benigni, il celebre attore e regista italiano, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sull'Europa e sul suo funzionamento in un'intervista nel programma "Cinque Minuti" condotto da Bruno Vespa. La discussione si è concentrata sull'importanza di una maggiore efficienza decisionale all'interno delle istituzioni europee, in particolare riguardo al Consiglio dell'Unione Europea, dove le decisioni vengono spesso bloccate dall'unanimità e dal potere di veto. Queste dinamiche, secondo Benigni, ostacolano il progresso e l'unità del continente.
L'amore di Benigni per l'Europa
Benigni descrive l'Europa come "la più grande costruzione democratica degli ultimi duemila anni". Il suo amore per l'Europa è palpabile, e si definisce un "europeista estremista", sostenendo che l'Unione Europea rappresenta "l'unico sogno" per noi e per le generazioni future. Tuttavia, mette in evidenza due facce dell'Europa:
- L'Europa del Parlamento e della Commissione: lavora per il bene di tutti gli europei.
- L'Europa intergovernativa del Consiglio: dove i capi di Stato e di governo si riuniscono, ma l'unanimità e il veto possono portare a stalli decisionali.
Benigni cita l'esempio di Cipro, una nazione con una popolazione relativamente piccola, che può bloccare decisioni riguardanti un'intera comunità di 500 milioni di persone. "Basta Cipro", afferma con fermezza, chiedendo di rimuovere questi ostacoli per permettere all'Europa di realizzare il suo potenziale.
La responsabilità della pace
L'intervista si sposta poi sul tema della pace, un argomento centrale nel discorso di Benigni. "Abbiamo anche la responsabilità della pace", sottolinea, richiamando l'attenzione sul fatto che l'Europa è nata come un progetto di pace, portando a 80 anni di stabilità e prosperità. Questo periodo di pace, il più lungo dalla guerra di Troia, è visto da Benigni come un motivo di orgoglio e una responsabilità da mantenere.
Nel suo libro "Il sogno", Benigni riflette su come l'Europa sia un simbolo di pace, benessere e prosperità, e come la sua bellezza e i suoi principi siano invidiati in tutto il mondo. Tuttavia, non mancano le critiche alle tendenze nazionaliste che stanno riemergendo in Europa. Benigni distingue tra patriottismo e nazionalismo, affermando che il primo è un amore per il proprio paese che non esclude gli altri, mentre il secondo porta alla guerra e alla divisione.
L'importanza della cooperazione
Benigni avverte che la retorica nazionalista, che pone la nazione al di sopra di tutto, è pericolosa e va combattuta attivamente. "Bisogna guardarsi da coloro che dicono che vogliono fare il loro paese più grande degli altri... alla larga, sono pericolosissimi", avverte, evidenziando la necessità di un'Europa unita e solidale.
L'intervista tocca anche il tema dei dazi e delle guerre commerciali, un argomento di grande attualità. Benigni sottolinea che la storia insegna che i dazi sono spesso portatori di conflitti. Citando la guerra commerciale avviata dagli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump, si chiede se sia possibile tornare a politiche protezioniste che non portano altro che danni. "È come uno che non ha letto neanche due pagine di storia", afferma, sottolineando che l'Europa deve rimanere un baluardo di pace e cooperazione.
In conclusione, Benigni esprime la sua frustrazione nel rivelare di aver scritto il suo libro, considerandolo talmente bello da volerlo leggere. La sua opera rappresenta una celebrazione dell'Europa e dei suoi valori fondanti, invitando tutti a riflettere sul futuro del continente. L'Europa, secondo Benigni, è un sogno di pace e felicità, e la sua bellezza è inimitabile. La sua visione di un’Europa senza confini, dove ogni cittadino possa prosperare in un ambiente di pace e solidarietà, continua a ispirare e a sollevare interrogativi cruciali sul cammino da intraprendere per garantire un futuro migliore per tutti i suoi cittadini.